Festa di San Francesco 2 Ottobre 2016
Per più di 100 anni i Fratelli di San Francesco hanno retto questo tempio e hanno prestato il loro servizio nel Cimitero Monumentale di Verona. Ancora oggi queste mura e queste pietre sono intrise dello spirito francescano. All’inizio di questa Santa Messa abbiamo pregato: “O Dio, che in San Francesco hai offerto alla tua Chiesa una viva immagine di Cristo, concedi a noi di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo e di unirci a te in carità e letizia”. Chiediamo l’intercessione di San Francesco su di noi e sul nostro popolo e preghiamo per apprendere da questo gigante della fede e dell’amore un insegnamento ed una spinta per la nostra vita quotidiana. Vorremmo che San Francesco, esempio ben riuscito di discepolo di Gesù, ci mostri la strada e ci incoraggi a percorrerla con fiducia.
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» Mt 11,25.
Oggi vogliamo rendere lode al Padre di tutto ciò che ha rivelato a uno di questi “piccoli” di cui ci parla il Vangelo: Francesco, figlio di un ricco commerciante di Assisi. L’incontro con Gesù lo porta a spogliarsi di una vita agiata e spensierata, per sposare “Madonna Povertà” e vivere da vero figlio del Padre che è nei cieli. Questa scelta, da parte di san Francesco, rappresenta un modo radicale di imitare Cristo, di rivestirsi di Colui che, da ricco che era, si è fatto povero per arricchire noi per mezzo della sua povertà. In tutta la vita di Francesco l'imitazione di Cristo e l’amore per i poveri sono due elementi uniti in modo inscindibile, le due facce di una stessa medaglia.
Che cosa testimonia Francesco a noi, oggi? Che cosa ci dice, non con le parole, ma con la vita?
La prima cosa che ci dice, la realtà fondamentale che ci testimonia è questa: essere cristiani è un rapporto vitale con la Persona di Gesù, è rivestirsi di Lui, è assimilazione a Lui. Da dove parte il cammino di Francesco verso Cristo? Parte dallo sguardo di Gesù sulla croce. Lasciarsi guardare da Lui nel momento in cui dona la vita per noi e ci attira a Lui. Francesco ha fatto questa esperienza in modo forte nella Chiesetta di san Damiano, pregando davanti al Crocifisso. In quel Crocifisso Gesù non appare morto, ma vivo! Il sangue scende dalle ferite delle mani, dei piedi e del costato, ma quel sangue esprime vita. Gesù non ha gli occhi chiusi, ma aperti, spalancati: uno sguardo che parla al cuore. E il Crocifisso non ci parla di sconfitta, di fallimento; ma ci parla di morte che è vita, che genera vita, perché ci parla di amore, perché è l’Amore di Dio incarnato, e l’Amore non muore, anzi, sconfigge il male e la morte. Chi si lascia guardare da Gesù crocifisso viene ricreato, diventa una nuova creatura. Da qui parte tutto: è l’esperienza della Grazia che trasforma, l’essere amati senza merito, pur essendo peccatori. Per questo Francesco può dire, come san Paolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» Gal 6,14.
Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: insegnaci a rimanere davanti al Crocifisso, a lasciarci guardare da Lui, a lasciarci perdonare, ricreare dal suo amore.
Nel Vangelo abbiamo ascoltato queste parole: «Venite a me, voi tutti, che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» Mt 11,28-29. Questa è la seconda cosa che Francesco ci testimonia: chi segue Cristo, riceve la pace, quella che solo Lui ci può dare. Francesco viene associato da molti alla pace, ed è giusto, ma pochi vanno in profondità. Qual è la pace che Francesco ha accolto e vissuto e ci trasmette? Quella di Cristo, passata attraverso l’amore più grande, quello della Croce. È la pace che Gesù Risorto dona ai discepoli quando appare in mezzo a loro. La pace di Francesco non è un sentimento languido. La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi vive il suo comandamento: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato».
Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: insegnaci ad essere “strumenti della pace”, della pace che ha la sua sorgente in Dio, la pace che ci ha portato il Signore Gesù.
Francesco inizia il suo Cantico così: “Altissimo, onnipotente, bon Signore Laudato si cum tucte le tue creature”. L’amore e l’armonia della creazione! Ecco la terza testimonianza. Il Santo d’Assisi testimonia il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato, per aiutarlo a crescere, a essere più bello e più simile a quello che Dio ha creato. E soprattutto San Francesco testimonia il rispetto per tutto, testimonia che l’uomo è chiamato a custodire l’uomo, che l’uomo sia al centro della creazione, al posto dove Dio - il Creatore - lo ha voluto. Francesco è uomo di armonia, uomo di pace. Rispettiamo la creazione, rispettiamo ogni essere umano: cessino i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l’odio ceda il posto all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione.
Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: ottienici da Dio il dono che in questo nostro mondo ci sia armonia, pace e rispetto per il Creato!
Infine l’Italia celebra san Francesco come suo Patrono. Preghiamo per la Nazione italiana, perché ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che unisce più che a ciò che divide. Faccio mia la preghiera di Francesco per Assisi, per l’Italia, per il mondo:
«Ti prego dunque, o Signore Gesù Cristo, padre delle misericordie, di non voler guardare alla nostra ingratitudine, ma di ricordarti sempre della sovrabbondante pietà che in questo luogo Tu hai mostrato, affinché sia sempre il luogo e la dimora di quelli che veramente ti conoscono e glorificano il tuo nome benedetto e gloriosissimo nei secoli dei secoli. Amen». Specchio di perfezione, 124: FF, 1824
San Francesco, prega per noi!