SS. Trinità 22 Maggio 2016
Qualche predicatore del passato, il giorno della SS. Trinità esordiva così: "Carissimi fratelli e sorelle oggi celebriamo la Festa della SS. Trinità e di fronte a questo grande Mistero non possiamo che tacere. Per questo la mia predica finisce qui". Forse era anche un pretesto per evitare di trattare un argomento così difficile come la SS. Trinità, ma certamente nella richiesta di fare silenzio, si nascondeva una verità grande: nessuno può parlare in modo adeguato del Mistero di Dio
, ma semplicemente si può balbettare qualcosa di Dio. La SS. Trinità è certamente la più ardua fra tutte le verità di fede che l'intelletto umano, mai potrà comprendere a pieno, perché Dio è più grande della nostra intelligenza. Ricordo un prete della mia Parrocchia che tentava di spiegare la SS. Trinità a noi bambini di terza elementare, disegnando un triangolo equilatero e usando l’addizione: 1+1+1=1 creando così un insanabile conflitto tra scienza e fede! Per affrontare il mistero della Trinità ci aiuta più la poesia della matematica, più il sentimento del cuore che non la teologia. Ho sempre immaginato questa festa come un tuffo nell’acqua, come uno spettacolare tuffo in un mare profondo e calmo. Così, oggi, ci tuffiamo nel mistero di Dio. Solo ora, dopo aver ricevuto lo Spirito, possiamo dire qualcosa di Dio. Attenzione: non il Dio che c’é nella nostra testa, ma il Dio inimmaginabile che ci è venuto a raccontare Gesù, il Dio sorprendente che la Chiesa ha accolto e annuncia. Nella nostra vita ci sono molte cose che non seguono le regole matematiche, ma usano una logica diversa. La gioia, che aumenta se la dividi: quando proviamo ad essere felici da soli, non riusciamo mai a provare la stessa immensa gioia di quando possiamo essere felici insieme agli altri. Più la condividi con gli altri, più ti senti invadere dalla gioia, la senti che ti aumenta dentro! Anche l’amore segue questo stesso criterio: puoi darne di continuo e non resti mai senza! Posso di continuo offrire amore e non potrà mai succedere che finisca e io resti senza. La logica che abita la Trinità è simile alla logica della gioia e dell’amore: non si spiega con i numeri o con le operazioni matematiche, ma si accoglie con fede, facendone l’esperienza, invece di cercare di misurarla. Crediamo che Gesù e il Padre sono una cosa sola? Lui, che professiamo “Signore”, cioè Dio, può parlarci di Dio in maniera definitiva, ci rivela nel profondo chi è Dio. E la sorpresa è incredibile. Gesù ci svela che Dio è unico, ma in realtà questa unità è frutto della comunione del Padre con il Figlio, nello Spirito Santo. Talmente uniti da essere uno, talmente orientati l’uno verso l’altro da essere totalmente uniti. Ecco la SS. Trinità. Che significa questa grande scoperta? Cosa cambia nella mia vita quotidiana?
Se Dio è comunione di amore, noi siamo stati creati a sua immagine e questa comunione abita dentro di noi, è un segno incancellabile, un “dna” che tutti ci portiamo dentro da sempre. La bella parabola della Genesi ci ricorda di come Dio si sia guardato allo specchio, per progettare l’uomo. Ma se questo è vero le conseguenze sono enormi. La solitudine è cosa inconcepibile in una logica di comunione. Se giochiamo la nostra vita da solitari non riusciremo mai a trovare la luce interiore perché ci allontaniamo dal progetto. Gesù dice: “Siate perfetti nell’unità”. E se anche fare comunione è difficile, ci è indispensabile, vitale… e più puntiamo alla comunione, più realizziamo la nostra storia, più ci mettiamo alla scuola di comunione di Dio, più ci realizzeremo. Ricordiamoci che il sogno di Dio, la Chiesa, va costruita a immagine della Trinità, prende ispirazione da Dio Trinità, guarda a Lui per intessere rapporti, per rispettare le nostre diversità, per superare le difficoltà. Guardando al nostro modo di essere, di relazionarci, di rispettarci, di essere autentici, chi ci sta intorno capirà chi è Dio, e per noi l’idea di un Dio che è Trinità diventerà luce. Con questo è già detto tutto, ma tutto resta ancora da capire, da accogliere con amore e adorare nella contemplazione. Per penetrare nel mistero di Dio i Musulmani hanno il Corano, dal quale ricavano i 99 nomi di Allah; il centesimo rimane indicibile, perché l’uomo non può comprendere tutto di Dio. Gli ebrei scoprono il Signore attraverso gli avvenimenti della loro storia di salvezza, meditata, riscritta e riletta per secoli, prima di essere consegnata, molto tardi, nei libri santi. Per i cristiani il libro che introduce alla scoperta di Dio è Gesù Cristo. Egli è il libro aperto, è il Figlio che, dalla croce, rivela che Dio è Padre e dono d’Amore, Vita, Spirito. Infatti, il Dio rivelato da Gesù è Dio Amore - cf Gv 3,16; 1Gv 4,8 -. È un Dio che dona se stesso per la vita dell’uomo, un Dio che vuole che “sia felice tu e i tuoi figli dopo di te” Dt 4,40 .
Forse anch’io oggi ho già parlato troppo della Trinità… e vorrei terminare questa riflessione con l’esperienza di un Vescovo, un uomo di profonda spiritualità evangelica, morto nel 1993. Don Tonino Bello racconta di come lui un giorno stesse preparando una omelia sulla Trinità e di come un prete lo aiutò a trovare la soluzione più vera, e che forse era la più semplice.
"Un prete mio amico venne a trovarmi una sera nel mio studio e mi chiese che cosa stessi scrivendo. Gli dissi che ero in difficoltà perché volevo spiegare alla gente, ma in modo semplice, così che tutti capissero, il mistero della SS. Trinità: e cioè che le tre Persone divine sono, come dicono i teologi con una frase difficile, tre relazioni sussistenti. Don Vincenzo sorrise, come per compatire la mia pretesa e comunque, per dirmi che mi cacciavo in una foresta inestricabile di problemi teologici. Io, però, aggiunsi che mi sembrava molto importante far capire queste cose, perché, se il Signore ci insegnato che, stringi stringi, il nucleo di ogni Persona divina consiste in una relazione, qualcosa ci deve essere sotto… Colsi l'occasione per leggere al mio amico la pagina che avevo scritto. Quando terminai, mi disse che con tutte quelle parole, la gente forse non avrebbe capito nulla. Poi aggiunse: "Io ai miei zingari sai come spiego il mistero di un solo Dio in tre Persone? Non parlo di uno + uno + uno: perché così fanno tre. Parlo di uno x uno x uno: e così fa sempre uno. In Dio, cioè, non c'è una Persona che si aggiunge all'altra e poi all'altra ancora. In Dio ogni Persona vive per l'altra" Omelia del 12 aprile 1987.
Sembra davvero una battuta quella di dire che Dio è un "tre x uno", ma forse sta proprio qui il messaggio che Gesù ha voluto lanciarci, svelandoci a poco a poco la realtà di Dio. Solo in un circolo continuo di Amore, riusciamo a percepire qualcosa del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo…e anche di noi: perché noi siamo la sua immagine e la sua somiglianza, siamo immagine di Dio Trinità.