Per Lui e insieme a Lui.
Domenica scorsa eravamo al Nord, nella città di Cesarea di Filippi. Ai suoi discepoli Gesù aveva messo in chiaro la sua identità: «Chi sono io per voi?» e anche la sua origine. Da dove viene Gesù? E Pietro riconosce che Gesù è il Figlio di Dio. Gesù oggi torna indietro per ridiscendere a Gerusalemme dove lo aspetta il sacrificio della croce. È il momento in cui si mette in cammino verso la morte. La croce è il mistero fondamentale della fede cristiana, ma nello stesso tempo è anche la ragione di crisi di ogni cristiano. «Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua».
Cristo è l’unico modello
su cui misurare la nostra vita.
Qualcuno ti ferma per strada, in autobus, al supermercato oppure in un negozio del tuo quartiere… o meglio ancora mentre vai a Messa la domenica e ti chiede: «Chi è Cristo?». Questa per il cristiano è una domanda fondamentale… è come se ti chiedessero la tua carta di identità: «Chi sei tu?». Perché noi siamo fatti a sua immagine e realizziamo il nostro essere uomo sull’immagine con cui siamo stati creati. Risponderai come gli apostoli facendo riferimento alla storia? Non sarebbe una cosa sbagliata… Cristo è un personaggio storico talmente affascinante da dividere la storia in due: prima e dopo di Lui.
«Tutti alla tavola di Dio».
Qualche tempo fa entrando in chiesa fui colpito dalla presenza di una persona dai lineamenti asiatici che stava pregando con intensità e con particolare fervore. Incuriosito, mi avvicinai e gli chiesi da dove veniva e se fosse cattolica. Veniva dallo Sri-Lanka e non era cristiana. Avviando il discorso chiesi perché venisse a pregare in una chiesa cattolica. «Non ci sono luoghi di culto della mia religione. Ma il tuo Dio è il mio Dio anche se si chiama in maniera differente. Sono venuta a pregare il mio Dio anche se si chiama in maniera diversa».
«Maria ha scelto la parte migliore,
che non le sarà tolta». Lc 10,12.
Celebriamo la grande Solennità dell’Assunzione di Maria al cielo. Fiore eletto della creazione, viene trapiantata nel giardino di Dio; oggi il profumo della risurrezione suscita in noi il desiderio e la nostalgia della patria, poiché in questo mondo siamo ospiti e pellegrini. Oggi la Chiesa nel mondo intero canta il Magnificat della Vergine. Uniamoci a questo stupendo cantico di lode e di ringraziamento, perché anche in noi il Signore oggi può fare grandi cose, come le ha compiute un giorno nella vita di Maria. In questa celebrazione dell’Assunzione di Maria nella gloria del Cielo, non distogliamo lo sguardo dalla nostra terra, in cui ella ha vissuto con amore e fedeltà. Vi sono creature che non dovrebbero morire mai: tanto esse sono necessarie ed insostituibili nella nostra vita quotidiana. Sono le mamme: angeli visibili, cui il buon Dio ci affida fin dal primo soffio di vita e che, dopo averci nutriti nel proprio seno, ci sostengono, ci educano, ci guidano, ci confortano per tutti i nostri giorni della nostra esistenza. Il tempo, nella sua corsa, ci distacca dalle loro braccia, ma non dal loro cuore e per la loro tenerezza, noi rimaniamo sempre «i piccoli», anche quando siamo diventati grandi per statura e per età, se non per virtù, fama o ufficio. Perciò il distacco imposto dalla morte è uno strappo senza misura e solo la benefica fede sorregge, nella certezza di una protezione, resa per virtù di visione più vigile e più sicura.