14 del Tempo Ordinario 9 Luglio 2017
Non è un gran periodo, per Gesù. Giovanni Battista è stato arrestato, il consenso si sta piano piano affievolendo, coloro che Gesù si aspettava accogliessero l’annuncio con entusiamo, invece, sono ostili e diffidenti nei suoi confronti. Le cose vanno male, la missione sta prendendo una brutta piega. Il fallimento si delinea all’orizzonte. Come accade anche a noi, in certe fasi della nostra vita. Avevamo investito, faticato, sperato. E poi niente, tutto crolla.
Come accade anche ai discepoli, di tanto in tanto. Il rischio dello scoraggiamento è davanti a noi. La tentazione di entrare nella consueta lamentazione, pure. Gesù, invece, davanti alla più evidente delle realtà, non si lamenta. Loda. Loda il Padre perché il rifiuto da parte dei devoti ha fatto in modo che ad avvicinarsi siano gli ultimi, i semplici, gli arresi alla vita. È un ribaltamento di logica, quello che compie Dio: la sua alleanza, la sua amicizia, la sua disponibilità sono offerte a tutti. Ma poiché pochi lo accolgono, molti pongono obiezioni, complicano le cose, sono gli inattesi ad avvicinarsi. Gli ultimi, gli esclusi, i perdenti. E Gesù gioisce e applaude. Si stupisce di Dio.
Vorrei tanto imparare dal mio Signore la capacità di vedere nella sconfitta un’opportunità! E credere, credere, credere, come solo lui sa fare, che Dio, attraverso le nostre vicende contorte e contraddittorie, riesce sempre a tracciare sentieri di salvezza. Non per merito, non per conquista, ma per libera, stupefacente, inattesa scelta di Dio. Dio ama e ama davvero. Ama tutti, chiama tutti. Noi, nella nostra libertà, possiamo scegliere di complicarci la vita, di arrampicarci in contorti ragionamenti… o arrenderci all’evidenza. Perché Dio è così: stupisce. Non è mai come ce lo aspettiamo. Gesù insiste: andiamo a lui, raccogliamoci intorno a lui, impariamo da lui. Impariamo a fidarci del Padre, a credere, a leggere la storia e la vita, la nostra storia e la nostra vita, con uno sguardo alto e altro. Lo sguardo di Dio. Andiamo a lui se stanchi e oppressi, se insoddisfatti e delusi. Andiamo da lui perché stanchezza interiore e ansia ci distolgono dall’essenziale. Prendiamolo sul serio, questo Gesù. Impariamo la sua logica, i suoi atteggiamenti, la mentalità. Impariamo ad amare. Ad amarlo, a lasciarci amare.
Diamo spazio allo Spirito, all’anima, al dentro di me, alla preghiera, alla meditazione, al silenzio. E il tempo estivo, sia per chi ha la fortuna di staccare la spinga e andare in vacanza, sia per chi è costretto a restare in casa, penso alle persone anziane o a chi lavora… è l’occasione per stare con Signore. Così inizia la nostra estate, in compagnia di Dio che incontra i poveri e gli sconfitti, che ignora i saccenti e gli arroganti… almeno lui. Buona estate, cercatori di Dio, in queste settimane e con questo sole cocente, abbronziamoci l’anima.