Qualche predicatore del passato, il giorno della SS. Trinità esordiva così: "Carissimi fratelli e sorelle oggi celebriamo la Festa della SS. Trinità e di fronte a questo grande Mistero non possiamo che tacere. Per questo la mia predica finisce qui". Forse era anche un pretesto per evitare di trattare un argomento così difficile come la SS. Trinità, ma certamente nella richiesta di fare silenzio, si nascondeva una verità grande: nessuno può parlare in modo adeguato del Mistero di Dio
Shevuot, la festa della mietitura per il popolo ebreo, che ricorda la sua celebrazione cinquanta giorni dopo Pesah, era una festa agricola che, con il passare dei secoli, era stata arricchita da un altro segno: in quel giorno si ricordava il dono della Torah sul monte Sinai, la Legge di Dio. Israele era fiero della Legge che Dio gli aveva consegnato; pur essendo il più piccolo fra i popoli, era stato scelto per testimoniare al mondo il vero volto dell’unico Dio. Proprio in quel giorno, Luca situa la discesa dello Spirito Santo.
Il tempo di Pasqua sta andando verso la sua conclusione e lo fa con quattro Domeniche solenni, messe una dopo l’altra. Da oggi, per quattro settimane, ogni domenica avremo qualcosa di veramente grande da celebrare: oggi l'Ascensione di Gesù al cielo; domenica prossima la Pentecoste; poi la festa della Santissima Trinità; infine la solennità del Corpus Domini, il Corpo e il Sangue del Signore Gesù.
Dovremmo leggere interamente il cap.14 del Vangelo di Giovanni di cui la Liturgia nella VI domenica di Pasqua ci offre solo la parte finale per coglierne la intensa unità. Le ultime parole - che il lezionario liturgico omette - "Alzatevi, andiamo", sono la conclusione di un insegnamento e sono l'invito ad un movimento che, di fatto, nel racconto, non avverrà. Possono avere piuttosto un senso metaforico, come invito rivolto ai discepoli, fermi e seduti, ad alzarsi e a partire con Gesù per seguire il pastore. "Io sono la via, la verità e la vita"