16 Domenica del Tempo Ordinario

16DomTOAnnoA2014Il paesaggio è sempre lo stesso: siamo in riva al mare. Gesù è sulla barca e ci sono tante persone che ascoltano sedute sulla spiaggia. La sua fama ormai si è sparsa un po' dovunque e, quando parla, si raccoglie attorno a lui una gran folla che vuole ascoltare il suo messaggio di salvezza.

In questo sereno paesaggio – quanto è bello il Lago di Tiberiade - il Maestro ci aveva raccontato la parabola del seminatore e oggi, per spiegarci che cosa intende per Regno dei Cieli, ce ne racconta tre e usa ancora immagini della vita contadina: 
un campo dove crescono assieme grano e zizzania; 
un granello di senape, il più piccolo tra i semi;
un pugno di lievito che una donna usa per impastare la pasta.
Le tre immagini sono prese dalle piccole cose di ogni giorno e già da qui possiamo intuire che "l’essere piccoli" è la caratteristica di Gesù: essere piccoli che però è segno di grandezza.
Lo capiamo bene quando ci parla del granello di senape. il più piccolo tra i semi che, crescendo, diventerà un albero grandissimo, con tanti rami robusti, dove gli uccelli possono fare il nido. 
Dice Gesù: ecco, il Regno di Dio è qualcosa di piccolo, quasi invisibile, come il granellino di senape, ma racchiude la forza per diventare un albero grande! Con questo esempio Gesù ci vuole dire la fiducia di Dio in ognuno di noi: anche se siamo piccoli, anche se i nostri gesti d'amore sono piccoli, quando siamo disponibili a donare possiamo fare cose grandi. Come il piccolo seme si trasforma in un albero imponente ed accogliente, così anche noi possiamo trasformare la nostra vita e quella degli altri e possiamo costruire, già in questo mondo, il Regno di Dio. 

L'altra parabola possiamo sperimentarla tutti, anche a casa nostra, provando a impastare il pane: se mescoliamo acqua, farina e un po' di sale, non viene fuori granché di buono. Però se aggiungiamo un pochino di lievito, tutto l'impasto si gonfierà, diventerà soffice e buono da mangiare. Il lievito, a vederlo, non sembra niente di speciale, ma una volta mescolato nell'impasto, chi lo riconosce più? Ma quel po' di lievito ha il potere di far fermentare l'impasto e dar da mangiare a tante persone! Così è il Regno di Dio: piccolo, semplice, quasi non ci si accorge della sua presenza, ma intanto agisce come il lievito nell'impasto! È sufficiente che ci siano "due o tre riuniti nel suo nome e Gesù sarà in mezzo a loro", ci dice l'evangelista Matteo al capitolo 18: questa presenza di Gesù tra noi, anche se siamo solo due o tre, è garanzia che il Regno di Dio lieviterà e porterà vita al mondo intero.

Nella terza parabola Gesù sceglie un campo dove crescono assieme grano e zizzania. Eh già: la zizzania è un'erba molto furba, si nasconde in mezzo al grano e sfugge ad un occhio inesperto, almeno finché non è un po' grandicella. Il grano è una pianta buona e guai se non ci fosse! La zizzania, oltre che non servire a niente, porta via terreno e nutrimento al grano: è un'erba cattiva. Il padrone di questo campo semina grano, cioè seme buono, ma assieme cresce pure zizzania… Ma chi l'avrà seminata? Bisogna toglierla o no? Il padrone dice di lasciarla lì perché la scelta sarà fatta al momento della mietitura. Forse anche noi saremmo andati dal padrone, come i servi, per chiedere di togliere subito la zizzania perché abbiamo sempre fretta e facciamo tanta fatica ad aspettare.
Gesù ci insegna invece la pazienza. La pazienza di Gesù è bontà, misericordia, perdono, speranza, volontà di salvare. Questo campo possiamo essere anche noi perché in ognuno di noi c'è del bene e c'è del male. È normale che sia così perché essendo uomini e donne abbiamo tante cose da migliorare, ma il Signore ha tanta pazienza con noi e aspetta fino all'ultimo momento che ci convertiamo.
Gesù lo spiega parlando della zizzania: i servi la toglierebbero subito col rischio però di tagliare anche il grano, ma il Signore non la pensa così perché nessuna spiga deve essere persa! Nel suo cuore, infatti, c'è sempre il desiderio di non perdere nessuno di noi e così aspetta, aspetta, aspetta… e nello stesso tempo ci è vicino col suo amore, ci perdona e ci aiuta a tornare sempre sulla sua strada.

Un’ultima riflessione: noi, spesso, tendiamo a vedere la vita delle altre persone come un campo in cui c'è più zizzania che grano per cui saremmo portati a tagliare subito la zizzania degli altri! E questa erba cattiva che sicuramente c'è anche nel nostro campo, la vediamo? Il nostro compito dunque è cercare di lavorare con impegno per cambiare prima di tutto noi stessi da zizzania in grano! Solo con il nostro esempio, infatti, riusciremo a sradicare la zizzania degli altri, pianta seminata nel buio da chi sa compiere solo azioni cattive. Diamoci da fare allora per far crescere questo Regno di Dio sulla terra! Cominciamo dalle piccole cose di ogni giorno! Anche se sembrano piccole, quando sono fatte per amore sono così grandi ed hanno una tale potenza che possono cambiare il mondo.

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