Pentecoste 2022
Lo Spirito Santo è l'anima della Chiesa,
è il suo principio vitale.
Pentecoste: parola greca che significa cinquantesimo giorno e costituisce, nello stesso tempo, il secondo punto culminante del tempo pasquale. Se vogliamo fare un paragone, a Pasqua è sorto il sole divino, Cristo… a Pentecoste esso ha raggiunto il meriggio che riscalda e porta la vita. Un altro paragone: a Pasqua il giardino della Chiesa fa sfoggio di una magnifica fioritura formata dai cristiani appena battezzati o rinnovati nello Spirito. Ma a Pentecoste i fiori si sono trasformati in frutti che pendono dagli alberi carichi. Il giardiniere è il Salvatore Gesù Cristo che fa germogliare le giovani piante; il sole che porta i frutti a maturità è lo Spirito Santo.
Ancora un terzo paragone: a Pasqua noi tutti siamo rigenerati figli di Dio; e come bambini appena nati non desideriamo che il puro latte materno dell'Eucarestia. Crescemmo liberi da preoccupazioni e felici nella casa paterna della Chiesa, proprio come avviene dei bambini, ma siamo cresciuti, e la madre Chiesa non ha tardato ad avvisarci che quel tempo felice è passato, che noi siamo stranieri sulla terra e pellegrini, che dobbiamo soffrire e aver pazienza (questo ce lo disse la terza domenica dopo Pasqua).
A Pentecoste siamo dichiarati maggiorenni o maturi.
Anche il sacramento della maturità, la Cresima, ce lo ripete. Nell'Antico Testamento c'era già la festa di Pentecoste che si chiama anche la festa delle settimane; era festa di ringraziamento per il raccolto e commemorazione della promulgazione della legge di Dio, sul monte Sinai, nel deserto; era il simbolo della festa cristiana di Pentecoste: anche adesso comincia il raccolto: il raccolto delle anime. Pentecoste è la festa della fondazione della Chiesa, poiché è nella prima solennità di Pentecoste che la Chiesa comincio' a dilatarsi. Oggi noi la ricordiamo nella sua gioviale bellezza, pronta ad iniziare il suo pellegrinaggio attraverso la terra fino alla fine dei secoli. Con la Pentecoste comincia anche l'opera dello Spirito Santo. Prima di lasciarci il Salvatore promise che non ci avrebbe lasciati orfani, ma che avrebbe mandato in sua vece il Paraclito, il consolatore che avrebbe tutto insegnato e tutto ricordato. Dobbiamo richiamare alla nostra mente la sua azione nella Chiesa e nelle anime; dobbiamo pensare di più allo Spirito Santo che troviamo ovunque. Egli abita nell'anima nostra; dopo il Battesimo, ha fatto suo tempio e casa di Dio la nostra anima e il nostro corpo. «Non sapete che i vostri corpi sono tempio dello Spirito Santo che è in noi? Glorificate, dunque, Iddio e portatelo nei vostri corpi».
Cristo è in cielo; lassù egli prende parte al governo del mondo ed è nostro mediatore presso il Padre, ma sulla terra lo Spirito Santo guida e regge la Chiesa. Nella Eucarestia Cristo è certamente presente, ma egli non vuole continuare qui l'opera sua come l'esercitava nella Giudea, perciò la rimette in pieno allo Spirito Santo, volendo essere, nell'Eucaristia, solo nostra vittima e nostro cibo. L'Eucaristia è il mezzo del quale si serve lo Spirito Santo per santificare e glorificare la Chiesa. Lo Spirito Santo è l'anima della Chiesa. Abbiamo udito spesso che la Chiesa è il mistico corpo di Cristo, ma questo corpo è vivente; ed un corpo vivente ha un'anima; lo Spirito Santo è quest'anima. Che importanza ha l'anima nel corpo? Essa è il principio vitale. Appena l'anima lascia il corpo, questo muore; diventa incapace di percepire coi sensi, incapace di pensare, di volere; insomma il corpo senz'anima si dissolve. Ora lo Spirito Santo è l'anima del grande corpo della Chiesa; egli ci dà e ci conserva la vita divina. Solo per suo mezzo possiamo pregare e fare del bene.
Nella Chiesa ci sono tre luoghi nei quali in modo speciale opera lo Spirito Santo: il tribunale di penitenza, il pulpito e l'altare. Su di essi, invisibile, si libra, quale mistica colomba, lo Spirito Santo.Viene da lui la potestà di rimettere i peccati: «Ricevete lo Spirito Santo; saranno rimessi i peccati a quelli ai quali li rimetterete», come disse il Signore nella sera della sua risurrezione e il sacerdote può toglierci dall'anima il peso del peccato, soltanto per opera dello Spirito Santo. Anche la predicazione è opera sua. Noi sappiamo che la predica non è il discorso di un uomo, ma è la parola di Dio. Il sacerdote presta a Dio la sua lingua e la sua bocca; lo Spirito Santo mantiene puro, da errori e traviamenti, l'insegnamento della Chiesa.
E soprattutto la Messa è opera dello Spirito Santo. Come una volta la santissima umanità di Cristo fu formata dallo Spirito Santo, così ora lo Spirito Santo compie la transustanziazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo. Per questo all'Offertorio imploriamo la discesa dello Spirito Santo sopra i doni.
Celebriamo dunque la solennità di Pentecoste anzitutto con viva gioia; poiché in nessuna festa sentiamo la parola dell'odierno Prefazio: «Perciò con infinito gaudio esulta tutto il mondo su tutta la faccia della terra». Abbiamo poi una fede profonda nella presenza e nell'azione dello Spirito Santo nella Chiesa e nell'anima; dobbiamo sentirla questa sua divina azione in noi e nella Chiesa. Poiché la Chiesa e l'anima nostra non sono ancora perfette, ecco che dobbiamo provare un desiderio ardente della venuta dello Spirito Santo: «Vieni Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli». Se vogliamo celebrare bene la festa di Pentecoste, dobbiamo imprimerci nell'anima la convinzione che oggi si rinnova misticamente in noi lo stesso miracolo della prima Pentecoste cristiana. Nel santo sacrificio «sarà infuso lo Spirito Santo nei figli assunti alla grazia».
Sia lodato Gesù Cristo.