Preghiera e Liturgia

Assunzione di Maria al cielo 2023

AssuntaTizianoCattedraleVerona«Maria ha scelto la parte migliore,
che non le sarà tolta». Lc 10,12.

Celebriamo la grande Solennità dell’Assunzione di Maria al cielo. Fiore eletto della creazione, viene trapiantata nel giardi­no di Dio; oggi il profumo della risurrezione suscita in noi il desiderio e la nostalgia della patria, poiché in questo mondo siamo ospiti e pellegrini. Og­gi la Chiesa nel mondo intero canta il Magnificat della Vergine. Uniamoci a questo stupendo cantico di lode e di ringraziamento, perché anche in noi il Signore oggi può fare grandi cose, come le ha compiute un giorno nella vita di Maria. In questa celebrazione dell’Assunzione di Maria nella gloria del Cielo, non distogliamo lo sguardo dalla nostra terra, in cui ella ha vissuto con amore e fedeltà. Vi sono creature che non dovrebbero morire mai: tanto esse sono necessarie ed insostituibili nella nostra vita quotidiana. Sono le mamme: angeli visibili, cui il buon Dio ci affida fin dal primo soffio di vita e che, dopo averci nutriti nel proprio seno, ci sostengono, ci educano, ci guidano, ci confortano per tutti i nostri giorni della nostra esistenza. Il tempo, nella sua corsa, ci distacca dalle loro braccia, ma non dal loro cuore e per la loro tenerezza, noi rimaniamo sempre «i piccoli», anche quando siamo diventati grandi per statura e per età, se non per virtù, fama o ufficio. Perciò il distacco imposto dalla morte è uno strappo senza misura e solo la benefica fede sorregge, nella certezza di una protezione, resa per virtù di visione più vigile e più sicura.

Queste riflessioni possono farci intendere il dolore degli Apostoli, quando si accorsero che la Madonna aveva chiuso per sempre i suoi occhi purissimi alle miserie della terra. Gesù l’aveva lasciata quaggiù proprio perchè fosse ad essi Madre e Maestra. Ed essi avevano goduto santamente quell’inestimabile dono d’amore. Sospinti dallo Spirito Santo a pellegrinare lontano per annunciare alle genti il Regno di Dio, la speranza di tornare a rivederla, la certezza d’essere seguiti dalla sua benedizione, la gioia della sua dolcezza materna li accompagnava ovunque come un viatico di bontà.
L’annuncio della sua dolcissima morte li aveva richiamati tutti nella Santa Città, per contemplare almeno per l’ultima volta quei lineamenti purissimi, che ricordavano così espressivamente quelli di Gesù. Il funerale fu celebrato nella Valle di Giosafat, ai piedi del Monte degli Ulivi. Mancava solo Tommaso, che arrivò dopo tre giorni e si raccolsero nuovamente accanto al candido sepolcro scoperchiato. Non videro che rose e gigli, mentre un soave canto d’angeli pareva ripetere al loro cuore: «È glorificata la Santa Madre di Dio nel celeste Regno». Essi compresero allora, nella luce dello Spirito Santo, quanto legittimo e conveniente fosse quel trionfo. San Modesto, Patriarca di Gerusalemme, affermava: «Ipso e sepulcro excitante atque a se adsumente» - Maria fu scossa dalla morte e trasportata in cielo da Gesù.
L’Immacolata non doveva soggiacere alla corruzione che è castigo del peccato. Colei che aveva donato la sua carne e il suo sangue al Verbo di Dio, perché Egli fosse uomo fra noi, non doveva subire l’umiliante degradazione del sepolcro. La Corredentrice del genere umano non doveva attendere la fine dei secoli per essere compartecipe della gloria del Figlio, nella gioia della vita immortale. La Regina degli Angeli aveva ben diritto al riconoscimento della sua sovranità.
Poteva Gesù, figlio buono, non concedere alla Madre sua questo privilegio, quasi corona degli altri, pur stupendi e singolari? La persuasione degli Apostoli è divenuta patrimonio dei fedeli.

La Chiesa, attraverso la costante tradizione liturgica, ha espresso la sua certezza. Lassù in Paradiso, accanto alla sacra umanità di Gesù, vi è Maria, la Madre, nella bellezza della sua persona: primizia di tutti coloro che, nel nome e per la virtù del Cristo, sono chiamati a risorgere a vita immortale. La «piena di grazia» rifulge lassù «piena di gloria», rivestita di sole: amicta sole. Come non asciugare sulle pupille il pianto per la tristezza del distacco, quando vi è la certezza del suo sovrano trionfo? Ella vive, come Gesù, «in preghiera per noi». Ascesa al soglio del più elevato trono concesso a creatura, Ella non ha dimenticato la sua gente, i suoi innumerevoli figli. Anzi, Ella sa che la sua supplica, per la dignità del suo merito, è sempre esaudita. Perciò è pronta ad ascoltare ogni nostro grido, ogni nostro desiderio, ogni nostra lacrima. Lo ha ben dimostrato in tutti questi secoli.

Chi si è rivolto a lei e non è stato esaudito? Chi non ha la sua segreta storia di riconoscente amore, per le grazie e i benefici ricevuti? Chi non ha sperimentato nell’ora del dubbio, della tentazione, dell’uragano la sua materna e regale protezione? Gioiamo dunque tutti nel Signore, celebrando la Festa della Beata Maria Vergine, della cui Assunzione godono gli angeli in cielo e gli uomini sulla terra e lodano tutti il Figlio di Dio.
Una consuetudine la cui origine si perde nella notte dei tempi e che trova la sua ragione nell’asfissiante caldo delle assordanti e rumorose città, fa sospendere il lavoro e invita allo svago, nell’aria balsamica del mare o del monte, proprio questi giorni, una gran parte dei cittadini. Non certo la Chiesa condanna il riposo e lo svago. Essa che li prescrive anzi ad ogni settimana, nei giorni del Signore, come inno di lode ed atto di sudditanza all’Altissimo. Ma è suo desiderio ardente che il riposo e lo svago non siano occasioni di dissipazione, di scandalo, di colpa. L’orizzonte sconfinato del mare, come la severa asprezza del monte sono, a chi li sa intendere, voci di richiamo a trascendere la stretta cerchia delle cose destinate a perire, ad ascendere oltre il panorama degli occhi mortali, a sentire il fascino delle realtà che sono al di là della vita fugace. Oh! Se tutti i fratelli nel Cristo sapessero nella sera del Ferragosto spingere il loro sguardo oltre l’azzurro del firmamento ed intravedere, fra lo splendore delle stelle, la celeste Regina, sempre disposta a raccogliere con materna sollecitudine le loro preghiere e i loro voti!

Ad superna semper intenti!

Sia lodato Gesù Cristo.

Preghiera di Sua Santità Pio XII
alla Vergine Assunta in cielo.
 
O Vergine Immacolata,
Madre di Dio e Madre degli uomini.
Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede
nella vostra assunzione trionfale in anima e in corpo al cielo,
ove siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei Santi; 
e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore,
che vi ha esaltata sopra tutte le altre pure creature,
e per offrirvi l'anelito della nostra devozione e del nostro amore.

Noi sappiamo che il vostro sguardo,
che maternamente accarezzava l'umanità umile e sofferente di Gesù in terra,
si sazia in cielo alla vista della umanità gloriosa della Sapienza increata,
e che la letizia dell'anima vostra nel contemplare faccia a faccia l'adorabile Trinità
fa sussultare il vostro cuore di beatificante tenerezza; 
e noi, poveri peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell'anima,
vi supplichiamo di purificare i nostri sensi, affinchè apprendiamo, fin da quaggiù,
a gustare Iddio, Iddio solo, nell'incanto delle creature. 

Noi confidiamo che le vostre pupille misericordiose
si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce,
sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze;
che le vostre labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie;
che voi sentiate la voce di Gesù dirvi di ognuno di noi,
come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio; 
e noi, che vi invochiamo nostra Madre,
noi vi prendiamo, come Giovanni,
per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale. 
Noi abbiamo la vivificante certezza che i vostri occhi,
i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù,
si volgono ancora verso questo mondo in preda alle guerre,
alle persecuzioni, alla oppressione dei giusti e dei deboli ; 
e noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime,
attendiamo dal vostro celeste lume e dalla vostra dolce pietà
sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra Patria. 

Noi crediamo infine che nella gloria, ove voi regnate,
vestita di sole e coronata di stelle,
voi siete; dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi; 
e noi, da questa terra, ove passiamo pellegrini,
confortati dalla fede nella futura risurrezione,
guardiamo verso di voi, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza;
attraeteci con la soavità della vostra voce, per mostrarci un giorno,
dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del vostro seno,
o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. 

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