Il Tabernacolo:
la normativa vigente.
Dopo il Concilio Vaticano II la disposizione liturgica del tabernacolo è condizionata da due scelte specifiche: la celebrazione della Messa verso il popolo e il significato del segno. Sulla base di queste due condizioni si comprendono le normative vigenti che definiscono il posto per la custodia della SS. Eucaristia. È evidente che il tabernacolo sulla mensa dell’altare, soprattutto se monumentale, non consente di celebrare rivolti al popolo. La diffusione universale di questo modo di celebrare ha portato prevalentemente alla separazione dei due luoghi liturgici.
Preghiera e Liturgia
Il senso e il significato teologico
del Tabernacolo.
L’identità e il ruolo del tabernacolo eucaristico non possono attingere soltanto ad una indagine storica, ma è necessaria soprattutto una riflessione teologica, che può mutare, correggere, perfezionare sia le scelte storiche del passato, sia quelle della liturgia attuale. Senza teologia eucaristica, infatti, si è facilmente esposti ad errori come il dare importanza solo a che le cose funzionino in ambito pastorale. L’altare e il tabernacolo, a livello di principio, sono inseparabili.
Il Tabernacolo e la sua storia nei secoli
e nella vita della Chiesa.
Il Concilio Vaticano II offre il criterio previo ad ogni intervento di riforma nella Liturgia quando afferma: «Per conservare la sana tradizione e aprire nondimeno la via ad un legittimo progresso, la revisione delle singole parti della Liturgia deve essere sempre preceduta da un’accurata investigazione teologica, storica e pastorale» SC 23. Anche riguardo al tabernacolo per la custodia della SS. Eucaristia è necessario percorrere questa triplice indagine per impostare su solide basi il significato e la funzione di questo importante luogo liturgico.
La conservazione, l’adorazione e la comunione alla SS. Eucaristia al di fuori della celebrazione del Sacrificio sono sempre state presenti nella prassi liturgica della Chiesa. Questa affermazione oggi potrebbe suscitare una immediata perplessità e reazione.
L’arredo dell'Altare:
tovaglia, croce, ceri.
L’altare è ordinariamente corredato da tre principali segni in rapporto ai tre aspetti dogmatici dell’Eucaristia:
«la croce, sopra l’altare o accanto ad esso» OGMR, 308, che ricorda il Sacrificio pasquale di Cristo che si celebra sull’altare;
«la tovaglia di colore bianco» OGMR, 304, che richiama la santa Cena, forma rituale per la celebrazione dell’Eucaristia;
«i candelabri … in segno di venerazione e di celebrazione festiva» OGMR,307, ma anche richiamo alla Presenza reale del Signore risorto e dell’azione del suo Santo Spirito.
«Quanto sono amabili le tue dimore presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti.
Beato chi abita la tua casa, sempre canta le tue lodi.
Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove,
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende degli empi» Sal 83 (84).
L’Altare nella storia
e l'Altare oggi.
La storia dell’Altare cristiano è molto varia e manifesta la ricchezza insondabile del mistero della nostra fede. Ogni epoca presenta caratteristiche proprie e si esprime con genialità, secondo le diverse sensibilità teologiche dell’identico dogma della fede. Possiamo catalogare quattro fasi nello sviluppo dell’Altare:
- l’Altare antico,
- l'Altare medioevale,
- l'Altare barocco,
- l'Altare attuale.