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17DomTOAnnoA«Perché tu sei prezioso ai miei occhi e ti amo» Is 43,4.
 

«Ti concedo un cuore saggio e intelligente». Questa è la risposta di Dio al giovane re Salomone che aveva invocato per sè un cuore docile. Intelligenza, docilità a Dio e saggezza sono caratteristiche proprie di chi si lascia guidare dall’Altissimo. Anche per me, significa permettere che Dio sia veramente all’unico posto che gli spetta nella mia vita: il primo. Occorre infatti che io entri in relazione con Lui per riuscire ad orientarmi nelle mie scelte quotidiane per realizzare la missione che Dio ci propone: mettere Lui al primo posto. Il cristianesimo di ogni tempo, quindi anche di oggi, gioca la sua incidenza nella vita di ogni giorno, proprio sulla capacità di saper scegliere, che è proprio quella invocata da Salomone. Magari saremo solo un «piccolo resto», ma che splende sulle strade e sul monte di Dio.

16DomTOAnnoA3La zizzania è anche dentro di noi,
noi siamo il campo in cui c’è il buon grano e la zizzania.

Le parabole sono racconti, esempi, storie semplici che narrano di persone comuni, di animali, di oggetti quotidiani, ma che hanno un significato morale profondo, tutto da scoprire. Alcune sono brevi, altre un po’ più lunghe e articolate… come nel brano del Vangelo di oggi. Gesù amava stare in mezzo alla gente. Che fosse un pranzo, una cena, una festa di matrimonio, un incontro casuale lungo la strada o davanti a un pozzo, lui sapeva trasformare ogni normale scambio tra persone in un evento unico e straordinario.

MadMonteCarmelo«Gloria Libani data est ei,
decor Carmeli et Saron».

Nello scenario della Galilea, in un piccolo promontorio sopra il Mare, si eleva il Monte Carmelo, rifugio di molti Santi che, nell’Antico Testamento, si ritiravano in quel luogo solitario per pregare. Ma nessuno di loro impregnò di tante virtù quelle rocce benedette quanto il profeta Elia, che si ritirò lassù, verso il IX sec. a.C. Erano tre anni che un’implacabile siccità chiudeva i cieli della Palestina. Mentre pregava con fervore, chiedendo che finisse la mancanza di acqua, Elia mandò un servo sulla vetta del monte, e gli ordinò: «Vai e guarda dal lato del mare». Ma il servo non vide niente. E, scendendo, disse «Non c’è nulla». Il profeta gli fece fare sette volte la scalata. Alla fine il servo ritornò dicendo: «Ecco, una nuvoletta come una mano d’uomo, sale dal mare». Infatti la nube era tanto piccola e chiara, che sembrava destinata a scomparire al primo soffio dell’infuocato vento del deserto. Ma a poco a poco crebbe, si allargò nel cielo fino a coprire tutto l’orizzonte e precipitò sulla terra sotto forma di abbondante acqua 1 Re 18, 43-44. Fu la salvezza del popolo di Dio. La tradizione afferma che la piccola nuvola era una figura di Maria.

Scapolare«Ricevi, mio amato figlio, questo scapolare.
È segno di salvezza, difesa dai pericoli...».

 
Lo scapolare ha conosciuto un’evoluzione nel tempo, passando dal ruolo di abito da lavoro per i monaci a oggetto devozionale utilizzato da tutti i cristiani. Ma qual è il suo significato? E soprattutto come possiamo utilizzarlo senza cadere in errore? In origine lo scapolare era una striscia di stoffa che veniva indossata grazie a un’apertura in cui veniva fatta passare la testa. In questo modo i due lembi di tessuto pendevano sul petto e sul dorso. Utilizzato da molti ordini religiosi, come i Benedettini, i Domenicani, i Carmelitani, copriva le spalle e il ventre, e veniva usato come abito di lavoro, per non rovinare la tonaca che si indossava sotto di esso. Alcuni ordini adottarono anche un cappuccio, parte integrante dello scapolare. Inoltre, col passare del tempo, lo scapolare è diventato sempre più lungo, trasformandosi in una striscia di stoffa lunga fino ai piedi. Oltre all’originario utilizzo pratico di protezione, lo scapolare viene anche portato a scopo devozionale.

Autobus ATV

Giorni Feriali
Linea 70 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 11-12-13-51 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi
Giorni Festivi
Linea 94 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 90-92-98 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi