San Pio da Pietrelcina 23 Settembre
«La Messa: annullata ogni distanza di tempo
e di spazio tra l’altare e il Calvario».
È motivo di gioia celebrare oggi l’Eucaristia in onore di San Pio… o meglio, come viene chiamato dai fedeli, Padre Pio da Pietrelcina. Vorrei ricordare alcune parole pronunciate dal Santo Padre Giovanni Paolo II nell'udienza in piazza S. Pietro: «La divina Provvidenza ha voluto che Padre Pio fosse beatificato alla vigilia del grande Giubileo del 2000. Qual è il messaggio che con questo evento il Signore vuole offrire ai credenti e all’umanità?». E rispondeva «È il messaggio che coincide con il contenuto essenziale del Giubileo: Gesù Cristo è l’unico Salvatore del mondo. In Lui la misericordia di Dio si è fatta carne per donare la salvezza all’umanità mortalmente ferita dal peccato. E Padre Pio, tutto raccolto in Dio, portando sempre nel suo corpo la passione di Gesù, è stato pane spezzato per gli uomini affamati del perdono di Dio Padre». Mi lascio allora ispirare dalle letture della Messa per cogliere alcuni atteggiamenti costanti della sua persona.
Il segreto della preghiera continua.
L’amore alla Croce.
Il cuore di ogni giornata: La Santa Messa.
Il segreto della preghiera continua.
Francesco Forgione entra a 16 anni nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Intende così rispondere all’iniziativa di Dio che lo chiama a seguire Gesù nell’umiltà, nella povertà, nell’obbedienza, nella dura ascesi propria di questo ordine religioso francescano. Si consacra a Dio in modo totale, completamente disponibile all’azione dello Spirito Santo. Nella sua pagina biografica leggiamo: «Assiduamente dedito alla preghiera, passava la giornata e gran parte della notte in colloquio con Dio». È la preghiera il primo tratto del suo volto, il vero segreto della sua esistenza. «La preghiera - soleva ripetere - è la migliore arma che abbiamo, è una chiave che apre il cuore di Dio. Nei libri cerchiamo Dio, nella preghiera lo troviamo». Una preghiera continua, quella di Padre Pio, una preghiera che permeava tutte le ore della sua giornata. Si alzava alle tre di notte, si recava nel coretto per prepararsi alla Messa che celebrava alle cinque. Dopo la Messa e il ringraziamento confessava fino a sera, interrompendo il ministero per andare ad adorare il SS. Sacramento. Teneva sempre in mano la corona del Rosario e si rivolgeva alla Madonna con la tenerezza di un fanciullo. Anche le ultime ore prima della morte, avvenuta alle 2,30 del mattino del 23 settembre 1969, le trascorse nella visione della gloria del Cristo Risorto. Possiamo facilmente immaginare che nelle sue preghiere si univa a Gesù che loda e benedice il Padre, a Gesù che soffre nel Getsémani, a Gesù che accetta l’abbandono del Padre sulla croce. Nella convinzione che la preghiera fosse il modo migliore per portare gli uomini a Dio, pensò ai Gruppi di Preghiera come «fari di luce e di amore nel mondo» secondo le parole di Giovanni Paolo II: «Desiderava che molte anime si unissero a lui nella preghiera» 3 maggio. «Pregate il Signore con me - diceva Padre Pio - perché tutto il mondo ha bisogno di preghiere».
L’amore alla Croce.
Nella Lettera ai Galati Paolo afferma che l’unico vanto è l’amore di Dio e di Cristo, significati dalla Croce, perché aprono la strada della salvezza mediante la fede e inaugurano la nuova creazione. Questa è la regola normativa del cristiano. Padre Pio ha pienamente vissuto questa norma in un continuo esercizio di fede, di amore, di speranza; ha testimoniato con la sua vita che la Croce è il centro della storia. E ha avuto anche il dono di essere - come diceva Paolo VI - «rappresentante stampato delle stimmate di Nostro Signore» 20 febbraio 1971. Quando, contro la sua volontà, si diffuse la notizia delle stimmate, oltre alle sofferenze fisiche iniziò per lui una inenarrabile «via crucis» di sofferenze interiori, di prove, di calunnie. Furono la fede, l’obbedienza e l’amore appassionato a Gesù che gli permisero di accettare tutto in silenzio. Ai suoi Superiori ripeteva: «Non voglio essere altro che un povero frate che prega». L’innata umiltà di Padre Pio non si adattò mai al chiasso e alla confusione che si creò attorno a lui e si addolorava molto allorché la gente gli attribuiva dei prodigi; rimproverava anzi bruscamente coloro che gli si avvicinavano per curiosare. Dice ancora il Papa nell’udienza del 3 maggio: «La testimonianza di Padre Pio costituisce un potente richiamo alla dimensione soprannaturale, da non confondere col miracolismo, deviazione da cui egli sempre si difese con fermezza».
Il cuore di ogni giornata.
Se la preghiera era il segreto della vita di Padre Pio e l’amore al Crocifisso la forza del suo cammino, la Messa era «il cuore di ogni sua giornata» Giovanni Paolo Il. La pagina del Vangelo di Giovanni, col grido di Gesù: «Ho sete» e il racconto del colpo di lancia che fa uscire dal cuore di Cristo sangue e acqua, richiama un’altra dimensione fondamentale della vita di padre Pio: il modo con cui viveva l’Eucaristia e con cui esprimeva, nel sacramento della Confessione, la carità infinita di Dio come frutto dell’Eucaristia. Un padre gesuita, lascia una testimonianza scritta che mi colpisce: «Nella Messa Padre Pio si trasfigurava, sembrava che venisse annullata ogni distanza di tempo e di spazio tra l’altare e il Calvario; si intuiva che viveva nell’anima e nel corpo il dramma della Croce. E questo accadeva ogni giorno, mese dopo mese, per 50 anni. Si tratta di una grazia molto alta. A partire dalla Messa si avverava in lui la parola di Paolo: «Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me». E, dopo la Messa, l’ascolto nel confessionale. Egli si immolava ogni giorno in unione con Gesù per la salvezza del mondo, non soltanto pregando ininterrottamente e facendo sacrifici ma prendendo su di sé i peccati che gli confessavano. Questo suo trovarsi faccia a faccia con il peccato, con tutte le miserie del mondo, ha costituito per lui un peso gravoso, ma l’ha portato con amore ed eroica abnegazione, abbandonandosi - come diceva - «al cuore di Gesù» e alla misericordia del Padre celeste.
Il nostro impegno.
Mi pare allora siano tre gli inviti che oggi ci rivolge Padre Pio per aiutarci a vivere la fede e la Santa Messa; è infatti nell’Eucaristia che il Figlio di Dio, che si è incarnato nel grembo di Maria, continua a donarsi all’umanità quale sorgente di vita divina.
* L’invito alla preghiera, una preghiera di lode e riconoscenza a Dio, che ci renderà più consapevoli della necessità di pregare per il mondo intero, di pregare perché tutta l’umanità conosca e accolga l’amore e il perdono del Padre e si incammini verso il Padre di Gesù e Padre nostro.
* L’invito alla fede, una fede matura e profonda nel mistero di Gesù Crocifisso Risorto come chiave dell’esistenza umana e centro di tutto il Vangelo. Padre Pio ci insegna ad accogliere con fede e amore la legge della Croce, a trarre il bene dal male, la vita dalla morte.
* L’invito a riscoprire la potenza straordinaria dell’Eucaristia, della comunione eucaristica per il nostro rinnovamento personale e morale e anche la bellezza del Sacramento della Riconciliazione, che ci rende capaci di donare a tutti i fratelli il perdono che Dio dona a noi.
Chiediamo a Padre Pio di vegliare su di noi con la sua intercessione per farci essere più generosi nel seguire Gesù, nel tendere a quella santità quotidiana che sola può irradiare gioia, pace e speranza, nell’aprire il nostro cuore ai sofferenti. E la Madonna delle Grazie, da lui tanto amata, ci accompagni con la sua benedizione.
Sia lodato Gesù Cristo.
+ Carlo Maria Cardinal Martini, Arcivescovo di Milano
Omelia nella celebrazione eucaristica in onore del Beato Padre Pio da Pietrelcina.
Milano, Duomo 19 giugno 1999.