Festa della Madonna del Monte Carmelo
«Ricevi, figlio dilettissimo, lo Scapolare.
Coloro che moriranno rivestiti di questo Scapolare
non andranno nel fuoco dell’Inferno».
Oggi, purtroppo, come molte altre belle tradizioni, la festa liturgica della Vergine del Monte Carmelo si è appannata, travolta dal ritmo incalzante e frustrante del lavoro, oppure, per quelli che se lo possono permettere, dal primo periodo di vacanza. Quando la maggioranza della nostra gente era dedita al lavoro dei campi la Festa della Madonna del Carmine spezzava l’arsura della fatica e consentiva qualche ora di riposo; la gente si recava a Messa, riceveva la Santa Comunione e alla sera, in molti borghi, si faceva la processione per le vie del paese, dimostrando in tal modo la devozione e l’amore alla Madonna ponendosi sotto la sua protezione.
Il monte Carmelo è la montagna sacra che il profeta Elia convertì nel segno della fedeltà a un solo Dio e il luogo dell’incontro tra Dio e il suo popolo Israele. Come il profeta Elia, «ardente di zelo per il Dio vivente», così gli eremiti cristiani si sono raccolti durante le Crociate nelle grotte di quella montagna e hanno costituito la famiglia religiosa del Carmelo.
Ardo di zelo per il Signore 1Re 19,10.
Generare, prendersi cura e proteggere sono alcuni dei carismi che vediamo in Maria, la Madre di Dio e nostra Madre. Sono colpito da quanto sia importante questa Festa per i cristiani sparsi in tutto il mondo. Il mondo di oggi ci chiede di essere pieni di zelo, come diceva il Profeta Elia. La Celebrazione della Festa della Madonna del Monte Carmelo è un buon momento per rinnovare e ravvivare il nostro zelo. Lo zelo è un dono e dobbiamo pregare per ottenerlo. Dobbiamo chiedere a Dio di darci zelo, di renderci chi diciamo di essere. Tuttavia, lo zelo non è sempre una parola attraente; esso suggerisce radicalità e non sempre noi sentiamo che vogliamo questo dono. Ricordo lo zelo di Giovanni Battista, la voce che grida nel deserto, penso a Cristo sulla Croce, con Maria e Giovanni ai suoi piedi. Questi sono momenti di zelo, dove, per zelo, intendiamo un cuore che arde di desiderio per tutto ciò che è buono e con uno spirito che lavora duramente e fa sacrifici per ottenerlo.
Questa festività liturgica è quindi testimonianza di fede e di gratitudine che ci unisce in una sola famiglia di fratelli e sorelle attorno a Quella che i primi devoti nel secolo XII chiamavano la «sorella». Infatti è notevole che nel primo millennio cristiano la Vergine Maria fosse venerata anzitutto come Madre di Dio e modello di fede, sorella nella fede; mentre nel secondo millennio si è sottolineata prevalentemente la sua maternità spirituale verso di noi: Maria Mater Ecclesiae, proprio in base al brano del Vangelo di Giovanni che abbiamo proclamato. «Vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, Gesù disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quel momento, il discepolo la prese con sé in casa sua» Gv 19, 26-27.
Stavano presso la Croce di Gesù, ed erano in pochi. Come mai? Dov’erano gli altri? Dove si erano fermati? Dove si erano persi? Gesù fa l’esperienza amara – che purtroppo appartiene anche alla nostra vita – di vedere sparire le persone importanti quando ce n’è bisogno. C’è la Madre, c’è Giovanni, ci sono alcune donne: è il drappello che taglia il traguardo del Calvario. Ma come mai la liturgia ci fa leggere questo Vangelo nella Festa della Vergine del Monte Carmelo? Perché la croce è infissa sopra un monte. Sappiamo che in realtà si tratta di una piccola protuberanza del territorio, ma è una montagna altissima da scalare per Gesù e anche per noi, perché, come dice l’orazione nella Messa di oggi, anche noi siamo «in cammino verso la Santa Montagna».
Voi vedete tanta gente che si dà da fare per arrivare sul monte? Non so voi, ma io vedo tante persone statiche, ferme, che fanno di quella che dovrebbe essere una delle tante tappe della vita una sorta di fine, la finalità della vita, dimenticando dove stiamo andando. Stiamo andando verso un monte e, quando si sale su un monte, c’è il fiatone. Siamo gente in cammino, gente che ha una meta. Ma tu ce l’hai una meta? – ti chiede la Madre – Tu dove stai andando? Il titolo di una canzone di un po’ di tempo fa, diceva: «Dove si va si va».
A volte i nostri giovani in città passeggiano e se gli chiedi: «Ma stai andando da qualche parte?» spesso ti rispondono: «No, sto gironzolando…». Non è solo la condizione dei giovani, ma anche di tanti adulti che hanno perso l’orientamento. Si perde l’orientamento quando si perde l’Oriente, perché «orientamento» viene da Oriente: se hai l’Oriente, sai orientarti; se perdi l’Oriente, cioè il luogo dove sorge il sole, allora puoi anche girare in tondo, puoi perdere tempo. Tanti di noi stanno perdendo tempo, ci occupiamo di cose inutili, investendo in attività che, anziché farci aumentare il passo, lo rallentano.
Forse ci stiamo chiedendo cosa c’entra tutto questo con la Madonna del Carmine.
C’entra, perché è la Madonna del Monte Carmelo, e questo monte devo salirlo ed è Gesù che io devo raggiungere, che incontro anche nelle stazioni intermedie, ma che mi aspetta in cima al monte. Questo monte si chiama Calvario, ma si chiama anche monte della Trasfigurazione, monte degli Ulivi da cui Gesù parte per il Cielo; è il monte che dobbiamo scalare anche se fa caldo, anche se abbiamo difficoltà, anche se la nostra salute non è al top, anche se dobbiamo andare in carrozzella. Si scala il monte comunque e lo dovremmo scalare tutti! Ma tu stai salendo questo monte dove Maria ci accompagna verso la Santa Montagna? «Ti seguiremo dovunque ci condurrai, Vergine Maria… guidaci verso la Santa Montagna». Non sono solo parole: devono diventare anche uno stile di vita! Quando si va in montagna, non si possono portare troppe cose, altrimenti non si cammina; bisogna essere leggeri, e questo nella vita non lo abbiamo capito, perché vogliamo scalare la Santa Montagna portandoci dietro tante cose… quando invece bisogna essere leggeri!
In cima al Calvario, tagliano il traguardo Giovanni, Maria, le altre donne, perché hanno poco da portare, portano l’essenziale.
Oggi lo sguardo di Maria su di noi è misericordioso, dolcissimo, materno, e ci incoraggia a salire! Più andiamo avanti negli anni, peggio è, ma dobbiamo salire: con il bastone, con il fiatone, con qualche difficoltà fisica man mano che passano gli anni, ma dobbiamo salire. Maria dice: «Non ti scoraggiare». Tu hai una meta meravigliosa, e tutto ciò che tu cerchi ti viene dato in pienezza quando sarai in cima al monte. Questo monte è Gesù, la Santa Montagna e quando lo raggiungerai potrai essere felice, già qui in questa vita.
L’origine di questa devozione si trova nella apparizione della Vergine Santa nell’anno 1251 a San Simon Stock, generale dell’Ordine dei Carmelitani, al quale la Madonna consegnò lo scapolare dicendogli: «Ricevi, figlio dilettissimo, lo Scapolare segno della mia fraterna amicizia, privilegio per te e per tutti i carmelitani. Coloro che moriranno rivestiti di questo Scapolare non andranno nel fuoco dell’Inferno. Esso è un segno di salvezza, protezione e sostegno nei pericoli e di alleanza di pace per sempre». Queste parole, nel corso dei secoli, sono state per molte persone un punto d’appoggio su cui aggrapparsi, confidando nelle parole della Vergine Madre, convinti che portando lo scapolare, Lei non avrebbe lasciato cadere nessuno e li avrebbe introdotti alla fine nella gloria del cielo.
Lo scapolare non è una tradizione antica e condannata a sparire; al contrario: è qualcosa di molto vivo e valido per i tempi d’oggi poiché è un veicolo di devozione mariana e un mezzo che conduce al Monte Santo che è Cristo Signore.
Sia lodato Gesù Cristo.
Fior del Carmelo, vite fiorente;
luce del cielo, sei tu soltanto,
Vergine Madre.
O Madre mite e intemerata,
ai figli tuoi sii propizia,
Stella del mare.
Ceppo di Jesse che doni il Fiore,
a noi concedi di rimanere
con te per sempre.
Giglio sbocciato tra acute spine
conserva puri i nostri cuori
e dona aiuto.
Forte armatura,
là dove infuria la dura lotta:
offri a difesa lo Scapolare.
Per noi incerti tu sei la guida;
a noi provati concedi ognora
consolazioni.
O dolce Madre, Signora nostra:
colma del gaudio di cui sei piena
i figli tuoi.
O chiave e porta del Paradiso,
fa' che giungiamo dove di gloria
sei coronata.
Amen.