BEATA VERGINE DEL CARMELO 16 Luglio 2017
Nello scenario della Galilea, in un piccolo promontorio sopra il Mare, si eleva il Monte Carmelo, rifugio di molti Santi che, nell’Antico Testamento, si ritiravano in quel luogo solitario per pregare. Ma nessuno di loro, tuttavia, impregnò di tante virtù quelle rocce benedette quanto il profeta Elia, che si ritirò lassù, verso il IX secolo a.C. Erano tre anni che un’implacabile siccità chiudeva i cieli. Mentre pregava con fervore, chiedendo che finisse la mancanza di acqua, Elia mandò un servo sulla vetta del monte, e gli ordinò: “Vai e guarda dal lato del mare”. Ma il servo non vide niente. E, scendendo, disse: “Non c’è nulla”. Il profeta gli fece fare sette volte la scalata. Alla fine il servo ritornò dicendo: “Ecco, una nuvoletta come una mano d’uomo, sale dal mare”.
Infatti la nube era tanto piccola e chiara, che sembrava destinata a scomparire al primo soffio dell’infuocato vento del deserto. Ma a poco a poco crebbe, si allargò nel cielo fino a coprire tutto l’orizzonte e precipitò sulla terra sotto forma di abbondante acqua 1 Re 18, 43-44. Fu la salvezza del popolo di Dio. La tradizione afferma che la piccola nuvola era una figura di Maria. Il Profeta Elia aveva scorto nella sua contemplazione il ruolo di mediatrice della Madre del Messia atteso.
Sull'esempio di Elia, vi furono sempre sul Monte Carmelo eremiti che lassù vissero e pregarono, trasmettendo ad altri lo spirito del profeta. Quel luogo, santificato da uomini contemplativi, richiama altri contemplativi. Verso il secolo IV le pendici rocciose del Monte Carmelo accolsero una cappella, nello stile delle comunità bizantine, le cui tracce si vedono ancora oggi. Più tardi, verso il secolo XII, un gruppo di nuove vocazioni, aggiunse nuovo fervore al movimento. Subito venne edificata una piccola chiesa dove la comunità si dedicava alla vita di preghiera, sempre animata dallo spirito di Elia. La piccola "nuvoletta" cresceva sempre di più. La crescita del numero dei fratelli della Madonna del Monte Carmelo rendeva necessaria un'organizzazione più perfezionata. Nel 1225 una delegazione dell'Ordine si diresse a Roma per richiedere alla Santa Sede l'approvazione di una Regola, concessa dal Papa Onorio III nel 1226.
Segno fondamentale dei fratelli e sorelle del Monte Carmelo è lo Scapolare. Lo Scapolare è essenzialmente un “abito”. Chi lo riceve viene unito all'Ordine del Carmelo, dedicato al servizio della Madonna per il bene di tutta la Chiesa cfr. Rito della Benedizione e imposizione dello Scapolare', approvato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 5/1/1996. Chi riveste lo Scapolare viene introdotto nella terra del Carmelo, perché 'ne mangi i frutti e i prodotti' cfr Ger 2,7 e sperimenta la presenza di Maria, nell'impegno quotidiano di rivestirsi interiormente di Gesù Cristo e di manifestarlo vivente in sè per il bene della Chiesa e di tutta l'umanità”. Due, quindi, sono le verità evocate nel segno dello Scapolare: da una parte, la protezione continua della Vergine Maria, non solo lungo il cammino della vita, ma anche nel momento del passaggio verso la pienezza della gloria eterna; dall'altra, la consapevolezza che la devozione verso di Lei non può limitarsi a preghiere in suo onore, ma deve costituire un abito, cioè un indirizzo permanente della propria condotta cristiana, intessuta di preghiera e di vita interiore, mediante la frequente pratica dei Sacramenti ed il concreto esercizio delle opere di misericordia. In questo modo lo Scapolare diventa segno di alleanza e di comunione tra Maria e i fedeli: esso infatti traduce in maniera concreta la consegna che Gesù sulla croce, fece a Giovanni, e in lui a tutti noi, della Madre sua, e l'affidamento dell'apostolo prediletto e di noi a Lei, costituita nostra Madre spirituale.
“Anch'io porto sul mio cuore, da tanto tempo,
lo Scapolare del Carmine”. Giovanni Paolo II