Preghiera e Liturgia

La Chiesa è comunione dei Santi

ComunionedeiSanti«Passerò il mio cielo
a fare del bene sulla terra»
S. Teresa di Gesù Bambino. 

I seguaci di Gesù venivano definiti «Santi». Con questa espressione si intendeva mettere in evidenza la grazia dello Spirito Santo, conferita loro mediante il Sacramento del Battesimo. La santità riguarda tutti. La linfa vitale della vita divina si trasmette dalla vera Vite, che è Gesù Cristo, a ogni singolo tralcio, perché produca frutti abbondanti di santità.

La fonte di ogni bene nella Chiesa è indubbiamente il suo capo, Gesù Cristo. La sua umanità è quella pienezza dalla quale tutti ricevono «grazia su grazia» Gv 1,16. Egli è quella fonte di acqua zampillante presso la quale tutti sono chiamati a dissetarsi Gv 7,37. Ma soprattutto egli è quel pane disceso dal cielo, mangiando il quale l’uomo ottiene la vita eterna Gv 6,54. Il sangue e l’acqua che escono dal suo costato alimentano i Sacramenti della Chiesa, attraverso i quali giunge a ogni uomo la grazia della redenzione. Il cristiano non è un’isola e nessuno si santifica come nessuno si perde da solo. Il bene e il male di ogni singolo membro si ripercuotono inevitabilmente su tutto il corpo:  «Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui» 1Cor 12,26. La comunione dei beni spirituali è una delle caratteristiche fondamentali della Chiesa. Nella prima comunità di Gerusalemme i discepoli «erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» At 2,42.
Anzitutto la comunione nella fede, che nasce dalla mensa comune della Parola di Dio. Ogni cristiano deve essere vigile affinché la sua fede sia quella della Chiesa, in modo tale da realizzare quella condivisione della verità senza la quale non vi è la salvezza. Vi è poi la comunione dei Sacramenti, attraverso i quali viene comunicata la grazia della redenzione soprattutto il Battesimo, porta per cui si entra nella Chiesa e vincolo dell’unione a Cristo.
L’Eucaristia attua l’intima e vitale comunione soprannaturale Catechismo Romano 118. Anche i «Carismi», cioè quelle grazie speciali che lo Spirito Santo dispensa ai fedeli, sono ordinati all’edificazione della Chiesa. Infatti, secondo l’insegnamento di San Paolo, «a ciascuno è data una manifestazione particolare dello spirito per l’utilità comune» 1Cor 12,7. I Carismi non sono dati per una sola persona, ma a ciascuno, in vista del maggior bene per tutti. Per quanto poi riguarda la comunità ecclesiale, rimane un punto di riferimento luminoso per tutti i secoli l’esempio della prima comunità di Gerusalemme, dove «ogni cosa era fra loro comune» At 4,32. La Chiesa pellegrina sulla terra deve essere immagine vivente della comunione trinitaria. Nulla è più importante di un atto di amore che si ripercuote misteriosamente su tutti i membri del popolo di Dio.
 
La Chiesa del cielo e quella della terra sono unite.
La comunione dei Santi riguarda non soltanto la condivisione delle «cose sante», ma anche «la comunione tra le persone Sante». Questa prospettiva apre gli orizzonti sul mistero della Chiesa nel tempo e nell’eternità. Con la morte, dunque, non viene meno quel vincolo soprannaturale che unisce fra loro i tralci dell’unica Vite. Al contrario, lo scambio dei beni spirituali è ancora più grande. Infatti, «l’unione di coloro che sono in cammino coi fratelli morti nella pace di Cristo non è minimamente spezzata, anzi, secondo la perenne fede della Chiesa, è consolidata dalla comunicazione dei beni spirituali» LG 49. Coloro che hanno già raggiunto la beatitudine del cielo, e che sono chiamati Santi, non cessano la loro attività in favore di tutta la Chiesa. In unione con Cristo e con Maria intercedono per noi presso il Padre. «Non piangete. Io vi sarò più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più efficacemente di quando ero in vita», diceva San Domenico ai suoi frati.
Mentre Santa Teresa di Gesù bambino con intuizione profetica affermava: «Passerò il mio cielo a fare del bene sulla terra». I Santi in cielo non hanno bisogno delle nostre preghiere, ma piuttosto noi abbiamo bisogno delle loro. Al contrario, traggono grande vantaggio dalla nostra preghiera quei fratelli defunti che devono ancora purificarsi completamente prima di essere ammessi alla gloria del cielo. «La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fin dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con grande pietà la memoria dei defunti e, poiché “santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati” 2Macc12,45, ha offerto per loro anche i suoi suffragi» LG 50. «La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti» CCC 1032. «Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e a offrire per loro le nostre preghiere» San Giovanni Crisostomo. Tuttavia, anche i defunti che si trovano nella purificazione possono pregare per noi: «La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore» CCC 958.
 
Maria Madre di Gesù, della Chiesa e dell'umanità.
La riflessione sul mistero della Chiesa deve fare necessariamente riferimento anche alla Madre di Dio, poiché Ella ne è il membro più eminente e nel medesimo tempo ne è anche la madre, come solennemente l’ha proclamata Paolo VI nel Concilio Vaticano II. Non è possibile comprendere la maternità di Maria nei confronti della Chiesa se prima non si coglie in tutto il suo valore la sua maternità nei riguardi di Gesù Cristo. «Madre di Dio» è quel titolo con cui la Vergine Maria è stata venerata fin dai tempi più antichi. Si tratta di un titolo anzitutto riferito a Cristo, che mette in evidenza l’intima e inseparabile unione tra il Figlio di Dio fatto uomo e colei che l’ha concepito nel suo grembo verginale. La sua intima unione col Figlio va dal momento della concezione verginale fino alla morte di lui sulla croce cfr. LG 57. Maria, che ha concepito il Verbo incarnato nella fede e per la potenza dello Spirito Santo, svolge il suo ruolo materno preparando il Figlio alla missione e affiancandolo fino al momento del supremo sacrificio. «La Beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione col Figlio fino alla croce» LG 58. Quando la Madre di Dio ha completato il suo compito materno Gesù la offre alla Chiesa sulla croce come Madre. Dopo l’Ascensione del Figlio, Maria è presente e «con le sue preghiere aiutò le primizie della Chiesa» LG 69. «Riunita con gli Apostoli e alcune donne, anche Maria implorava con le sue preghiere il dono dello Spirito, che l’aveva già presa sotto la sua ombra nell’annunciazione» LG 69. La maternità di Maria nei confronti della Chiesa e dell’umanità acquista una dimensione che abbraccia l’intera storia con la sua assunzione al cielo. Infatti, «l’Immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria col suo corpo e con la sua anima, e dal Signore esaltata come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conforme al Figlio suo, il Signore, il vincitore del peccato e della morte» LG 59. «L’Assunzione della Santa Vergine è una singolare partecipazione alla Risurrezione del suo Figlio e un’anticipazione della Risurrezione dei cristiani» CCC 966. Come ora la Madre partecipa alla gloria del Figlio risorto, così un giorno ne parteciperanno quei suoi figli che l’avranno seguita sulla via della salvezza.
Per tutti i fedeli Maria rappresenta un modello sublime di fede, di speranza e di carità. In Lei i seguaci di Cristo possono contemplare la perfetta discepola del Signore. Ed essa è «la figura della Chiesa» LG 63. Tuttavia, «il suo ruolo in rapporto alla Chiesa e all’umanità va ancora più lontano» CCC 968. Lei infatti è nel medesimo tempo modello e Madre della Chiesa.

In unione con Gesù Cristo la Vergine Maria ha collaborato all’opera della Redenzione e ora come nuova Eva ed eterna ancella del Signore, si prende cura di tutti gli uomini redenti dal Figlio, affinché pervengano alla meta della loro vita, che è la salvezza dell’anima. Gesù Cristo, nella persona del discepolo Giovanni, ha affidato ogni uomo al cuore materno di Maria, affinché, sotto la sua protezione, superi le prove della vita e pervenga alla beatitudine eterna. «Maria Assunta in cielo non ha deposto questa missione di salvezza, ma con la sua intercessione continua ad ottenerci i doni della salvezza eterna… per questo la Beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice» CCC 969. La maternità di Maria è dunque un grande mistero, in rapporto a Gesù Cristo e alla Chiesa. La Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, dopo aver approfondito la maternità di Maria nei confronti del figlio Gesù ora comprende sempre più profondamente la sua maternità nei confronti di tutti gli uomini.

Sia lodato Gesù Cristo.

ATTO DI FEDE. 
Mio Dio,
perché sei verità infallibile,
credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato
e la santa Chiesa ci propone a credere.
Ed espressamente credo in te,
unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte,
Padre, Figlio e Spirito Santo.
E credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio,
incarnato e morto per noi,
il quale darà a ciascuno, secondo i meriti,
il premio o la pena eterna.
Conforme a questa fede voglio sempre vivere.
Signore, accresci la mia fede.

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