6 del Tempo Ordinario 12 Febbraio 2017
Il pensiero di Dio è Cristo Signore, il pensiero di Cristo Signore è la sua Parola, sono le sue opere, ma soprattutto è la sua Croce. Il pensiero di Dio è Cristo, il pensiero di Cristo è la croce. Dalla croce bisogna partire per conoscere Dio, perché la croce è il pensiero di Dio. Dalla croce dobbiamo partire, sulla croce dobbiamo salire. Tutto si schiarisce dalla croce e tutto prende forma viva, ed autentica; tutto sulla croce acquisisce valore, ma anche tutto sulla croce perde il suo valore, perché dalla croce e su di essa c’è una sola realtà che conta e che ha valore: essere crocifissi con il nostro Maestro e Signore. Chi vuole parlare di Dio deve iniziare con il presentare il libro della croce.
Brano di riferimento: 1Cor 2,6-16
Paolo continua la discussione contro i gruppi e la mentalità greca che li ha fatti nascere, riprende l’insegnamento sulla sapienza e sulla conoscenza dei misteri di Dio, così cara a quelli che pensavano che ci si salvasse solo conoscendo, quelli cioè che si ritenevano degli eletti, dei privilegiati, delle persone che potevano capire tutto, giudicare tutto e tutti e non essere giudicati da nessuno. La fede in Gesù Cristo morto e risorto ha dovuto confrontarsi con la cultura greca, fondata sul culto della sapienza e della ricerca, come nell’era moderna la stessa fede si confronta con la cultura scientifica e con il culto della ragione e dell’efficienza. Dopo aver contrapposto alla sapienza umana la stoltezza della croce e la debolezza dell’amore (per affermare il primato dell’azione di Dio e la gratuità della salvezza), Paolo va incontro alla cultura greca e parla di una sapienza riservata ai cristiani, a chi vuole camminare nella fede. Usa lo stesso linguaggio della cultura greca: gli iniziati, i segreti misteri, il progetto nascosto, le cose spirituali, giudicare e non essere giudicati... per parlare del dono dello Spirito Santo e dei carismi che lo accompagnano. Traduce nel linguaggio familiare ai greci il lavoro dello Spirito nelle persone e nella comunità. Pur nello sforzo di calare la fede nella vita, Paolo sottolinea le caratteristiche della sapienza cristiana che la differenziano da quella umana:
• non è una sapienza intellettuale, frutto di ragionamenti, di ricerche filosofiche o teologiche, di tradizioni o rivelazioni particolari, ma è un dono dello Spirito;
• non riguarda riflessioni astratte su Dio, sugli angeli, sul cosmo, sul futuro… ma riguarda il progetto di Dio per salvare gli uomini, la sua volontà universale di salvezza, il suo amore misericordioso rivelato in Gesù di Nazaret. La sapienza dello Spirito sono i pensieri di Cristo, sono il suo Vangelo, quello che lui ha detto e fatto, ma capito meglio, meditato nei suoi significati profondi e nelle sue conseguenze per la vita. La sapienza cristiana non è tanto la teologia astratta o i dogmi da credere, ma è una mentalità di fede legata alla vita, alle scelte, alla Parola da approfondire e attualizzare;
• non crea caste di puri, di iniziati che si ritengono superiori agli altri, che si sganciano dalla comunità e dalla sua vita, maestri intoccabili e giudici severi delle persone, ma fa crescere dei gruppi spirituali, cioè delle persone e delle comunità guidate dallo Spirito Santo, capaci di leggere la vita e i fatti con gli occhi di Dio, di fare la sua volontà nel cambiare della storia. Sono persone sapienti e autorevoli non per il posto che occupano, per gli studi fatti, per il successo ottenuto, ma per la docilità allo Spirito Santo, nella capacità di cogliere i segni dei tempi e il suo lavoro nel cuore delle persone.
Sapienza divina, misteriosa, nascosta, preordinata
Cristo è sapienza divina, misteriosa, nascosta, preordinata. È divina perché viene solo da Dio. Solo Lui l’ha concepita nel suo eterno ed infinito amore; solo Lui ha potuto pensare fin dall’eternità di salvare il mondo attraverso la stoltezza e lo scandalo della croce. È sapienza prima di tutto, perché solo l’amore è capace di un dono totale e Dio fin dall’eternità ha pensato un modo inequivocabile di donarsi all’uomo, nel Figlio fino alla morte e alla morte di croce. Chi è il vero sapiente? È colui che trova la forma più bella, più alta, inconfondibile, chiara, libera, leale, pura, santa di amare l’uomo. Dio in Cristo Crocifisso ha trovato questa forma di amore e oltre questa forma non si può andare. Nessuno può pensare una forma più alta di amore oltre quella di farsi lui stesso sacrificio di amore per i fratelli. Dio, nella sua divinità, non poteva farsi sacrificio d’amore, mai avrebbe potuto dargli la sua vita. Ed è qui che entra in gioco la sapienza di Dio. Cosa fare per amare l’uomo sino al dono totale di sé che diviene sacrificio e oblazione? Si fa egli stesso uomo e si lascia crocifiggere per amore dalla sua creatura, per dimostrargli quanto è grande il suo amore. Entra Dio stesso nella morte perché quanti sono nella morte si aprano nuovamente alla vita. Questa è la sapienza. Essa è misteriosa perché solo chi diviene una cosa sola con la croce di Gesù può a poco a poco gettare lo sguardo in essa e attingere quella linfa di vita che lo condurrà a operare secondo sapienza di Dio, farsi in Cristo vittima d’amore per la salvezza del mondo. Chi non si incammina sulla via di Gesù, gradualmente, non potrà mai dare la vita lui stesso perché altri entrino nell’amore, si lascino conquistare da una così sublime sapienza, che vuole ed esige il dono della nostra vita per la conversione e la salvezza delle anime. È preordinata, perché il Padre nello stesso istante eterno in cui pensò la creazione dell’uomo, pensò anche la sua salvezza attraverso questa via misteriosa di sapienza divina. È preordinata fin dall’eternità, perché in Dio non c’è il prima e non c’è il dopo e da sempre ha visto la sua morte, il dono della sua vita nel suo unico Figlio. I dominatori di questo mondo non possono conoscere la sapienza perché il loro cuore è simile a una pietra; esso è arrogante, presuntuoso, ricco di se stesso. Ecco perché non hanno potuto conoscerla. Essi non sono orientati verso la ricerca della vera sapienza; il loro spirito è tutto immerso nel sensibile e per questo è nell’impossibilità naturale di poter percepire la voce del Signore. C’è sempre la possibilità che Dio possa essere conosciuto, e accolto nel nostro cuore. Sta scritto infatti: “Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano”. Questi doni divini, eterni, impensabili alla mente dell’uomo, sono preparati da Dio per coloro che lo amano, per coloro cioè che in qualche modo lo cercano. La salvezza non è un fatto puramente oggettivo; essa è anche evento soggettivo. Occorre l’opera di Dio e dell’uomo; Dio ha dato tutto se stesso; si è consegnato alla morte di croce; Egli ha fatto tutto. Ora spetta all’uomo accogliere il dono di Dio e farlo fruttificare.
È lo Spirito Santo la conoscenza eterna del Padre
Paolo conosce il mistero di Cristo non per studio, non per intelligenza umana. Egli conosce il mistero della sapienza eterna, perché lo Spirito glielo ha manifestato. È lo Spirito Santo di Dio la conoscenza del Padre. È lo Spirito che ci rivela il mistero di Dio e dell’uomo, perché è lo Spirito di verità, di sapienza, di intelletto, di consiglio, di fortezza, di pietà e di timore del Signore. Lo Spirito conosce ogni cosa, perché pervade ogni cosa; conosce Dio e il Figlio… Egli è la loro comunione d’amore. Per Lui dal Padre la comunione di amore nella verità si riversa tutta su Cristo e da Cristo Gesù si riversa interamente sul Padre. Chi non è nello Spirito del Signore è come se fosse senza la luce. Non solo non può vedere Cristo e il suo mistero, ma neanche può apprezzarlo nella sua verità. Ma questo non è tutto. Chi non è nello Spirito del Signore, è governato e guidato dallo spirito del mondo, ha lo spirito del mondo come suo maestro e guida.
Noi abbiamo il pensiero di Cristo
“Chi ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo dirigere? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo”. La citazione è di Isaia 40,12-14: “Chi ha misurato con il cavo della mano le acque del mare e ha calcolato l'estensione dei cieli con il palmo? Chi ha misurato con il moggio la polvere della terra, ha pesato con la stadera le montagne e i colli con la bilancia? Chi ha diretto lo spirito del Signore e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti? A chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse e gli insegnasse il sentiero della giustizia e lo ammaestrasse nella scienza e gli rivelasse la via della prudenza?”. Dinanzi a Dio Creatore e Signore l’uomo resta in silenzio. La scienza dell’Altissimo non si può misurare: è troppo alta, troppo profonda, immensa, divina, eterna perché l’uomo possa pretendere di poter offrire un qualche suggerimento a Dio su come agire, e come rivelarsi. Per poter camminare con Dio bisogna farsi suoi ascoltatori. È questa l’unica via per essere con Dio e raggiungere la vita eterna. Ciò che l’uomo non avrebbe mai potuto conoscere, il Signore si è degnato di rivelarglielo e di farglielo conoscere. Il pensiero di Dio è Cristo Signore, il pensiero di Cristo Signore è la sua Parola, sono le sue opere, ma soprattutto è la sua Croce. Il pensiero di Dio è Cristo, il pensiero di Cristo è la croce. Dalla croce bisogna partire per conoscere Dio, perché la croce è il pensiero di Dio. Dalla croce dobbiamo partire, sulla croce dobbiamo salire per apprendere la conoscenza del Signore. Tutto si schiarisce dalla croce e tutto prende forma viva, ed autentica; tutto sulla croce acquisisce valore, ma anche tutto sulla croce perde il suo valore, perché dalla croce e su di essa c’è una sola realtà che conta e che ha valore: essere crocifissi con il nostro Maestro e Signore. Chi vuole parlare di Dio deve iniziare con il presentare il libro della croce. È in esso che si trova la verità di Dio, perché è in esso che è contenuto tutto il suo amore per l’uomo. Solo la croce converte i cuori e solo alla croce bisogna convertirsi. Dio viene a noi attraverso la croce, l’uomo va a Dio attraverso la croce; dalla croce la verità di Dio discende nel cuore degli uomini, dalla croce la verità degli uomini sale al cuore di Dio.
In debolezza, timore e trepidazione
Dinanzi al mistero della croce, o meglio dinanzi all’unico mistero di salvezza, ognuno deve constatare la sua debolezza ed entrare in quel timore e in quella trepidazione davanti alla buona novella. Dinanzi al nostro spirito c’è la straordinaria grandezza della manifestazione di Dio, dinanzi ai nostri occhi c’è tutto il mondo da salvare. Questa è la debolezza dell’Apostolo. Lui è portatore di un così grande mistero, ma a lui spetta solo portare il mistero nel mondo; il resto lo fa solo Dio, non l’uomo. Paolo sa che ogni sua parola, ogni suo gesto, ogni invito alla conversione al Vangelo deve essere sempre corredata dalla manifestazione dello Spirito Santo. La Parola del Vangelo deve essere accompagnata dai segni di potenza che lo Spirito opera nei cuori. Il primo segno è sicuramente la conversione dei cuori. Quando i cuori si convertono al suono della Parola di Dio lì è il segno che è in azione lo Spirito del Signore. La fede nasce dall’ascolto. L’ascolto deve essere fondato solo sulla predicazione della vera Parola di Dio, senza nulla aggiungere e nulla togliere. Parola e fede sono l’una l’albero e l’altra il frutto. La Parola genera la fede se in essa è contenuta la linfa dello Spirito Santo, altrimenti rimane una Parola che non produce frutti di fede. L’opera della Chiesa è prima di tutto annuncio ed evangelizzazione. Tutto questo però deve essere fatto da uomini, da donne, da anziani e da giovani, trasformati interiormente dalla Parola che si annuncia, dal mistero che si vuole comunicare. L’altro non deve solo ascoltare la Parola, deve vedere il mistero compiuto in noi; deve gustare in noi la bellezza di questo mistero, perché si innamori di esso e lo accolga come il mistero che può salvare la sua vita, perché vede la nostra vita salvata dal mistero che gli annunciamo. La Parola del Vangelo è Cristo. La via della conoscenza di Dio è Cristo. Vivendo la Parola si diviene una cosa sola con Cristo, divenendo una cosa sola con Cristo, si conosce il Padre, perché si entra nel suo mistero di amore. Oggi, nella storia, è il cristiano la via per la conoscenza di Cristo, la via perché la rivelazione raggiunga ogni uomo e lo conquisti a Cristo Gesù. Perché il dono venga dato a noi sempre e con pienezza di amore e di verità è necessario che l’uomo lo implori da Dio. La preghiera diviene pertanto lo strumento che l’uomo ha nelle sue mani perché dal Cielo discenda il dono di Cristo nel mondo e conquisti tutti i cuori. “Noi abbiamo il pensiero di Cristo”.