«Adoro te devote, latens Deitas»
«Devoto io t'adoro, nascosta Deità»
Celebriamo la solennità del Corpus Domini, il Santissimo Corpo e Sangue di Gesù. È il mistero della sua presenza per sempre in mezzo a noi e della memoria Eucaristica. Come un santuario collocato sopra una ripida roccia, il Mistero Eucaristico attrae il nostro sguardo, ci seduce con la sua bellezza e, anche se rimane inaccessibile per noi, lo sentiamo come fonte e culmine della nostra vita e della nostra fede. La festa di oggi è un prezioso momento per riaffermare con le parole e con le opere la nostra fede in Gesù unico Salvatore, perché ha offerto la sua vita sulla croce e ci ha lasciato il segno più grande della sua presenza in mezzo a noi: l’Eucaristia, il Pane della Vita.
Parlare di un inno liturgico che ha avuto un successo popolare come «Adoro te devote» è facile e difficile allo stesso tempo. Facile in quanto si pensa che esso sia parte della tradizione cristiana, ma difficile in quanto proprio questa sua popolarità quasi lo sottrae ormai ai rigori dell’approccio storico, come se esso fosse ormai consegnato al popolo e alla sua fede nella SS. Eucaristia. Questo, come altri venerandi inni liturgici latini del passato, appartengono ai fedeli, che lo hanno cantato per secoli, lo hanno fatto proprio e quasi ricreato, non meno che all’autore che lo ha composto, spesso, del resto, rimasto anonimo. La tradizione attribuisce il canto a San Tommaso d’Aquino, ma questo non è certo. La tradizione lo attribuisce da sempre al grande santo, anche se manca l’evidenza storica di questo fatto.