13 del Tempo Ordinario 2 Luglio 2017
Chi ama il padre, la madre, il figlio o la figlia più di me, non è degno di me. Ma allora chi potrà mai essere degno di te, Signore? Queste sono le persone più care, indispensabili a vivere. E la tua pretesa, altissima, che cosa vuole da me? Tu, Signore, non instauri una competizione nel cuore, una gara di emozioni, da cui sai che non usciresti vincitore, se non presso pochi eroi o santi o profeti dal cuore in fiamme. E noi non siamo ancora santi o eroi della fede! Forse Tu vuoi che ti mettiamo sempre al primo posto…anche nei nostri affetti più veri e più profondi. Anzi, amando Te noi riusciamo ad amare veramente le persone che ci sono vicine e che sono nel nostro cuore.
Chi avrà perduto la sua vita per causa mia la troverà. Perdere la vita, non significa farsi uccidere: una vita si perde come si perde un tesoro, donandola. Noi possediamo veramente solo ciò che abbiamo donato ad altri.
Gesù parla di un progetto che vale più della stessa vita. Come ha fatto Lui, che ha perduto la sua vita per noi, ma l'ha ritrovata. Infine noi, spaventati dall'impegno di dare la vita e di avere un progetto che valga più di noi stessi, Gesù aggiunge una frase dolcissima: chi avrà dato anche solo un bicchiere d'acqua fresca, non perderà il premio.
La croce e un bicchiere d'acqua, il dare tutta la vita e il dare quasi niente, sono i due estremi di uno stesso movimento. Un gesto che anche l'ultimo degli uomini può compiere; però un gesto vivo, significato da quell'aggettivo così evangelico: fresca. Acqua fresca deve essere, vale a dire procurata con cura, l'acqua migliore che hai, quasi un'acqua affettuosa, con dentro l'eco del cuore. Dare la vita, dare un bicchiere d'acqua fresca: stupenda pedagogia di Cristo: non c'è nulla di troppo piccolo per il Vangelo, perché nulla vi è di autenticamente umano che non trovi eco nel cielo. E tutto il Vangelo può essere in una croce, ma anche in un bicchiere d'acqua fresca.