Credo la remissione dei peccati
«Vi supplichiamo in nome di Cristo:
lasciatevi riconciliare con Dio» 2Cor 5,20.
Il peccato è un’offesa a Dio e una disubbidienza alla sua legge. Con il peccato si rompe la comunione con Lui, ne consegue che solo Dio lo può rimettere. Gesù, perdonando i peccati, si attribuisce un potere divino. Egli, nella consapevolezza di essere il Figlio di Dio, afferma: «Il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati» Mc 2,10. Non esita inoltre a esercitare questo potere divino nell’episodio della guarigione del paralitico, quando afferma: «Ti sono rimessi i tuoi peccati» Mc 2,5. Gesù però va oltre ancora: in virtù della sua autorità divina conferisce tale potere agli uomini, affinché lo esercitino in suo nome: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi» Gv 20,22-23.
Secondo la volontà di Gesù la Chiesa è strumento di perdono e di riconciliazione, ed Egli ha affidato il potere di assolvere dai peccati al ministero apostolico. Sono i suoi rappresentanti sulla terra che riconciliano nel nome di Cristo. Dio, per mezzo di loro, esorta e supplica: «Lasciatevi riconciliare con Dio» 2Cor 5,20. Il peccato è il più grande male e la radice di tutti quegli altri mali che affliggono l’esistenza umana. Con il peccato l’uomo ha perduto Dio e la sua amicizia e tutti i doni che Dio gli aveva dato, in particolare la vita eterna. Da questa situazione di perdizione, nella quale nasce, l’uomo da solo non ha alcuna possibilità di uscire. Per questo il Padre, mosso dall’amore per l’umanità, ha inviato il Figlio. Gesù Cristo è il Salvatore e il Redentore perché, con la vittoria sul peccato e sulla morte, ha riconciliato gli uomini con Dio. «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme» Lc 24,46-47. La conversione è un cammino che dura tutta la vita. Nessun cristiano può presumere di non averne bisogno. «Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi» 1Gv 1,8. Gesù stesso ci ha insegnato a pregare: «Perdona i nostri peccati» Lc 11,4.
Il Battesimo è il primo e principale Sacramento per la remissione dei peccati.
Il Signore Risorto, prima di salire al cielo, ha inviato in tutto il mondo gli Apostoli, legando il perdono dei peccati alla fede e al Battesimo: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo» Mc 16,15-16. Quando è ricevuto da un adulto, il Battesimo non solo cancella il peccato originale, ma anche tutti i peccati personali e tutte le pene del peccato, in modo tale che il battezzato diviene veramente una «nuova creatura» e incomincia «a camminare in una vita nuova» Rm 6,4. «In coloro che sono stati rigenerati non rimane nulla che impedisca loro di entrare nel Regno di Dio, né il peccato di Adamo, né il peccato personale, né le conseguenze del peccato, di cui la più grave è la separazione da Dio» CCC 1263. Il Battesimo esige la fede che la Chiesa chiede al battezzando o, nel caso dei bambini, a coloro che si fanno carico della loro educazione alla fede. Quando l’anima professa per la prima volta la fede ottiene la remissione dei peccati. Mediante la fede e l’acqua battesimale «viene concesso un perdono talmente ampio che non rimane più alcuna colpa - né originale, nè ogni altra contratta posteriormente - e viene rimessa ogni pena da scontare» CCC 978. È quindi innanzitutto attraverso il Battesimo che gli uomini sperimentano l’efficacia della grazia della redenzione. I frutti del Battesimo sono straordinari: purifica dai peccati; trasforma in nuova creatura; eleva a figli; rende partecipe della divina natura 2Pt 1,4; diviene membro del Corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo; è coerede con Cristo della vita eterna.
Il dono della grazia santificante rende capaci di praticare le virtù teologali e quelle morali e di vivere e agire con la forza dello Spirito Santo per mezzo dei suoi doni. «Rimangono tuttavia nel battezzato alcune conseguenze temporali del peccato, quali le sofferenze, la malattia, la morte o le fragilità inerenti alla vita come le debolezze del carattere…» CCC 1264. Poiché la grazia del Battesimo non libera la natura umana da quella debolezza, che è la conseguenza del peccato originale, «fu necessario che nella Chiesa vi fosse la potestà di rimettere i peccati anche in modo diverso dal sacramento del Battesimo. Per questa ragione Cristo consegnò alla Chiesa le chiavi del Regno dei cieli, in virtù delle quali potesse perdonare a qualsiasi peccatore pentito i peccati commessi dopo il Battesimo, fino all’ultimo giorno della sua vita» Catechismo Romano 122. Tutti devono impegnarsi in un quotidiano combattimento spirituale fino al termine della loro vita. Tuttavia, «chi potrebbe resistere con tanta energia e con tanta vigilanza da riuscire a evitare ogni ferita di peccato?» CCC 979. Persino i Santi hanno fatto l’esperienza dell’umana debolezza, se non col peccato mortale, almeno col peccato veniale. Proprio loro, che erano così avanti nel cammino spirituale, non esitavano a professarsi peccatori. È stato quindi un atto di grande misericordia da parte del Redentore l’istituzione del Sacramento della Penitenza, mediante il quale il battezzato, ricaduto nel peccato, può di nuovo essere riconciliato con Dio e con la Chiesa.
La Chiesa esercita il potere delle Chiavi.
Il «ministero della Riconciliazione» 2Cor 5,18 con Dio che Gesù Cristo ha affidato alla Chiesa si realizza, in primo luogo, col Sacramento del Battesimo, ma a causa della fragilità umana esso viene esercitato anche per mezzo del Sacramento della Penitenza che il Salvatore ha istituito dando alla Chiesa «il potere delle chiavi». Questa potestà di legare e sciogliere è stata data personalmente a Pietro Mt 16,19, in quanto pietra su cui è edificata la Chiesa, e nel medesimo tempo a tutto il Collegio Apostolico unito al suo capo Mt 18,18. In forza di questo potere la Chiesa, che ha ricevuto dal suo Fondatore l’incarico di annunciare la conversione e il perdono dei peccati, assolve da quei peccati che i credenti commettono dopo aver ricevuto il Battesimo. «La Chiesa ha ricevuto le chiavi del Regno dei Cieli, affinchè in essa si compia la remissione dei peccati per mezzo del Sangue di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo. In questa Chiesa l’anima, che era morta a causa dei peccati, rinasce per vivere con Cristo, la cui grazia ci ha salvati» S. Agostino. Infatti, l’annuncio della conversione non viene indirizzato soltanto ai non credenti, che ancora non conoscono Gesù Cristo e il suo Vangelo. È rivolto anche a coloro che sono rinati nel Battesimo, ma che, a causa della debolezza della natura umana, ricadono nel peccato. Il Nuovo Testamento è ricco di questi richiami rivolti a coloro che hanno accolto l’invito alla conversione, ma che, dopo aver messo mano all’aratro, si sono voltati indietro. Lo stesso Pietro, dopo aver ricevuto il potere delle chiavi, ha sperimentato la sua fragilità, rinnegando Gesù tre volte. Tuttavia, il suo sguardo di misericordia provoca le lacrime del pentimento Lc 22,61-62 e Pietro ha la possibilità di riparare con la confessione di amore Gv 21,15-17. S. Ambrogio afferma: «La Chiesa ha l’acqua e le lacrime: l’acqua del Battesimo, le lacrime della Penitenza». Per quanto riguarda coloro che fanno già parte del popolo di Dio si parla di seconda conversione, che riguarda tutti quelli che hanno già ricevuto, con la fede e il Battesimo, il perdono dei peccati. Infatti la Chiesa, «che comprende nel suo seno i peccatori ed è insieme santa e bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla Penitenza e al suo rinnovamento» LG 8.
È lo stesso Signore che lancia l’appello alla Chiesa dicendo: «Ravvediti!» Ap 2,5.16. Non vi è limite al potere delle chiavi che Gesù Cristo ha dato alla Chiesa. La forza e l’efficacia di questo potere risiedono nel Sangue stesso di Cristo. Ne consegue che «non c’è nessuna colpa, per quanto grave che sia, che non possa essere perdonata dalla Santa Chiesa» CCC 982. «Non si può ammettere che ci sia un uomo, per quanto infame e scellerato, che non possa avere col pentimento la certezza del perdono» Catechismo Romano 123. Se nella Chiesa non ci fosse la remissione dei peccati, «non ci sarebbe nessuna speranza, nessuna speranza di una vita eterna e di una liberazione eterna. Rendiamo grazie a Dio che ha fatto alla sua Chiesa un tale dono» S. Agostino.
Sia lodato Gesù Cristo.
ATTO DI FEDE.
Mio Dio,
perché sei verità infallibile,
credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato
e la santa Chiesa ci propone a credere.
Ed espressamente credo in te,
unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte,
Padre, Figlio e Spirito Santo.
E credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio,
incarnato e morto per noi,
il quale darà a ciascuno, secondo i meriti,
il premio o la pena eterna.
Conforme a questa fede voglio sempre vivere.
Signore, accresci la mia fede.