«Ricevi, figlio dilettissimo, lo Scapolare.
Coloro che moriranno rivestiti di questo Scapolare
non andranno nel fuoco dell’Inferno».
Oggi, purtroppo, come molte altre belle tradizioni, la festa liturgica della Vergine del Monte Carmelo si è appannata, travolta dal ritmo incalzante e frustrante del lavoro, oppure, per quelli che se lo possono permettere, dal primo periodo di vacanza. Quando la maggioranza della nostra gente era dedita al lavoro dei campi la Festa della Madonna del Carmine spezzava l’arsura della fatica e consentiva qualche ora di riposo; la gente si recava a Messa, riceveva la Santa Comunione e alla sera, in molti borghi, si faceva la processione per le vie del paese, dimostrando in tal modo la devozione e l’amore alla Madonna ponendosi sotto la sua protezione.
Il monte Carmelo è la montagna sacra che il profeta Elia convertì nel segno della fedeltà a un solo Dio e il luogo dell’incontro tra Dio e il suo popolo Israele. Come il profeta Elia, «ardente di zelo per il Dio vivente», così gli eremiti cristiani si sono raccolti durante le Crociate nelle grotte di quella montagna e hanno costituito la famiglia religiosa del Carmelo.