Assunzione della Beata Vergine Maria 2021
«Tutte le genti mi chiameranno beata».
Un dogma atteso da 1950 anni!
È la grande festa della Vergine, di cui si celebra oggi il «transito», cioè il passaggio dalla vita terrena alla gloria dei Cieli. Secondo la dottrina della Chiesa, il transito della Vergine è coronato dalla sua corporea Assunzione. La festa viene detta anche Ferragosto, in ricordo delle antiche «feriae Augusti», cioè vacanze del mese di agosto. È molto antica la devozione dell’Assunta, ornata di bellissime e poetiche leggende. E l’arte cristiana è ricca di rappresentazioni dell’Assunta, specialmente nella scena che mostra il sepolcro della Madonna aperto e traboccante di fiori. Attorno al sepolcro sono gli Apostoli, che la leggenda dice portanti in volo, all’annunzio della morte, anzi dell’addormentamento, la Madre celeste. Ultimo a giungere sarebbe stato San Tommaso, l’incredulo, al quale la Vergine, salendo in cielo tra il turbinare degli Angioli, getta il cingolo, a dimostrazione della sua Assunzione in cielo, in corpo e anima.
«Per l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che l’Immacolata Madre di Dio, sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».
Perché il punto teologico è questo: Gesù «ascende» al Cielo, diciamo così, per virtù propria; la Vergine invece è «assunta» in Cielo per i meriti del proprio Figlio. Ma tutti e due, Madre e Figlio, sono già in Cielo in corpo ed anima: premessa e pegno della nostra risurrezione alla vita eterna.
Dante Alighieri, nel suo poema sacro, dice che Gesù e Maria hanno le «due stole» cioè son già in Cielo col corpo e con l’anima, mentre tutti gli altri dovranno aspettare il giorno della Risurrezione e del Giudizio finale. Il poeta cristiano si faceva interprete dell’universale, antichissima devozione della Vergine Assunta, in Oriente e in Occidente. In Oriente questa Festa della Madonna veniva già celebrata nel V secolo, in ricordo della «Dormitio» cioè addormentamento della Vergine, anche se non si parlava ancora di Assunzione. Due secoli dopo, però, a Roma, la festa era già dedicata a commemorare l’Assunzione di Maria. Difatti, in assenza di qualsiasi accenno alla sepoltura e alla reliquia in terra della più alta tra le creature i teologi si domandarono se Maria dopo la sua «Dormitio», poteva essere trattenuta dai legami della morte, avendo generato nella propria sostanza il Verbo incarnato.
Sant’Epifanio, e specialmente San Modesto di Gerusalemme formularono così per primi, in Oriente, la dottrina dell’Assunzione, seguiti poi da San Germano di Gerusalemme, da San Giovanni Damasceno e da Sant’Andrea di Creta.
In Occidente il primo assertore dell’Assunzione fu San Gregorio di Tours e, molto più tardi, San Tommaso d’Aquino e San Bonaventura da Bagnoregio confermarono quella tesi con la loro profonda dottrina teologica. Così la devozione popolare per l’Assunta venne sempre più estendendosi, e attorno al Mille sorsero molte chiese dedicate alla Vergine glorificata anche nel corpo e oggetto di sincera e profonda pietà da parte del popolo cristiano.
Doveva toccare al Sommo Pontefice Pio XII, in comunione e con l’approvazione dei Vescovi di tutto il mondo cattolico, la responsabilità, ma anche la gloria di proclamare il grande dogma della Vergine Assunta in Cielo. È il Primo Novembre 1950, è una giornata di sole… Piazza San Pietro fin dalle prime ore del mattino brulica di gente. Ecco la figura maestosa e solenne di Pio XII in sedia gestatoria sotto uno sfavillante e dorato ampio baldacchino; una lunga fila di Cardinali e Vescovi con mitrie bianche lo segue;
la folla occupa ogni spazio di Via della Conciliazione fino a Castel Sant’Angelo. Sono le 9,44. Un silenzio religioso domina la piazza; la commozione invade tutti: grandi e piccoli, dignitari e gente umile. La voce del Santo Padre si fa limpida, forte come uno squillo di tromba angelica, e annunzia al mondo intero: «Per l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che l’Immacolata Madre di Dio, sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo. Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica». Gli applausi sono scroscianti, prolungati; molti occhi si bagnano di lacrime. L’applauso è reso ancora più vibrante dal maestoso suono delle campane di Roma a cui fanno eco le campane delle Chiese Cattoliche del Mondo. Ventun colpi a salve delle artiglierie sul Monte Mario spezzano quell’aria mistica che riempie i polmoni di filiale soddisfazione. Ancora una volta si sono attuate le parole di Maria SS.: «Tutte le genti mi chiameranno beata». Questo dogma è stato atteso da 1950 anni!
In onore e per devozione della Madonna molte donne furono, sono e saranno ancora battezzate col nome di Assunta. Perciò abbiamo inserito questa festività mariana fra i giorni onomastici, come quello di Annunziata nel giorno dell’Annunciazione e quello di Carmela nel giorno della Madonna del Carmelo.
Maria è entrata nel Cielo con il suo corpo, nel quale si è riversato tutto lo splendore della sua anima piena di bellezza, perché piena di Dio.
Quale messaggio e quale impegno ci consegna? Dobbiamo, innanzitutto, sottolineare che tutte le nostre decisioni, anche le più segrete, hanno sempre un riverbero nel nostro corpo, nel nostro volto, nei nostri occhi, nella nostra voce, nei nostri gesti. Osserviamo questo fatto in Maria. Poteva il corpo di Maria essere estraneo alla vittoria del Figlio, cioè alla Risurrezione? Ecco che la Chiesa, nell’archivio della sua fede, custodisce la notizia che Maria, al termine della sua vita terrena, è stata assunta in Cielo con la sua anima e con il suo corpo: è quanto di più logico poteva accadere... ed è accaduto! Sia benedetto Dio per questa meravigliosa storia d’amore! Ma il messaggio dell’Assunzione di Maria non finisce qui! Ci ricorda che anche il nostro corpo è destinato al trionfo della Risurrezione; anche il nostro corpo è chiamato ad essere visibilità luminosa della vita divina, che è dentro di noi. La festa di oggi, festa della glorificazione del corpo di Maria, ci impegni al recupero della dignità del corpo umano. L’esempio dei Santi, e soprattutto l’esempio di Maria Assunta in Cielo, contagi il nostro corpo e lo renda sempre immagine del grande mistero divino che abita la nostra anima. Dio è dentro di noi: non nascondiamoLo, ma la Presenza di Dio in noi brilli nei nostri occhi, nei nostri volti e nei nostri gesti. È il più bel regalo che possiamo farci nell’attesa del Paradiso, dove Maria ci ha preceduto con l’anima e con il corpo .
Colloquio Spirituale.
«O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini! Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella tua assunzione trionfale in anima e corpo al cielo, ove sei acclamata Regina da tutti i cori degli angeli e da tutte le schiere dei Santi; e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore, che ti esalta sopra tutte le altre pure creature, e per offrirti l’anelito della nostra devozione e del nostro amore.
«Noi sappiamo che il tuo sguardo, che maternamente accarezzava l’umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si sazia in cielo alla vista dell’umanità gloriosa della Sapienza increata, e che la letizia dell’anima tua nel contemplare a faccia a faccia l’adorabile Trinità fa sussultare il tuo cuore di beatificante tenerezza; e noi, poveri peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell’anima, ti supplichiamo di purificare i nostri sensi affinché apprendiamo, fin da quaggiù a gustare Dio, Dio solo, nell’incanto delle creature.
«Noi confidiamo che le tue pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le tue labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie, che Tu senta la voce di Gesù dirti di ognuno di noi, come già del suo Discepolo amato: "Ecco il figlio tuo"; e noi che ti invochiamo nostra Madre, noi ti prendiamo, come Giovanni, per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale».
«Da questa terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di Te, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza; attiraci con la soavità della tua voce per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del tuo seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria» (Pio XII).
Padre Gabriele di S.Maria Maddalena O.C.M. - 1893 - 1953.
Intimità Divina, Roma 1962.