San Francesco d'Assisi 4 ottobre 2022
«Hic locus sanctus est» Scritta alla porta della Porziuncola.
Per più di 100 anni i frati, Fratelli di San Francesco, hanno retto questo tempio e hanno prestato il loro servizio nel Cimitero Monumentale di Verona. Ancora oggi queste mura e queste pietre sono intrise dello spirito francescano.
Francesco nacque ad Assisi nel 1182 da Pietro di Bernardone, ricco mercante di panni e dalla nobile provenzale Giovanna. Da una vita giovanile, spensierata e mondana, dopo aver incontrato i lebbrosi, si convertì al Vangelo e lo visse in povertà e letizia, seguendo il Cristo umile, povero e casto. Insieme ai primi fratelli che lo seguirono, attratti dalla forza del suo esempio, predicò l'amore del Signore, contribuendo al rinnovamento della Chiesa. Innamorato del Cristo, centrò nella contemplazione del Presepe e del Calvario la sua esperienza spirituale. Portò nel suo corpo i segni della Passione di Gesù, con il dono che Dio gli fece delle stimmate. Per questo Francesco può dire, come san Paolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» Gal 6,14. San Francesco fu ispiratore e padre delle famiglie religiose maschili e femminili, che da lui prendono il nome. Pio XII lo proclamò patrono d'Italia il 18 giugno 1939.
San Francesco, prega per noi!
Entriamo ora come in punta di piedi e in preghiera
nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e nella Porziuncola...
Ai piedi della collina di Assisi si erge maestosa e solenne la Basilica di Santa Maria degli Angeli, sorta tra gli anni 1569 e 1679 110 anni per incastonare i luoghi della vita e della morte di San Francesco. Il progetto originario di Galeazzo Alessi 1512-1572 era caratterizzato da una rigorosa semplicità strutturale, conforme all'ideale francescano di povertà. I forti eventi tellurici che scossero l'Umbria nel 1832 provocarono danni gravissimi alla Basilica. Al termine di un lungo e complesso restauro, essa fu riaperta al culto l'8 settembre del 1840.
La facciata ed il portico, in stile rinascimentale, furono aggiunti successivamente nel 1924 ispirata al barocco romano, venne rielaborata radicalmente su un progetto di Cesare Bazzani, con l'intento di conferirle una monumentalità degna dell'importanza del Santuario: fu inaugurata l'8 giugno 1930 e alla sua sommità collocata un'imponente statua della Vergine in bronzo dorato, opera dello scultore Guglielmo Colasanti. Della costruzione originale dell'Alessi rimasero la cupola e l'abside. La cupola e il campanile vennero terminati nel 1680, mentre nel 1950 venne completato il piazzale davanti alla Basilica.
Dei due campanili previsti fu innalzato solo quello di destra. È considerato uno degli edifici più sacri della cristianità. Le sue misure sono a dir poco impressionanti: 75 metri di altezza sino alla sommità della cupola, distribuita per 126 metri di lunghezza e 65 metri di larghezza.
Le 3 navate in perfetto stile dorico conferiscono al luogo sacro un’architettura semplice ed elegante. Grazie alle famiglie nobili di Assisi, nel corso degli anni vennero fatti alcuni lavori di restauro alle cappelle, per riportarle agli antichi splendori. Nell'abside, il bellissimo Coro Ligneo ed il Pulpito, opere di certosino intaglio eseguite dai frati nel XVII secolo, mentre al centro troneggia l’altare papale.
La grandiosa Basilica, la cui costruzione ebbe inizio il giorno 25 marzo, festa dell'Annunciazione, è sorta per accogliere le innumerevoli folle di pellegrini che qui giungevano da ogni parte del mondo, specialmente in occasione della Festa del Perdono d’Assisi. Il nome del Santuario deriva dall'apparizione della Vergine Maria circondata da un coro di angeli, nel 1216, a Francesco: «Quella notte Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la Sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia rivolta a terra il suo Signore». Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: «Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, gli conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe». «Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande», gli disse il Signore, «ma di maggiori cose sei degno, di maggiori ne avrai, accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio Vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza». Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà, dette la sua approvazione. Poi disse: «Per quanti anni vuoi questa indulgenza?». Francesco: «Padre Santo, non domando anni, ma anime» e felice si avviò, ma il Pontefice lo richiamò: «Non vuoi nessun documento?». «Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni». Qualche giorno più tardi, insieme ai Vescovi dell'Umbria, al gran popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!».
Quando Francesco giunse qui agli inizi del 1200, la chiesetta umile e solitaria dedicata alla Vergine Assunta era circondata da una selva di querce e giaceva in uno stato di quasi totale abbandono. Francesco la riparò con le sue mani e ne fece in seguito il punto di riferimento di tutta la sua vita e della vita della comunità francescana. Fu qui che scese nel suo cuore in ricerca, la parola di Cristo che lo strappò definitivamente dal mondo e dalle cose di prima, sospingendolo coraggiosamente ed entusiasticamente per la strada del Vangelo.
Era il 24 febbraio del 1208, allorché risuonò in questa povera chiesa nel profondo del cuore di Francesco l'invito del Signore Gesù: «Andate... annunciate che il regno dei cieli è vicino, non procuratevi ne oro, ne argento, ne bisaccia, non preoccupatevi per il domani... gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date... entrando nelle case dite: pace, pace!». Francesco ne fu folgorato e, pieno di gioia disse il suo sì più grande, iniziando a percorrere il cammino della libertà: «Questo è ciò che voglio, questo io desidero fare con tutto il mio cuore!». Subito abbandonò le ricche sue vesti, indossò una tonaca a forma di croce e a tutti, ovunque, cominciò a svelare il tesoro prezioso che finalmente aveva scoperto e che gli stava colmando il cuore di una incontenibile gioia: Cristo Signore!
La Porziuncola.
Dalla lingua latina «Portiuncola» = chiesetta circondata da una piccola pezza di terra.
«Un bosco, un sentiero, una cappella semidiroccata.
Il bosco ha lasciato il posto a un borgo,
il sentiero è diventato una strada,
e, sopra la cappellina, si innalza un'imponente Basilica».
È questo il luogo più sacro del francescanesimo:
- qui Francesco stabilì la sua dimora,
- qui accolse i primi compagni.
- qui fondò l'ordine dei Frati Minori (Francescani),
- qui accolse Chiara di Assisi e la consacrò al Signore,
- qui maturò nella preghiera l'Ordine Francescano Secolare (Terzo Ordine),
- qui tenne i primi capitoli dei suoi frati,
- qui, infine, concluse la sua vita, accogliendo la morte cantando (3 ottobre 1226).
Esterno della Porziuncola.
Sulla facciata troviamo un dipinto del 1829 che propone la scena di san Francesco che ottiene l'indulgenza del Perdono di Assisi. Al di sopra del portale una scritta latina dice: «Questa è la porta della vita eterna», mentre un'altra sulla soglia dice: «Questo luogo è santo». Ambedue ricordano come Francesco ha sentito questa porzione di Paradiso in terra: «Dimora di Dio», «Luogo caro al di sopra di tutte le chiese del mondo alla Vergine Maria», «Porta della vita eterna» e perciò luogo santo e quindi degno di ogni onore, amore e venerazione. Sul fianco destro della Porziuncola, all'esterno, due frammenti di dipinti di ignoto autore umbro: la Vergine fra i Santi Antonio di Padova e Bernardino da Siena ed un volto ancora di San Bernardino. Nella stessa parete è la pietra tombale di Frate Pietro di Catanio, primo vicario di San Francesco.
Interno della Porziuncola.
L'interno puro, scarno e semplice è di sapore gotico per la spinta verticale della volta, impressagli da Francesco quando la restaurò. Sembra tramandare l'eco incessante della preghiera del Santo e della prima generazione francescana che qui visse contenta di Dio solo. Pietre calde, luminose, levigate lungo i secoli da mani devote che qui si sono aggrappate, come ad ancora di salvezza, attingendo alla sorgente del Perdono e della grazia di Dio. Alcuni affreschi del 300 o 400, con volti di Apostoli e di Evangelisti e una pietà, oltre a decorazioni varie sono nella volta e nei lati destro e sinistro del presbiterio.
Ma il capolavoro che illumina di luce e che riscalda è senza dubbio la grandiosa tavola del 1393, dipinta su commissione di F. Francesco da Sangemini, per un voto, da prete Ilario da Viterbo, della scuola senese. Al centro della pala è la scena dell'Annunciazione. Come infatti a Nazareth il sì della Vergine determinò il compiersi della nostra salvezza, così qui il sì di Francesco e di Chiara e di una innumerevole moltitudine di fratelli che qui hanno aderito al progetto di Dio, ha fatto rifiorire una rinnovata salvezza e grazia per tutta l'umanità.
Le scene che girano attorno all'Annunciazione ripropongono la storia del Perdono di Assisi:
- in basso, sulla destra, Francesco si getta nudo fra le spine, per vincere una violenta tentazione;
- subito sopra, Francesco che ha delle rose in mano, è accompagnato da due angeli verso la Porziuncola;
- in alto è la grandiosa scena dell'apparizione del Cristo e della Vergine, circondati da ben 60 angeli;
- a sinistra scendendo, il Santo dinanzi al Pontefice Onorio III implora la conferma dell'indulgenza;
- in basso è il Santo che da un pulpito, assieme ai Vescovi dell'Umbria, annuncia Perdono con le famose parole:«Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!».
Sia lodato Gesù Cristo.