17 Domenica del Tempo Ordinario
Le tre parabole di Gesù proclamate oggi sono le ultime di sette che Matteo raccoglie tutte assieme nel capitolo 13 del suo Vangelo. Qualche capitolo prima Matteo aveva riportato, uno in fila all'altro, dieci miracoli di Gesù. In questo modo l'evangelista non pretende di esaurire il resoconto dell'attività e dell'insegnamento di Gesù, ma ce ne presenta un campione significativo.
La frase finale del Vangelo: "Ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche" fa da conclusione del lungo discorso parabolico.
Ci possiamo chiedere quali siano "le cose nuove e quelle antiche" di cui parla Gesù al termine di questo Vangelo:
- possiamo intendere la frase nel senso che attraverso cose antiche, cioè solite, usuali, Gesù parla di cose nuove, cioè annuncia la novità del Regno dei Cieli;
- oppure possiamo interpretare le cose antiche come le verità eterne di Dio, già anticipate nell'AT, che diventano attuali, nuove, attraverso delle immagini semplici, ma mai usate prima, appunto quelle di cui Gesù si serve nelle parabole – come forse fa anche Papa Francesco… che non cambia le verità eterne di Dio, ma le spiega con parole ed immagini più semplici e dirette?
Siamo più interessati alla novità di una notizia o di un ragionamento.
Antico sta per superato, sorpassato dalla storia, nuovo invece vale come inedito e progredito.
Ma sarà giusto così? Io penso proprio di no! Anche Gesù ci dice che sono importanti sia le cose nuove, che quelle antiche.
Nuova, che non si era mai vista prima, è la perla preziosa della seconda parabola. Con parole moderne potremmo dire che il suo ingresso nel mercato comporta un riposizionamento di valore di tutta l'altra merce: improvvisamente diventa importante solo quella e il resto della mercanzia perde di interesse.
Diverso è il discorso per il tesoro sepolto nel campo. Certamente quel gruzzolo, nascosto e poi dimenticato per tanto tempo prima di essere stato scoperto per caso, proviene da un’epoca passata. Molti preferivano mettere al sicuro le proprie ricchezze facendo una buca nel terreno e seppellendovele dentro. Trovare tesori seppelliti nel terreno, magari risalenti a decenni prima, non costituiva quindi un fatto insolito. Al protagonista della prima parabola succede proprio questo: è pieno di gioia e acquista il campo in tutta fretta. Lo stesso sentimento l’avrà provato anche il mercante della seconda parabola, che realizza il desiderio di una vita, diventare proprietario della perla dal valore inestimabile.
- Come distinguere allora le vere novità?
- E come riconoscere i veri tesori da quelli falsi?
La cernita, dice Gesù nella terza parabola, si fa alla fine: tornati a riva i pescatori liberano le reti dai pesci cattivi e invece raccolgono nei canestri quelli buoni. Una caratteristica propria del cristiano è il discernimento. Uno misura le cose in base al metro che ha; noi abbiamo il metro di giudizio di Cristo. Dovrebbe bastarci per far tesoro delle cose buone in mezzo a tante cose sbagliate, antiche o recenti che siano.
Le prime due parabole sottolineano non solo la scoperta del tesoro e la ricerca della perla preziosa, quanto la decisione del contadino e del mercante di vendere ogni cosa per puntare tutto su quello che hanno scoperto. Ecco la decisione del contadino di rischiare tutti i suoi averi per non perdere quella occasione davvero eccezionale. Anche il cercatore di perle decide di puntare tutto su quella perla, al punto da vendere tutte le altre.
Di fronte a queste scoperte inaspettate, la scelta è chiara e decisa: vendere tutto quello che si possiede, ma l'acquisto è impareggiabile. Si chiede un sacrificio, ma il guadagno è enormemente superiore. Il Regno dei Cieli vale questo sacrificio? Il problema è se davvero ci interessa e se riusciamo a comprendere la gioia e la pienezza di vita che ci viene inaspettatamente presentata.
Come dice Salomone, noi spesso non sappiamo "distinguere il bene dal male". "Non so come regolarmi!" – riconosce il giovane che poi diventerà re - chiedendo, proprio per questo, il dono del discernimento… e Dio gli risponde: “Ti concedo un cuore saggio”.
Quel contadino e quel mercante riconoscono il tesoro come il loro tesoro. La vera saggezza è vendere tutto per acquistarlo. La gioia di quel contadino sembra incontenibile. Ha trovato quello che cercava e non vuole perderlo. Il Regno di Dio non è rinunciare, ma è trovare molto. È la gioia dei malati guariti, dei peccatori perdonati, del ladrone a cui si apre la porta del Paradiso.
Estraiamo dal nostro tesoro cose nuove e cose antiche!
Il tesoro è il Vangelo che ci viene affidato: è antico ed è sempre nuovo.
È antico, viene prima della nostra storia, la raccoglie e la conserva tutta.
È sempre inaspettatamente nuovo: ci apre al futuro e rigenera ciò che è vecchio. Non lo si capisce mai una volta per tutte. Dobbiamo sempre riascoltarlo e riviverlo.
Dalla mia stanza nella grande casa sento gli animatori e i ragazzi del campo che corrono per le stradine di Vaggimal, un angolo di pace vicino a Sant’Anna d’Alfaedo, che ospita le vacanze della Parrocchia. Oggi "Caccia al tesoro".
Gli indizi delle varie piste sono stati disseminati con cura la sera prima, gli animatori accompagnano le squadre. Tutti hanno un solo obiettivo: arrivare al tesoro nascosto.
Li sento gridare, dalla finestra vedo l'entusiasmo della corsa e mi chiedo quanto di questa passione ci sia nella vita cristiana per cercare il vero tesoro nascosto. A volte mi sembra di vedere tanta abitudine e stanchezza. Nelle nostre giornate dove si vede che siamo cercatori appassionati del Regno di Dio? Da quale angolo della nostra vita si intuisce che siamo alla ricerca di un tesoro nascosto? Nel lavoro, in famiglia, nello sport o negli hobby dove si vede che siamo portatori di una novità non misurabile?
Il Rabbi di Nazareth lo dice senza mezze misure: il Regno dei Cieli è un tesoro nascosto, è una perla preziosa, è qualcosa per cui vale la pena vendere tutto il resto e scoppiare di gioia. Chi l'avrebbe detto: la vita cristiana è una bella avventura e non solo un formale rispetto di codici e leggi per guadagnarsi la vita eterna. La grande maggioranza dei cristiani pensa alla fede come un ricettario di comportamenti da rispettare e basta... Gesù, per fortuna, dice che la vita cristiana è qualcosa di ben diverso! Non si tratta solo di cose da fare o da non fare, regole da rispettare o cavilli da non trasgredire. Se il cristianesimo fosse solo questo sarebbe una tristezza devastante! La fede, quella nel Dio di Gesù Cristo, è l'esperienza di un incontro che può cambiare la vita, che può mutare l'ordine delle priorità, che può donare un coraggio inaspettato per vivere i momenti più duri della vita. Dobbiamo solo avere il coraggio di scavare un po' e di smuovere le nostre abitudini. Mentre rileggo il testo, ascolto le urla dei ragazzi che tornano dalla caccia al tesoro… e mi colpisce proprio questo: alla ricerca del tesoro non siamo soli, non è un'avventura solitaria. Se ti senti smarrito e ti sembra d'aver perso la rotta, ricordati che la tua squadra è la Chiesa, è la tua Comunità, sono le persone con le quali condividi la fede e che ti vogliono bene!
Buona caccia al tesoro!