Unità dei Cristiani 19 Gennaio 2014

SettPreghiera Unit2014bis

È questa la forte affermazione di San Paolo che i fratelli e le sorelle canadesi pongono alla nostra riflessione per la preghiera comune di quest‘anno. È un ammonimento che riceviamo, e lo comprendiamo anzitutto nel contesto in cui l’Apostolo lo pronuncia: quello di una comunità che ha bisogno di ritrovare l‘essenziale della propria fede.
Tutto l’epistolario ai Corinzi ne è una testimonianza: 
- a chi ricerca i carismi più eclatanti, Paolo ricorda che l‘amore è la via della perfezione 1Cor 13
- a chi si crede forte nella fede, Paolo proclama un Signore che è forte nella debolezza 2Cor 12;
- alla ricerca della saggezza umana, contrappone la pazzia di Dio 1Cor 1;
- a chi vuole raggiungere le più alte vette della spiritualità, Paolo ricorda che lo Spirito del Signore agisce con potenza laddove un qualsiasi credente afferma con le parole ed i fatti che Gesù è il Signore 1Cor 12;


Questo è l’essenziale della fede, il suo cuore profondo dove tutti i cristiani possono trovare la loro unica fonte: è Cristo stesso che è stato crocifisso per noi e nel nome del quale veniamo battezzati.

A Corinto la chiesa era dilaniata da gruppi contrapposti.
C’era chi dichiarava: “Io sono di Paolo”; un altro: “Io di Apollo”; un terzo: “Io sono di Pietro”; e un quarto: “Io sono di Cristo”.
In questa sequenza è proprio l‘ultima affermazione che più ci interpella: utilizzare Cristo per sancire le nostre divisioni. Questo si è spesso verificato nella storia del cristianesimo, laddove la ricerca della fedeltà al vangelo di Cristo, per le varie tradizioni cristiane, invece di creare un patrimonio comune ha suscitato scomuniche e conflitti. Divisi nel nome di Cristo: questo è il paradosso e lo scandalo della nostra vita cristiana.

Il nostro impegno è di mettere in discussione questa logica. Sentiamo quindi fortemente nostro uno dei cinque imperativi enunciati nel documento congiunto cattolico-luterano "Dal conflitto alla comunione: “Abbiamo bisogno dell’esperienza, dell’incoraggiamento e della critica reciproca” per giungere a una conoscenza più profonda di Cristo. Cristo infatti non viene più a farsi crocifiggere: è venuto, una volta per tutte, per la nostra salvezza, ma tocca a noi ora prendere il posto di Cristo sulla croce e, crocifiggendo le nostre passioni e la nostra mentalità mondana, sacrificarci per realizzare la volontà di Dio: “Che tutti siano una cosa solaGv 17, 21.

Come i nostri fratelli e le nostre sorelle canadesi fanno notare, il brano della Prima Lettera ai Corinzi richiama l‘attenzione sul modo in cui possiamo valorizzare e ricevere i doni degli altri anche ora, nel nostro stato di divisione. L‘intera lettera mostra chiaramente un conflitto in atto, con l‘autorità dell’apostolo e della sua predicazione pesantemente contestate. Tuttavia, all’inizio della Lettera Paolo afferma: “Io ringrazio sempre il mio Dio per voi”. Non è solo una formalità, ma un sincero riconoscimento della ricchezza spirituale dei Corinzi, i quali non mancano di alcun dono. Riconoscere i doni degli altri, anche di coloro con i quali si è in conflitto, significa prima di tutto riconoscere l‘opera di Chi quei doni ha elargito, cioè Dio stesso. Inoltre Paolo riconosce ai Corinzi di essere pienamente Chiesa di Cristo e ricorda loro il legame che li unisce a tutti coloro che proclamano lo stesso Signore in ogni luogo. Non si è infatti Chiesa da soli, ma nella comunione di tutti coloro che confessano il nome di Gesù. Riconoscere i doni gli uni degli altri significa per noi oggi innanzitutto, riconoscere i doni della grazia elargiti con generosità all’intero popolo di Dio, pur nelle sue diversità.

Doni che edificano la Chiesa e la abilitano a servire il mondo. L’impegno ecumenico è di essere aiutati dalla forza del vangelo di Cristo per il nostro tempo e testimoniare insieme la grazia di Dio nella predicazione e nel servizio verso il mondo, sia in ambito liturgico che sociale.
Grazia che libera, che ci fa volgere lo sguardo verso tutti, ci rende consapevoli delle nostre responsabilità nella salvaguardia del creato. Grazia per la quale possiamo fare nostra l’invocazione che ha contraddistinto l’Assemblea 2013 del Consiglio Ecumenico delle Chiese: “Dio della vita, guidaci verso la giustizia e la pace”.

Sia anche questo l’orizzonte ecumenico della nostra ricerca di unità, rafforzata dalla nostra continua e fervida preghiera di fraternità.

Stampa Email

Autobus ATV

Giorni Feriali
Linea 70 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 11-12-13-51 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi
Giorni Festivi
Linea 94 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 90-92-98 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi