San Francesco d'Assisi 4 ottobre 2023
Da «Colle dell’inferno»
a «Colle del Paradiso».
Per più di 100 anni i Fratelli di San Francesco hanno retto questo tempio e hanno donato il loro servizio in questo Cimitero Monumentale di Verona. Ancora oggi queste mura e queste pietre sono intrise dello spirito francescano.
Da una giovinezza spensierata e felice, Francesco prende alla lettera le parole del Vangelo e fa della sua vita una imitazione di Gesù, proteso a compiere la volontà del Padre. Insieme ai fratelli che lo seguono, attratti dalla forza del suo esempio, predica l’amore del Signore e contribuisce al rinnovamento della Chiesa. Innamorato di Cristo, centra nella contemplazione del Presepe e del Calvario la sua esperienza spirituale. Porta nel suo corpo i segni della Passione di Gesù, con il dono che Dio gli fece delle stimmate. Per questo Francesco può dire, come san Paolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» Gal 6,14. San Francesco fu ispiratore e padre delle famiglie religiose maschili e femminili, che da lui prendono il nome. Pio XII lo proclamò, con Santa Caterina da Siena, patrono d’Italia.
Partiamo per un itinerario archittetonico e spirituale. Ci avviciniamo dalla Piazza all'esterno della Basilica di San Francesco. Entreremo in punta di piedi nel luogo più santo e più visitato dai pellegrini ad Assisi: la Cripta che contiene la Tomba del Santo e dei suoi primi quattro compagni. Mettiamo anche noi l'olio della nostra preghiera nella lampada alimentata dai Comuni d'Italia, davanti alla Tomba del Santo Patrono della Nazione.
Basilica di San Francesco.
Francesco muore il 3 ottobre 1226 e il giorno dopo è sepolto nella chiesa di San Giorgio, attuale Basilica di Santa Chiara. Sei mesi dopo il Cardinale Ugolino, suo amico e consigliere, viene eletto Papa con il nome di Gregorio IX. Il nuovo Papa, testimone della santità di Francesco, vuole proclamarla di fronte a tutta la Chiesa e questo avviene solo due anni dopo, il 16 luglio 1228. Gregorio IX, in memoria dell'amico Francesco, volle innalzare a lui due monumenti:
- uno letterario, ordinando a Tommaso di Celano di scrivere la sua vita;
- il secondo architettonico: la Basilica di San Francesco.
Il giorno dopo la canonizzazione viene posta la prima pietra della Basilica sul colle chiamato «dell'Inferno», perché vi si giustiziavano i malfattori. Oggi il colle è detto «del Paradiso» per la bellezza unica del monumento che ne ha trasformato l'aspetto ed ha caratterizzato in maniera nuova e stupenda l'intero panorama della città. La Basilica venne ideata da Frate Elia che ne diresse anche la costruzione. La Basilica inferiore fu terminata in soli due anni e il 25 maggio del 1230 il corpo di San Francesco è portato nel tempio sorto in suo onore e riposto nella roccia viva sotto l’altare maggiore. La Basilica superiore fu terminata nel 1236 e tre anni dopo la Torre.
Il terreno, in forte pendenza, ebbe un ruolo importante nell'impostazione delle parti architettoniche delle due chiese. Contrariamente alla tradizione, le absidi – altari - sono ad ovest, mentre dovrebbero essere rivolte ad est - dove nasce il sole-. Sempre più ad ovest, sorge il Convento, dato che ad est doveva restare libera la prospettiva della Piazza superiore. Infine, quando i Papi vollero potervi risiedere senza disturbare la vita della Comunità, l’aggiunta di altre costruzioni dette all'insieme l'aspetto di una fortezza. La Basilica, sia per l'architettura, che per le decorazioni, è uno dei più grandi capolavori dell'arte. Vista dall'alto ha la forma di un grande TAU.
Simbolismo della Basilica.
Struttura diadica o triadica.
Se, idealmente, potessimo togliere la facciata laterale della Basilica e potessimo così osservarla nel suo insieme, comprese le parti che si trovano nel sottosuolo, noteremmo che la si può considerare composta da due parti oppure da tre parti:
- Basilica inferiore B- Basilica superiore)
- 1-cripta 2-Basilica Inferiore 3-Basilica Superiore.
La struttura diadica - A e B, due chiese sovrapposte - richiama il mistero pasquale: il piano A, basso e buio, costruito in pietra rossa, simboleggia la Passione, il Venerdì Santo; quello superiore B, alto e luminoso, dai muri in pietra bianca ritmati da 12 torrioni in pietra rossa simboleggia la Risurrezione. La struttura triadica - 1-2-3, tre chiese sovrapposte - richiama invece il mistero della Trinità e ci ricorda che San Francesco andò sulle vie del mondo avendo Dio Padre come meta, Dio Figlio come strada e Dio Spirito come forza motrice.
L'albero della vita.
Sempre guardando la Basilica come se non ci fosse la facciata, possiamo notare come l'intero corpo architettonico ci richiama alla mente l'albero della vita: i pilastri simboleggiano la vite o i tronchi e i rami dell'albero, i Santi, che in mezzo a ghirlande di fiori ornano gli archi sotto le volte, stanno a testimoniare i frutti di santità dell'albero. Anche le vetrate possono essere considerate parte dell'albero essendo istoriate con mille fiori e foglie.
Il mondo degli animali.
Francesco ci ha dato un modo nuovo di pensare al rapporto fra il cristiano e gli animali, promuovendo questi ultimi a fratelli e sorelle in quanto anche loro figli di Dio. Pietre, affreschi, legni e vetri della Basilica brulicano di ogni specie di animali: se ne possono contare almeno 492. Nella cappella di S. Antonio una mula è, con la folla umana, in adorazione dell'Eucaristia. Non si può pensare che San Francesco non sia contento della presenza di così tanti animali che si uniscono agli uomini nell'ammirazione e nella lode a Dio Amore.
La Cripta.
Per una scala a doppia rampa, che si apre sui fianchi della chiesa inferiore, si scende nella cripta dove si trova la tomba del Santo. È il luogo più commovente ed emozionante di Assisi e dovrebbe essere anche il più silenzioso e raccolto. Nel 1230 il corpo di San Francesco era stato deposto sotto l'altare maggiore della Basilica inferiore, così non era più né visibile, né accessibile. Nel XIX sec. si ricercò la preziosa reliquia e dopo 52 notti di lavoro, furono ritrovate la tomba e il corpo. Fu allora costruita una cappella in stile neoclassico, ma fu Ugo Tarchi a realizzare, tra il 1927 e il 1930, l'attuale cripta, rivestendola di pietra, dopo averla spogliata dei marmi preziosi che la adornavano. Austera e spoglia, è degna del Poverello: non vi sono né stucchi, né dorature. La tomba di Francesco, al di sopra dell'altare, è composta dal sarcofago di pietra entro il quale frate Elia fece deporre il corpo del Santo; è ricoperto da una grata di ferro dell'epoca. Questa tomba è il cuore del Santuario e lungo 8 secoli, 18 pontefici vi si sono inginocchiati in preghiera. Con l'autorizzazione di Paolo VI, nel 1978 si effettuò una ricognizione: lo scheletro venne esaminato da esperti e rideposto come lo si era trovato. Attorno a Francesco, nel 1932 sono stati sepolti quattro fra i suoi primi compagni: Fra Rufino, Fra Angelo, Fra Masseo e Fra Leone.
Vicino alla scala d'accesso alla cripta, troviamo l'urna funeraria che contiene i resti di Jacopa dei Settesoli, «Frate Jacopa», la nobildonna romana che venerò San Francesco e lo assistette nelle sue ultime ore alla Porziuncola. Accanto alla cancellata di ferro, all'ingresso della cripta, c'è la lampada alimentata dall'olio offerto a turno dai Comuni d'Italia che arde davanti alla tomba del Patrono della nazione. Una scritta in essa dice: «Altro non è che di sua luce un raggio».