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CommemorazioneDefunti2014
Lui solo può vincere la morte per sempre.
«Io so che il mio redentore è vivo...» Gb 19,25.
 
La gioia della Solennità di Tutti i Santi continua anche se in tono più sommesso, nella Commemorazione dei Defunti. Per noi credenti, non è un giorno di tristezza, ma di fede e di speranza nella Risurrezione di Cristo, che fa ancora da sfondo alla liturgia dei Morti, come il colore bianco della festa di Tutti i Santi. La nostra Madre Chiesa ricorda oggi tutti i suoi figli che hanno varcato la soglia dell'eternità. In questi giorni le chiese e i cimiteri sono mèta di un continuo pellegrinaggio di fedeli. La ricorrenza dei Defunti, ogni anno, spinge a compiere un gesto di preghiera e di affetto verso i Morti e coinvolge anche chi è distratto da altri pensieri.

Tutti i Santi1Segnati con il sigillo di Dio.
«Coloro che furono segnati con il sigillo...»  Ap. 7,4


Ogni anno la Liturgia di Tutti i Santi ci propone di riflettere sul cap. 7 del Libro dell’Apocalisse, l’ultimo Libro della Bibbia, che usa un linguaggio simbolico. Proveremo ad entrare nei simboli di questo brano, che ci aprono ai Santi e alla Santità. A dire il vero, in origine, il termine «Santo» era attribuito a tutti i membri della comunità cristiana...

SanGiovanniPaoloII«Totus Tuus ego sum».
Testamento del Santo Padre Giovanni Paolo II.  

«Totus Tuus ego sum». Nel Nome della Santissima Trinità. Amen. «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà». Queste parole mi ricordano l'ultima chiamata, che avverrà nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirLo e desidero che tutto ciò che fa parte della mia vita mi prepari a questo momento. Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre: «Totus Tuus». Nelle stesse mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa, e anche la mia Nazione e tutta l'umanità. Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono. Chiedo anche la preghiera. La Misericordia di Dio si mostri più grande della mia debolezza e indegnità.  Durante gli esercizi spirituali ho riletto il testamento del Santo Padre Paolo VI. Questa lettura mi ha spinto a scrivere il presente testamento...

Daniele ComboniUun binomio indissolubile: Comboni e l'Africa.
Padre Antonio Furioli MCCJ – Verona, Casa Madre dei Missionari Comboniani,
10 ottobre 2017, in die natalis Patris Fundatorisque nostri Danielis Combonii.


Daniele Comboni, debilitato dalle fatiche e dalle ricorrenti febbri malariche, nel 1879, due anni prima di morire, fu costretto a rientrare in tutta fretta in Italia per ristabilirsi in salute. Ma voleva ritornare in Africa appena possibile, perché sarebbe stato un disonore per lui morire lontano dalla sua patria di adozione e dal suo popolo di appartenenza: «Me erubescebam in Europa mori – arrossii a morire in Europa» così egli scriveva a P. Janseen, fondatore dei Padri Verbiti. Fece testamento, certo che lo attendeva, ormai vicina prossima, la morte e ripartì per il Sudan, da dove questa volta non avrebbe fatto più ritorno. Si spense a Khartum il 10 ottobre 1881 alle 10 di sera, ad appena 50 anni. Nel 1831, precisamente l’anno in cui Comboni nasceva a Limone sul Garda, il grande filosofo tedesco Hegel, aveva sostenuto che l’Africa era un continente senza storia. Era l’espressione della più totale mancanza di conoscenza, oltre che di ogni considerazione, che si aveva allora per l’Africa, questo continente che pur essendo geograficamente il più vicino all’Europa, ne rimase, fino alla seconda metà del XIX sec., anche il più lontano.

Autobus ATV

Giorni Feriali
Linea 70 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 11-12-13-51 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi
Giorni Festivi
Linea 94 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 90-92-98 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi