«Ma voi, chi dite che io sia?».
Non interrogare più, ma lasciarsi interrogare. Non mettere più in questione il Signore ma lasciarsi mettere in questione da Lui. Amare le domande che fanno vivere. Gesù usa la pedagogia delle domande, sono come scintille che accendono, che mettono in moto crescite e trasformazioni. Gesù è Maestro del cuore e della vita: non impartisce lezioni, non suggerisce risposte, ma conduce con delicatezza a cercare dentro di te. Nella vita, più che le risposte, contano le domande, perché le risposte ci appagano e ci fanno stare fermi, le domande invece ci obbligano a guardare avanti e ci fanno camminare. All'inizio Gesù interroga i discepoli, quasi per un sondaggio d'opinione: «Le folle, chi dicono che io sia?».
Luca è l’evangelista cantore della misericordia di Dio e nella pagina di questa Domenica mostra una luminosa celebrazione del perdono offerto da Gesù a chi sa amare: «Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato». È l’incontro di Gesù con la donna peccatrice nella casa di Simone il fariseo: la donna si pone ai piedi di Gesù e, nel pianto liberatorio, mette dinanzi a lui tutta la sua vita di miseria e di menzogna.
Cari figli, il mio Cuore materno desidera la vostra sincera conver-sione e che abbiate una fede salda, affinché possiate diffondere amore e pace a tutti coloro che vi circondano. Ma, figli miei, non dimenticate: ognuno di voi dinanzi al Padre Celeste è un mondo unico! Perciò permettete che l’azione incessante dello Spirito Santo abbia effetto su di voi. Siate miei figli spiritualmente puri. Nella spiritua-lità è la bellezza: tutto ciò che è spirituale è vivo e molto bello. Non dimenticate che nell’Eucaristia, che è il cuore della fede, mio Figlio è sempre con voi. Egli viene a voi e con voi spezza il pane perché, figli miei, per voi è morto, è risorto e viene nuovamente. Queste mie parole vi sono note perché esse sono la verità, e la verità non cambia: solo che molti miei figli l’hanno dimenticata. Figli miei, le mie parole non sono né vecchie né nuove, sono eterne. Perciò invito voi, miei figli, a osservare bene i segni dei tempi, a “raccogliere le croci frantumate” e ad essere apostoli della Rivelazione. Vi ringrazio.
Messaggio del 2 Maggio 2016 consegnato a Mirijana
"L'uomo è un essere che si abitua alle cose straordinarie. L'uomo si abitua; anche a riguardo di realtà che eccedono la sua capacità di comprensione, egli le considera spesso normali, senza più attribuire la ricchezza di significato interiore loro proprio. Così avviene sovente a noi per l'Eucaristia" Paolo VI, Omelia per la solennità del Corpo e Sangue di Cristo, 12 giugno 1977 . Che siano ancora attuali queste parole di Paolo VI pronunciate quasi 40 anni fa? La meraviglia è la prima forma di accoglienza del mistero… Prima ancora di capire cosa significa, come opera, perché Gesù l'ha istituita, cosa produce l'Eucaristia… prima di viverla in tutte le sue implicazioni, bisogna ogni volta sorprendersi! Bisogna meravigliarsi di ricevere la persona stessa di Cristo, il suo Corpo e il suo Sangue.