Non è un gran periodo, per Gesù. Giovanni Battista è stato arrestato, il consenso si sta piano piano affievolendo, coloro che Gesù si aspettava accogliessero l’annuncio con entusiamo, invece, sono ostili e diffidenti nei suoi confronti. Le cose vanno male, la missione sta prendendo una brutta piega. Il fallimento si delinea all’orizzonte. Come accade anche a noi, in certe fasi della nostra vita. Avevamo investito, faticato, sperato. E poi niente, tutto crolla.
Chi ama il padre, la madre, il figlio o la figlia più di me, non è degno di me. Ma allora chi potrà mai essere degno di te, Signore? Queste sono le persone più care, indispensabili a vivere. E la tua pretesa, altissima, che cosa vuole da me? Tu, Signore, non instauri una competizione nel cuore, una gara di emozioni, da cui sai che non usciresti vincitore, se non presso pochi eroi o santi o profeti dal cuore in fiamme. E noi non siamo ancora santi o eroi della fede! Forse Tu vuoi che ti mettiamo sempre al primo posto…anche nei nostri affetti più veri e più profondi. Anzi, amando Te noi riusciamo ad amare veramente le persone che ci sono vicine e che sono nel nostro cuore.
Chi avrà perduto la sua vita per causa mia la troverà. Perdere la vita, non significa farsi uccidere: una vita si perde come si perde un tesoro, donandola. Noi possediamo veramente solo ciò che abbiamo donato ad altri.
Al centro del nostro cuore c’è Gesù Cristo. Al centro del mistero del mondo c’è Gesù Cristo. Al centro del mistero di Gesù c’è la sua morte che si schiude nella risurrezione. Al centro del mistero della sua morte c’è il suo amore, il suo cuore. Possiamo dire che la celebrazione di oggi della festa del Cuore di Cristo conduce all’essenza del cristianesimo: la persona di Gesù, Figlio di Dio e Salvatore del mondo, svelato fin nel mistero più intimo del suo essere, fino alle profondità da cui scaturiscono tutte le sue parole e le sue azioni: il suo amore fino alla morte.
Giovanni Paolo II, il Giovedì della Settimana Santa dell'anno 2003, così scrive nell’Enciclica "Ecclesia de Eucharistia": “L’Eucaristia è davvero uno squarcio di cielo che si apre sulla terra”.
E proviamo a sentire risuonare in noi una testimonianza forte e profonda, di persone come noi, che sono vissute intorno al quarto secolo dopo Cristo: i martiri della città di Abitene, nell'odierna Tunisia. Davanti al procuratore romano che li interrogava sul perché avessero disubbidito al suo ordine tassativo, pena la morte, di non celebrare la Santa Messa… loro rispondono con forza e con coraggio: “Noi non possiamo vivere senza celebrare il Giorno del Signore, noi non possiamo vivere senza l’Eucaristia… perché l’Eucaristia è la nostra vita!”.
Come un santuario collocato sopra una ripida roccia, il Mistero Eucaristico attrae il nostro sguardo, ci seduce con la sua bellezza, e, anche se rimane inaccessibile, lo sentiamo come fonte e culmine della nostra vita e della nostra fede.