19 Domenica del Tempo Ordinario 2023
Il dubbio e la paura nella difficoltà sono sentimenti umani: la prova della fede e della vita accompagna la vita del credente. «Coraggio, sono io, non abbiate paura». È questa la Parola di Gesù. Una parola per i discepoli che affrontano una tempesta sul lago e oggi rivolta soprattutto a chi vive una qualche tempesta nella sua vita. La fede ci sostiene nel cammino di ogni giorno. Accogliamo il Signore nella nostra vita, con il dono di una fede grande, capace di fidarsi e affidarsi totalmente a Lui. Questo passo evangelico sul mare ci sorprende per il suo carattere spettacolare, non consueto nel Vangelo. Lo spirito filosofico di Cartesio cerca spiegazioni razionali al fatto per renderlo più credibile. Si capisce il significato e il motivo dei miracoli come le guarigioni, ma al camminare sulle acque è più difficile trovare un significato. Questo episodio rivela Gesù Salvatore, vincitore per la sua resurrezione. Molti dettagli del testo lo confermano...
La venuta di Gesù alla fine della notte evoca la sua uscita dalla tomba. La sua presenza accogliente dei discepoli richiama le sue apparizioni dopo la Resurrezione quando loro «pensano di vedere uno spirito». Li rassicura con la stessa parola: «Sono io, non abbiate paura».
Le icone orientali della Resurrezione ci presentano Gesù che cammina sulle acque prendendo per mano Adamo ed Eva. Qui c’è lo stesso gesto. San Pietro lo chiama per due volte «Signore», il nome divino dato a Gesù risorto dalla prima chiesa. Gesù rivela il suo volto di Dio Salvatore. Riceviamo qui un segno dell’identità di Gesù, Figlio di Dio. In Lui Dio cammina con noi nel cammino caotico del mondo per essere difesi da tutti i tentativi di morte sulle acque tumultuose della storia. Spesso la Chiesa è paragonata ad una nave che attraverso l’oceano dei secoli, in mezzo alle tempeste, conduce l’umanità nelle strade della vita.
Gli eventi di questi due millenni giustificano questa immagine. Oggi come ieri la traversata non è facile. La chiesa fa un viaggio in mezzo ai pericoli, perché i discepoli di Cristo non sono del mondo. Si batte tra la tentazione della ricchezza e della potenza, è affrontata dal paganesimo in tutte le forme, subisce burrasche interne e divisione fra gli stessi cristiani. Spesso è tentata di infedeltà al Vangelo e la fede dei suoi membri è messa in pericolo. Ma Lui è sempre con noi tutti i giorni. Siamo testimoni delle lotte attuali della chiesa e delle sfide tra cui deve porsi come lievito di verità e di libertà nell’umanità. Alcuni si chiedono se avrà un avvenire; coloro che prevedono la fine delle grandi religioni. Non lasciamoci impressionare. Manteniamo sicura la nostra fede e la promessa del Signore. Il tempo della Chiesa è certamente il tempo dell’assenza visibile di Cristo, ma è il tempo dello Spirito difensore e imbarcato con noi. Il Cristo, apparentemente invisibile a noi è in realtà nella sua Chiesa con una presenza discreta «come un vento leggero».
A noi inventare nuove forme per annunciare la buona novella a questo mondo in cerca di anima, anche se così scristianizzato e secolarizzato. Siamo forti della presenza del Signore «tutti i giorni fino alla fine del mondo». Preghiamo oggi anche per le persone che sono al governo della Chiesa: il Santo Padre, i Vescovi e i Cardinali… insieme a tutti i Sacerdoti. Forse non ce ne accorgiamo: spesso hanno bisogno di preghiera più di quanto noi crediamo o immaginiamo!
Camminare con Gesù tra il dubbio e la fede. Perché Pietro chiede di camminare sulle acque? Vuole venire verso Gesù, ma dimentica la fiducia e si lascia prendere dal suo istinto di pescatore, dubita e ha paura. Gesù gli tende la mano, lo sostiene e lo fa salire sulla barca con Lui, non senza, prima, avergli fatto notare il suo essere uomo di poca fede.
Afferriamo anche noi la mano che Gesù ci tende. Forse oggi ci riconosciamo nell’apostolo Pietro, con il nostro entusiasmo, la nostra fede, ma anche con i nostri dubbi. Nonostante le tempeste della nostra vita e del nostro animo più profondo… nonostante il nostro peccato e la nostra infedeltà, siamo sicuri che il Signore è sempre con noi, ci tende la mano e ci attira verso di sé. Solo il Maestro, solo il Signore può dominare le alte onde del mare, da sempre, nella Bibbia, potente e oscuro simbolo del male e della paura. Solo Lui. Noi non siamo capaci, ma il Signore ci sfida, ci spinge ad avere coraggio. Ma Pietro, questo Pietro, ogni Pietro, sa bene che il Signore Gesù ci raggiunge nella tempesta. Sempre. Davanti ai dubbi di fede, davanti alle tempeste della vita, il discepolo è chiamato, come Elia, ad ascoltare nel suo cuore il mormorio di Dio, che è il silenzio, la preghiera, l’ascolto del grande e quieto oceano della presenza di Dio.
Solo così possiamo arrivare all’altra riva.
Sia lodato Gesù Cristo.
Mons. Giuseppe Mani,
Già Arcivescovo dell’Ordinariato Militare e Arcivescovo di Cagliari.
Colloquio Spirituale.
Ci sono momenti in cui la nostra barca
affronta la traversata del lago con il vento in poppa.
Allora, Gesù, quando tutto scorre liscio,
mi lascio afferrare dall’ottimismo
e mi pare che ogni cosa mi sorrida.
Ma quando il vento è contrario,
quando rimanerti fedeli
significa trovarsi davanti ostacoli e difficoltà,
sospetti e pregiudizi, se non addirittura qualche scherno,
allora comincio ad avere paura.
Paura per quello che mi accade
e per quello che mi riserva il futuro,
paura per quando questo vento si farà ancora più forte
ed io mi sentirò sballottato dalle onde.
Tu, però, non mi lasci solo, non mi abbandoni:
tu vieni incontro a me
e a tutti quelli che si trovano nella barca.
Tu ci mostri come sia possibile
affrontare il mare in tempesta,
lo scatenarsi degli elementi:
basta che ci fidiamo di Te,
della tua Parola, della tua presenza.
Allora siamo in grado di attraversare qualsiasi avversità,
senza alcun timore, perché Tu sei con noi.