5 Domenica di Pasqua
Il Vangelo di oggi ci esorta a non avere paura: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me". Gesù formula questo invito nel contesto dell'Ultima Cena quando deve iniziare il cammino della Passione. Ancora una volta il Signore ci sorprende perché Lui stesso vive quello dice. I suoi insegnamenti li vive anche sulla sua pelle. A buona ragione può definirsi la Via, la Verità, la Vita.
La Via che permette a noi di sorpassare gli ostacoli anche quelli che ci sembrano a prima vista insormontabili. La Verità che dona quella libertà davanti al mondo e la Vita perché Lui la dona in abbondanza. A noi tocca sempre di più crescere nel Suo Amore.
Mercoledì sera ho incontrato un giovane con il quale tempo fa ho riallacciato i rapporti dopo vari anni. Durante il momento della Confessione mi ha chiesto con il cuore in mano: "Don, ma come faccio a capire cosa vuole Dio da me? Tutti abbiamo una strada da percorrere, un progetto segnato per noi da sempre, ma come facciamo a sapere quale sia, soprattutto dopo che si sono prese parecchie batoste? Qual è la strada da percorrere nella mia vita, per essere sicuro di fare la volontà di Dio?".
Ho cercato con fatica insieme con lui qualche risposta, ho cercato di parlargli con sincerità e verità, di intravedere cosa fosse meglio per la sua vita e quale fosse la via giusta da percorrere. Ieri ho ripensato a quell’incontro, leggendo Vangelo, mentre ascoltavo la domanda di Tommaso a Gesù: "Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?".
Tommaso è certamente il più contemporaneo tra gli Apostoli, con tutte le sue domande esistenziali degne del miglior filosofo; e credo che ognuno di noi si ritrovi in lui e nella sua domanda di senso, preceduta anzitutto da un'affermazione: "Signore, non sappiamo dove vai". È vero: dove vada il Signore, nessuno di noi lo sa. Dove siano diretti i suoi passi, nemmeno lo immaginiamo. Dove portino le sue strade non ci è dato di saperlo. Non sappiamo proprio come comportarci: "Come possiamo conoscere la via?".
Caro Signore, se non sappiamo quali sono le tue intenzioni, qual è la tua volontà... come possiamo sapere cosa dobbiamo fare per camminare nelle tue vie? E con Dio, a volte è così: non riusciamo a capire del tutto la sua volontà, per cui ci è difficile comportarci di conseguenza. Se lui almeno fosse chiaro e ci dicesse dove ci vuole condurre, allora ci attrezziamo e lo seguiamo, gli andiamo dietro!
La domanda di Tommaso è forte: "Signore, da che parte andiamo? Dove ci porti, perché possiamo venire con Te?". La risposta non è da meno, ed è forse tra le più famose autorivelazioni di Gesù nei quattro Vangeli: "Io sono la via, la verità e la vita". Quasi a dire: vuoi sapere dove stiamo andando? Andiamo, tu non ti preoccupare e seguimi: ci sono Io. Vuoi capirci qualcosa, in tutta questa storia con poche certezze e punti fermi? Andiamo, non ti preoccupare e vieni dietro a me: ti dirò Io la verità di te stesso, delle cose, delle persone. Vuoi trovare finalmente la serenità interiore, la pace che dà senso alla tua vita, e non sai dove trovarla? Andiamo, non ti preoccupare e vieni con me: ci sono Io, ti do Io la vita di cui hai bisogno. Poche domande, sembra dirci Gesù: perché la risposta, in fondo è solo una: Lui, il Signore Gesù. Lui e di conseguenza - come dice a Filippo - il Padre, che è con Lui una sola cosa, e che insieme con Lui da significato al nostro camminare, alla nostra sete di verità, al nostro anelito di vita.
Non è affatto facile capire tutto questo fino in fondo; e per farlo, occorrerà una Forza supplementare dall'alto, che non tarderà ad arrivare. Ma nel frattempo, poche domande e molta fiducia: non sai dove andare? Io sono la Via. Non sai più cosa credere? Io sono la Verità. Non sai più qual è il senso del tuo affannarti sotto il sole? Io sono la Vita.
Più semplice di così...
In questo contesto di fiducia e di abbandono trovano oggi un grande significato anche le altre due letture che la liturgia ci propone.
Nel Libro degli Atti, la Chiesa primitiva sperimenta la necessità di organizzarsi. Sono tante le conversioni frutto dell'annuncio del Vangelo, ma la necessità di far sì che queste comunità crescano non solo di numero ma anche nella perseveranza, necessita un affinamento dell'organizzazione. Da sempre è così. Anche nel popolo ebreo, nel periodo in cui Mosè, sperimentata la necessità di non poter intervenire su tutte le questioni, ma solo in quelle di grande valore, si avvale di collaboratori. Nelle prime comunità cristiane il problema si ripropone. La Chiesa nasce non solo comunicando il Vangelo, ma cercando di viverne la novità.
L'istituzione della diaconia si inserisce in questo contesto. I primi sette diaconi hanno la funzione principale di servire le mense, poi si amplia il ruolo affidando la predicazione, permettendo così agli Apostoli la preghiera e il ministero della Parola. Vengono imposte loro le mani e da questo comprendiamo che la diaconia è il primo grado dell'Ordine Sacro. Che belli esempi di fede troviamo nei Diaconi lungo la storia: Stefano, il primo martire, è un diacono e prega per i suoi uccisori. Filippo si mostra pronto nell'avvicinarsi al servo della regina etiope che si accosta per la prima volta alla lettura della Bibbia di ritorno da Gerusalemme e, forse affascinato della fede che si viveva in quella città, vuole capire e Filippo gli si fa compagno di viaggio e lo conduce pian piano alla verità fino a battezzarlo. Nella storia della Chiesa primitiva come non pensare a Lorenzo, che mostra con orgoglio ai suoi persecutori i tesori della Chiesa, i poveri. I Diaconi sono preposti al servizio liturgico e aiutano i sacerdoti, predicando e amministrando i Sacramenti del Battesimo e del Matrimonio e potendo celebrare Liturgie Funebri. Nelle comunità dove diminuiscono i sacerdoti, il loro lavoro è prezioso per la liturgia e la carità. I Diaconi infine ci indicano che tutti siamo chiamati con responsabilità a servire nella Chiesa.
Pietro, nella 2a Lettura, ci invita a sentirci parte del sacerdozio regale che ci viene riconosciuto in forza del Battesimo. Allora le sorti della Chiesa non divengono più questione solo di preti, suore e diaconi, ma il Battesimo ci rende tutti impegnati alla costruzione del Regno già su questa terra.
"Chiediamo al Signore, per ognuno di noi, occhi che sanno vedere oltre l'apparenza; orecchie che sanno ascoltare grida, sussurri e anche silenzi; mani che sanno sostenere e abbracciare. Chiediamo soprattutto un cuore grande e misericordioso, che desidera il bene e la salvezza di tutti" Papa Francesco Udienza all'Azione Cattolica.
Dobbiamo essere uomini e donne che sanno trasmettere gioia e speranza anche quando il vento gira per il verso contrario. Saremo così porti sicuri per la nave degli uomini che vengono sballotati da correnti e navigano senza trovare una terra ferma “…perché proclamiamo le opere ammirevoli di Lui che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa”.