Domenica 17 Gennaio - Messa per il Giubileo 1
“Ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia … Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia … Questo Anno Santo inizierà nella solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, Domenica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre … Sono convinto che tutta la Chiesa, che ha tanto bisogno di ricevere misericordia, perché siamo peccatori, potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione ad ogni uomo e ad ogni donna del nostro tempo. Non dimentichiamo che Dio perdona tutto, e Dio perdona sempre. Non ci stanchiamo di chiedere perdono”.
Queste sono le parole con cui papa Francesco ha indetto un Anno Santo straordinario. L’annuncio è arrivato a sorpresa, ma è stato un annuncio di grande gioia: un anno per scopri-re e celebrare la misericordia di Dio.
Ma che cos’è un Anno Santo?
Tutti ricordiamo l’ultimo del 2000 celebrato con solennità e con tanta gente. Quel Giubileo ha avuto un’importanza speciale perché ha celebrato i due millenni dalla nascita di Cristo. Il Giubileo è uno tra i momenti più significativi della vita della Chiesa che, di norma si celebra ogni 25 anni a ricordo del Giubileo che l’antico Israele celebrava ogni 50 anni.
Il popolo d'Israele celebrava un anno d'amore e di fratellanza dove gli schiavi venivano liberati e tutti i debiti venivano annullati, dove la terra riposava e le terre confiscate venivano restituite. L'annuncio veniva dato nel tempio di Gerusalemme al suono di corno di ariete, in ebraico Jobel, da cui deriva il termine Giubileo.
Il significato che la Chiesa ha dato al Giubileo sta nella possibilità di rinnovare il proprio rapporto con Dio e il prossimo mediante una vera conversione del cuore. L’Anno Santo è un evento che può segnare un momento speciale nella storia spirituale di ciascuno. Il Giubileo dell’Anno Santo può segnare risveglio interiore: una riscoperta della propria identità cristiana. Un’occasione per chiedersi: Io sono cristiano? E cosa significa essere cristiano? Me ne rendo conto? Ne do testimonianza?
L’Anno Santo è un anno per il perdono dei peccati, la riconciliazione, la conversione e la confessione sacramentale un anno per promuovere la santità della vita. Questo Anno Santo per sperimentare e cantare la misericordia di Dio: “Siamo chiamati a guardare oltre, a puntare sul cuore per vedere di quanta generosità ognuno è capace. Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio. Tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono. Più è grande il peccato e maggiore dev’essere l’amore che la Chiesa esprime verso coloro che si convertono. Con quanto amore ci guarda Gesù! Sono convinto che la Chiesa, che ha tanto bisogno di ricevere misericordia, potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio”.
Il Giubileo è soprattutto un anno in cui al centro c’è la salvezza di Cristo. Egli è stato inviato dal Padre a "predicare l'anno di grazia del Signore" Isaia. Egli è la Porta che introduce alla salvezza.
Un Anno Santo della Misericordia!
Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa parola. È la realizzazione dell'amore dentro la storia concreta di ogni uomo. La misericordia è l’amore stesso di Dio nel cuore delle miserie umane. La misericordia diventa così nella vita cristiana l'amore che assume su di sé le esigenze della giustizia e la conduce alla loro più alta realizzazione.
Papa Francesco, quando è stato eletto Vescovo, aveva scelto come motto del suo episcopato “Miserando atque eligendo” è una espressione di San Beda il Venerabile, che si può tradurre così: “di cui aver misericordia e da eleggere”.
Nell’Angelus del 13 marzo 2013, il Santo Padre disse: “Sentire misericordia! Questa parola cambia tutto. È il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di Dio, questo Padre misericordioso che ha tanta pazienza”.
Nell’Angelus dell’11 gennaio 2015 ha affermato: “C’è tanto bisogno oggi di misericordia ed è importante che i fedeli laici la vivano e la portino nei diversi ambienti sociali. Avanti! Noi stiamo vivendo il tempo della misericordia, questo è il tempo della misericordia”.
Ancora, nel suo messaggio per la Quaresima 2015, il Santo Padre Francesco ha detto: “Quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, diventino delle isole di miseri-cordia in mezzo al mare dell’indifferenza!” E nel documen-to Evangelii Gaudium il termine misericordia appare 31 volte.
Giovanni Paolo II ci ha donato cinque espressioni della misericordia nel suo documento che porta proprio questo titolo: “Dives in misericordia”.
La misericordia è amore che cerca.
È amore che si fa ricerca, è amore dinamico. Non è amore che sta seduto: è amore che si sposta, è amore che ci spinge a fare il primo passo. S. Agostino si esprime così nei confronti di Cristo icona della misericordia: "Sei venuto a cercarci, o Signore, quando noi non Ti cercavamo, e sei venuto a cercarci affinché noi ti cercassimo”.
La misericordia è amore che si fa gioia.
L’amore si fa misericordia perché si fa esaltazione di gioia.
La misericordia è amore che si fa condivisione.
La gioia della misericordia si deve condividere, come il padre misericordioso del Vangelo che sente di dover condividere la gioia del figlio ritrovato e fa festa. È la festa della tenerezza, è la festa dell’amore traboccante di Dio perché l’amore non si può contenere, si fa condivisione, allarga il cuore.
La misericordia è amore che si fa accoglienza.
L’amore si fa misericordia nel momento in cui accoglie, allarga le braccia in un coinvolgimento, restituisce alla persona dignità e rispetto.
La misericordia è amore che si dà.
Amore che si dà gratuitamente, totalmente, senza nulla attendere. Amore che si dà e nulla attende, solo abbraccia, cerca, gioisce e condivide.
Nella vita di fede i segni sono importanti.
Anche il Giubileo si esprime attraverso dei segni.
Il pellegrinaggio
È l’espressione della dimensione itinerante della vita. Il pel-legrinaggio è sempre stato visto come segno del cammino verso Dio, della provvisorietà del tempo, dei luoghi, degli affetti e della vita; un vero cammino di conversione. Esso non può ridursi nella eccezionalità dell’evento giubilare, ma coinvolge tutta la vita. Non è un camminare da vagabondi, senza una meta, ma un tendere ad un luogo santo. Il pellegrino è invitato a immergersi nell’ambito santo e a lasciarsi guidare dallo Spirito di Gesù. Il pellegrinaggio non ci conclude con il Giubileo ma deve prolungarsi nella vita.
La Porta Santa
Evoca il passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia. Gesù nel Vangelo di Giovanni applica a sé l’immagine della porta: “Io sono la porta” Gv 10,7 La Porta Santa a cui nessuno può avere accesso al Padre se non per mezzo di Cristo. La Porta Santa è simbolo della comunione tra l’uomo e Dio segno della salvezza. La porta richiama la responsabilità di ogni credente di attraversare la soglia: confessare che Cristo è il Signore, rinvigorendo la fede in lui per vivere la nuova vita che egli ci ha donato.
L’indulgenza
È uno degli elementi costitutivi dell’evento giubilare. Con l’indulgenza è condonata la pena temporale per i peccati già rimessi quanto alla colpa. Secondo la Dottrina Cattolica l’assoluzione sacramentale comporta il perdono della colpa in quanto offesa a Dio, ma non ne cancella completamente gli amari frutti, che sono le cosiddette pene temporali, che si scontano quaggiù in terra o nell’altra vita in Purgatorio. Le indulgenze sono il tesoro della Chiesa fatto dalle opere buone dei santi.
La Chiesa cattolica ha iniziato la tradizione dell’Anno Santo con Bonifacio VIII nel 1300. All’inizio la cadenza tra un Giubileo e l’altro era di 50 anni, ma poi fu dimezzata. Fino a oggi, compreso quello indetto da papa Francesco, ne sono stati celebrati 26 di cui alcuni straordinari. Gli ultimi straordinari furono quegli indetti da Pio XI nel 1933 per i 1900 anni della redenzione e da Giovanni Paolo II nel 1983 per i 1950 anni della redenzione.
Così dedichiamo un anno intero alla riflessione sulla Misericordia, perché diventi non un tema giubilare, ma l’unico modo per parlare di Dio, di raccontarlo, di proporlo. Ha fatto bene Papa Francesco a ricordarci con questo Giubileo quale sia il centro dell’amore cristiano. Il Dio di Gesù si rivela come l’unico che può condurci alla felicità. E lo fa con il suo amore infinito.