Preghiera e Liturgia

Esaltazione della Santa Croce 2022

SantinoCrocifisso 2«Ave crux, spes unica mundi!».
Festa del Crocifisso restaurato.

Celebriamo la Festa della Esaltazione della Santa Croce. La Liturgia ci offre la possibilità di riflettere sul mistero di Gesù Crocifisso per coglierne la bellezza, e percepire lo splendore di gloria che rifulge dal legno della croce. In Gesù crocifisso noi contempliamo la certezza che tutte le nostre colpe sono perdonate per il Sangue di Cristo. Guardando Gesù crocifisso Dio ci salva. La croce diventa, allora, potente e gloriosa, splendida, capace di ridare armonia e verità, diventa radiante di misteriosa bellezza. Ringraziamo il Padre per averci salvati attraverso l’offerta di Cristo sulla croce. Al termine di questa Eucaristia ci fermeremo alcuni istanti a contemplare il nostro Crocifisso restaurato e chiederemo la benedizione di Dio onnipotente perché Lui ci guardi e ci aiuti ogni giorno della nostra vita e, fin d’ora preghiamo:

«Salve, croce adorabile!
Su questo altare muore la vita
e morendo ridona agli uomini la vita.
Salve, croce adorabile,
sola nostra speranza!
Concedi perdono ai colpevoli,
accresci nei giusti la grazia.
O Trinità beata, unico Dio,
a Te si elevi la lode;
custodisci nei secoli
chi dalla croce è rinato. Amen».

Il senso della festa della Croce.
«Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò sè stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» Fil 2,5-8. Le parole dell’Apostolo Paolo ci danno il senso della festa che oggi celebriamo.
 
Il supplizio della Croce.
Non era la croce considerata dagli antichi come «il supplizio più terribile e più infamante?» Cicerone, In Verr. II. Era allora cosa frequente vedere un ladro o uno schiavo messo in croce e ciò che di questo supplizio indirettamente conosciamo ci permette di valutarne l’atrocità. Il crocifisso moriva con lenta agonia, soffocato per l’asfissia, determinata dalla estensione delle braccia in alto, e torturato da crampi ai nervi irrigiditi.
 
Il culto della Croce.
Cristo ha subito il supplizio per ciascuno di noi; ha offerto al Padre, con un amore infinito il sacrificio del suo corpo disteso sulla Croce. Lo strumento di supplizio, fino allora oggetto di infamia, diventa per i cristiani la gloria e San Paolo non vuole aver gloria che nella croce del Signore, nella quale risiede la nostra salvezza, la nostra vita, la risurrezione, e per la quale siamo stati salvati e liberati. Il culto della Croce, strumento della nostra redenzione, si è molto diffuso nella Chiesa: la Croce è adorata e riceve omaggi, che non si concedono ad altre reliquie e le feste della Santa Croce rivestono particolare splendore. Il Rito antico, prima del Concilio Vaticano II, avrebbe già festeggiato l’avvenimento del rinvenimento della Croce il tre maggio, oggi la Chiesa celebra l’Esaltazione della Croce, festa, che ha un’origine complessa ma che la storia ci permetterà di precisare.
 
Origine della festa.
La data del 14 settembre segna l’anniversario di una dedicazione, che lasciò nella storia della Chiesa un profondo ricordo. Il 14 settembre del 335 una folla considerevole di curiosi, di pellegrini, di monaci, di clero, di prelati, accorsi da tutte le province dell’Impero, si riunivano a Gerusalemme per la Dedicazione del magnifico Santuario restaurato dall’Imperatore Costantino nel luogo dove il Signore aveva sofferto ed era stato sepolto. L’anniversario continuò ad essere celebrato con non minore splendore negli anni seguenti. La pellegrina Eteria, venuta a Gerusalemme, al tramonto del IV secolo, ci riferisce che più di 50 vescovi assistevano ogni anno alle solennità del 14 settembre. La dedicazione aveva rito pari alla Pasqua e all’Epifania e si protraeva per otto giorni con immenso concorso di pellegrini.
 
Doppio significato della festa.
Altri elementi si aggiunsero in seguito alla festa annuale della Dedicazione. Primo fu il ricordo dell’antica festa giudaica dei Tabernacoli, che coronava le fatiche della vendemmia. Si credeva che fosse celebrata il 14 settembre e la festa cristiana della Dedicazione doveva prenderne il posto. Dal secolo IV un altro ricordo, questo prettamente cristiano, si univa alla festa del 14 settembre e cioè il ritrovamento del legno sacro della Croce. Una cerimonia liturgica detta «elevazione o esaltazione» (hypsosis) della Croce ricordava tutti gli anni la fortunata scoperta. Il luogo in cui la Croce era stata innalzata era considerato centro del mondo e per questo un sacerdote alzava il legno sacro della Croce verso le quattro diverse parti del mondo. I pellegrini, a ricordo della cerimonia, si portavano a casa una minuscola ampolla contenente dell’olio, che era stata posta a contatto del legno della Croce.
 
Diffusione della festa.
La cerimonia prese un’importanza sempre più grande e avvenne che nel VI secolo il ricordo del rinvenimento della Croce e la Dedicazione avvenuta sul Golgota passarono in secondo piano. I frammenti del sacro legno furono distribuiti nel mondo e con i frammenti si diffuse nelle Chiese cristiane la cerimonia della Esaltazione. Costantinopoli adottò la festa nel 612, sotto l’Imperatore Eraclio e Roma l’ebbe nel corso del secolo VII. Sotto Papa Sergio, morto nel 701, al Laterano il 14 settembre si ripeteva l’adorazione della Croce del Venerdì Santo e gli antichi Sacramentari hanno conservata una orazione «ad crucem salutandam» in uso in tale cerimonia. Il rito durò poco e scomparve dagli usi romani, ma l’orazione restò nelle raccolte di orazioni private Ephemerides liturgicae, 1932, p. 33 e 38, n. 16. Ai nostri tempi l’adorazione della Croce il 14 settembre si fa ormai solo nei monasteri e in poche Chiese.
 
Nuovo splendore della festa.
Nel corso dei secoli un avvenimento venne a rinnovare lo splendore della festa della Esaltazione. Gerusalemme nel 614 era stata occupata dai Persiani e messa a ferro e fuoco. Dopo le vittorie del pio Imperatore Eraclio, la città santa era stata restaurata ed Eraclio aveva ottenuto che fosse restituita la Santa Croce, portata dagli invasori a Ctesifonte. Il 21 marzo del 630, la Croce fu di nuovo eretta nella Chiesa del Santo Sepolcro e si riprese il 14 settembre seguente la cerimonia della Esaltazione.

Carattere nuovo della Festa.
Si resta stupiti nel vedere che la festa, ripristinata con l’antica cerimonia, ha un nuovo carattere di tristezza e di penitenza. Hanno forse contribuito a fare della cerimonia di adorazione un rito di intercessione, nel corso del quale si ripete il Kyrie eleison, le sventure dell’Impero. Il digiuno diventa in quel giorno di rigore, almeno nel mondo monastico. Il carattere di intercessione resta nei testi della nostra liturgia proprii della festa di questo giorno. Offertorio e Postcommunio chiedono protezione e soccorso mentre il Vangelo ricorda l’Esaltazione del Figlio dell’uomo sulla Croce, figurata dal serpente di bronzo.
 
Qual è l’insegnamento della croce di Gesù per tutti noi?
«Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».
Noi tracciamo questo segno dalla fronte, al cuore e poi uniamo le nostre mani sul petto. Fino a qualche tempo fa si usava concludere il segno della croce con un bacio, segno di affetto e di devozione, poi le mani ritornano giunte come all’inizio. Ogni azione liturgica e ogni nostra preghiera inizia e si conclude con il segno della croce. Quando nasce il segno della croce? È un segno antichissimo. Quando per la prima volta c’è una attestazione di questo segno? Il primo a riportare l’esistenza del segno di croce è Tertulliano, un Padre della Chiesa, vissuto nel 160-200 dopo Cristo, che in suo scritto afferma: «Se ci mettiamo in cammino, se usciamo od entriamo, se ci vestiamo, se ci laviamo o andiamo a mensa, a letto, se ci poniamo a sedere… in queste e in tutte le nostre azioni ci segniamo la fronte col segno di croce» Tertulliano, De corona, III.  Ogni mamma e ogni papà dovrebbero fare il segno della Croce sulla fronte del loro bambino ogni giorno ed insegnarlo a lui quando è ancora piccolo. Forse ognuno di noi ricorda questo insegnamento. Io ho un ricordo molto vivo: le mie nonne mi portavano in chiesa, davanti ad un grande crocifisso e lì mi insegnavano il segno della croce. Tertulliano aggiunge che «come i soldati vanno in guerra e compiono dei gesti scaramantici o di incoraggiamento…» così il cristiano, il credente in Cristo che va in battaglia, deve segnarsi anche lui con il segno della vittoria… signum crucis, signum victoriae! Il demonio non può sopportare la croce… abbiamo una lotta da affrontare, una battaglia contro il potere delle tenebre e questa battaglia dobbiamo fronteggiarla anche con il segno della croce.
 
È sempre di grande conforto guardare Gesù in croce. I Santi, anche quelli più recenti, lo contemplavano. Prova anche tu a guardare il Crocifisso: magari nel momento in cui stai male, in cui soffri, nel momento in cui sei angosciato, nel momento in cui stai cadendo nella disperazione, guarda a Lui sulla croce, contempla il suo dolore e affidagli il tuo con fiducia. E il Crocifisso ti consola e puoi invocarlo con il tuo cuore: Gesù mio, Gesù mio, quanto hai sofferto per me, versando il tuo Sangue prezioso per me. Se tu unisci la tua croce alla croce di Gesù, il tuo dolore lo porti con Lui. La croce ci dà forza e dobbiamo dire grazie a Gesù per la sua croce. Grazie Gesù per la mia croce di ogni giorno. Grazie Gesù di questa croce perché con questa croce mi ricordi che non esiste solo ciò che è terreno, ma che sono fatto per il cielo. I Santi Padri dicevano: «Per crucem, ad lucem». Gesù ha detto: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». E i Farisei sotto la croce invece: «Scendi dalla croce e ti crederemo». E Gesù invece rimane lì sulla croce, perché la croce è benedizione di Dio, è dono di Dio.

Dom Guéranger: L’Anno liturgico – vol. IV.

Benedizione del Crocifisso restaurato. 

DOPO L’OREMUS DELLA COMUNIONE.
Si indossa il piviale rosso e ci si porta davanti all’altare maggiore.
 
PREGHIERA ALLA SANTA CROCE.
O Gesù, mi fermo pensoso
ai piedi della Croce:
anch’io l’ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende
e si lascia crocifiggere, è un mistero
che mi supera e mi commuove profondamente.
Signore, tu sei venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per portarmi
l’abbraccio del Padre.
Tu sei il volto della bontà
e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!
Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c’è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c’è rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.
Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo, che deve tornare, sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con Te e la gioia in Te.
Amen.
                                            + Angelo Comastri.
 
 
BENEDIZIONE E INCENSAZIONE.

PREGHIERA DI BENEDIZIONE.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Egli ha fatto cielo e terra.
 
Il Signore sia con voi.
E con il tuo Spirito.
 
PREGHIAMO.
Dio onnipotente, che hai consacrato il legno della croce con il sangue prezioso del tuo Figlio e per mezzo di lei hai redento il mondo, guarda e san+tifica con paterna bontà questa croce, perché chiunque confida in questo segno, ricordando la passione redentrice del tuo Figlio unigenito, la tua benedizione gli sia di tutela dell’anima e del corpo, e come benedicesti la verga di Aronne perché scacciasse la perfidia dei ribelli, così con la tua santa destra bene+dici questa croce perché sia efficace protezione contro gli inganni del demonio, tutela della salute del corpo e sorgente di vita eterna.
 
 
BENEDIZIONE SOLENNE CON LA RELIQUIA
DEL PREZIOSISSIMO SANGUE.

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Giorni Feriali
Linea 70 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 11-12-13-51 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi
Giorni Festivi
Linea 94 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 90-92-98 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi