Arriva ogni anno, puntuale ed è una delle pagine più famose e più belle del Vangelo. La professione di fede di Pietro” è un brano cardine, di altissimmo valore cristologico, presente nei tre racconti sinottici. Al centro del Vangelo di oggi una domanda, una grande domanda di Gesù: “Chi sono io per te?”.
Cari fratelli e sorelle, ci lasciano increduli e sgomenti le notizie giunte dall’Iraq: migliaia di persone, tra cui tanti cristiani, cacciati dalle loro case in maniera brutale; bambini morti di sete e di fame durante la fuga; donne sequestrate; persone massacrate; violenze di ogni tipo; distruzione dappertutto; distruzione di case, di patrimoni religiosi, storici e culturali. Tutto questo offende gravemente Dio e offende gravemente l’umanità. Non si porta l’odio in nome di Dio! Non si fa la guerra in nome di Dio!
Ricordati, o Vergine Maria,
che non si è mai inteso al mondo
che alcuno abbia ricorso
alla tua protezione,
implorato il tuo aiuto,
chiesto il tuo patrocinio
e sia stato da te abbandonato.
Animato da una tale confidenza
a Te ricorro,
o Madre, Vergine delle Vergini,
a Te vengo e peccatore come sono,
mi prostro ai tuoi piedi
a domandare pietà.
Non volere,
o Madre del Verbo divino,
disprezzare le mie preghiere,
ma benigna ascoltale ed esaudiscile.
Pietro, Elia, il popolo di Israele: oggi la Parola ci presenta questi tre modelli di fede con cui confrontarci nella nostra vita.
Il Vangelo, anzitutto: siamo ancora tutti lì sulla riva, stupiti di fronte alla condivisione di cinque pani e due pesci che ha saziato tutti. Anzi, ne sono avanzate dodici ceste. E Gesù che fa? Invita i discepoli ad attraversare il lago per raggiungere l'altra riva, mentre lui sale in disparte sul monte a pregare. Ai discepoli è data una missione, che è quella di portare il Vangelo ai pagani: quelle dodici ceste di pane avanzato sono il segno del Pane vivo.