Novembre
Gémmea l’aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore.
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile.
E' l’estate, fredda,
dei morti.
Giovanni Pascoli
Una serena e tersa giornata di novembre può per un attimo suggerire un'illusione di primavera e riportare quasi il profumo degli albicocchi in fiore. Ma si tratta di un'illusione che presto scompare, e alle iniziali impressioni subentra la constatazione di un inverno che non è solo indicazione stagionale ma metafora dell'esistenza.
In questa poesia, come spesso accade in Pascoli, il paesaggio mostra un duplice aspetto. Sotto un'apparenza di armonia e di positività possono nascondersi la presenza e la minaccia della morte. Quindi una giornata mite e serena può trasmettere per un attimo la sensazione di vivere il tepore della primavera, mentre in realtà è novembre. In questo mese cade la cosiddetta "estate di San martino", termine con il quale Pascoli ha voluto fondere due caratterizzazioni particolari, quali: la presenza frequente di giornate calde, quasi estive, e la ricorrenza dei morti che cade agli inizi di novembre.
Pascoli ha voluto qui accostare due elementi fondamentali che danno il senso alla poesia: il fascino della vita e il mistero della morte.
La meraviglia della vita la si può comprendere, poiché essa è unica, quindi di per sé è un dono che assume valori supremi, ma più in particolare nalla poesia, questa sensazione trabocca grazie alla descrizione incantevole dell’autunno sotto sembianze primaverili, quindi anche in un periodo cupo, dove il sole è chiaro ma non cocente, dove l’aria è limpida ma non afosa, dove le piante sono spoglie e non in fiore, si può ritrovare la bellezza della natura nel veder cadere le foglie e nell’assaporare il profumo del biancospino, il quale lo si può vedere solo in questo periodo. Sono tutte caratteristiche positive dell’autunno, che rendono più lieve la lontananza dalla bella stagione.
Novembre è una poesia simbolica, poiché l'improvviso incanto dell'"estate di san Martino", quel breve periodo di belle giornate che si hanno spesso ai primi di Novembre, è l’esito dello smarrimento e dell'angoscia esistenziale che Pascoli è stato costretto a vivere, in seguito ad avvenimenti precari per la sua infanzia, che l’hanno toccato in particolar modo, costringendolo a vivere nel ricordo della famiglia perduta. Si inserisce in questo contesto il tema dei morti che riposano nel camposanto e che attendono che egli li raggiunga. E quindi il tema della morte, non percepita come semplice privazione della vita, ma come passaggio in un mondo misterioso che è al di là del nostro.