Vescovi e Sacerdoti Defunti 2021
«La meta sei Tu, mio Dio».
Testamento Spirituale di don Egidio Baietta.
Vorrei che nell’oggi della storia, del quale non possiamo spostare indietro le lancette dell’orologio del tempo, ci fermassimo ancora davanti alla realtà della morte ravvivando in noi il dolore per i nostri Defunti, per le persone che ci sono state vicine, ci hanno fatto del bene. Preghiamo oggi nel nostro cuore per chi ha impiantato la fede nella nostra Chiesa di Verona: penso specialmente ai Vescovi, Sacerdoti, Diaconi che nel tempo hanno trasmesso il testimone della fede in questa nostra Chiesa diocesana ma penso anche alle religiose defunte e a tutte le persone che in qualche modo ci hanno donato la fede. I Pastori, che ricordiamo al Signore e che affidiamo ancora una volta alla Misericordia di Dio, pur con le loro fragilità, hanno speso la vita per trasmettere lungo i 2000 anni di storia della Chiesa, la verità. Noi siamo loro grati e li presentiamo al Signore che li ama con fedeltà.
Rifletteremo e pregheremo per loro aiutati dal testamento spirituale di don Egidio Baietta, Parroco di Porto San Pan-crazio per 27 anni, dal 1973 al 2000. Risentiremo le parole, scritte da lui il 19 gennaio del 2000 nel 50^ Anniversario della sua Ordinazione Presbiterale.
Mio testamento spirituale.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Nel Nome e nell'Amore di questo Unico e Vero Dio sono nato e in Lui voglio concludere il mio pellegrinaggio su questa terra.
Mio Dio, io Ti credo, Ti adoro, Ti amo, Ti ringrazio d'avermi creato, fatto cristiano nella Santa Chiesa Cattolica, d'avermi elevato all'immensa dignità del sacerdozio al quale mi sono liberamente donato, per il quale confido di essere sempre e totalmente vissuto per la grazia, la misericordia e l'amore di Gesù Cristo, mio unico Salvatore e Redentore.
Nell'avvicinarsi della conclusione della mia vita terrena, sento prima di tutto il bisogno e la gioia di sostare in contemplazione orante e riconoscente dei doni meravigliosi che tu, Signore, mi hai profuso a larghe mani come segno del Tuo immenso amore; contemplo, pieno di stupore, il dono della vita e con la vita i doni del corpo, dello spirito, del creato che mi circonda, stupendo, meraviglioso; contemplo nella fede orante il Tuo Progetto misterioso di salvezza con il dono della parola, della Grazia, della Comunità di fratelli (umanità-Chiesa!...) di cui faccio parte.
Grazie Signore!... Si, grazie di tutto!...di tutto!
In particolare dei miei amatissimi genitori, dei miei famigliari: a loro devo tanto assieme ai venerati sacerdoti e laici che mi hai fatto incontrare sul mio cammino come educatori, pastori e formatori del mio spirito verso il sacerdozio e nel sacerdozio; in particolare don Ippolito De Battisti, don Pietro Micheletti, Mons. Giovanni Falzoni, Mons. Pietro Albrigi, San Giovanni Calabria che mi fu padre nelle ore decisive delle difficoltà e della scelta, il Vescovo che mi ha ordinato sacerdote S. Ecc. Mons. Girolamo Cardinale.
In questo mio cammino terreno, Signore, vedo e riconosco umilmente l'intrecciarsi di mancanze, debolezze, difetti, miserie: sono i tanti miei peccati, la mia realtà umana di infedeltà e di povertà, di non amore per Te e a Te, Signore, chiedo umilmente perdono, fiducioso nella tua infinita misericordia per i meriti santissimi del tuo Figlio Gesù: «De profondis clamavi ad Te Domine... » - «Miserere mei Deus, miserere mei, secundum magnam misericordiam tuam!...»
Chiedo perdono a tutti i fratelli ai quali avessi recato offesa, volutamente o involontariamente, come assicuro il mio incondizionato perdono a tutti, senza rancore per nessuno.
Su tutto questo, ne sono certo e l'ho sentito, resta soprattutto una mano che mi ha costantemente guidato e sorretto e che mi ha donato la consolazione di sentirti a me sempre vicino come un papà pieno d'amore e che voleva il mio vero bene, anche nei momenti degli abbandoni, delle incomprensioni, delle umiliazioni, dei rifiuti e della sofferenza profonda.
Non posso lasciare questo mondo, ormai giunto alla meta e la meta sei Tu, mio Dio finalmente raggiunto, senza uno sguardo di tenerezza e di affettuosa riconoscenza e di gioioso ricordo per le Comunità cristiane alle quali Tu, Signore, mi hai mandato come un giorno i tuoi Apostoli, affidandole alle mie povere cure pastorali come curato a S. Maria d'Azzano e La Rizza, a Roverchiara e a Villafranca-Duomo; come parroco a Vigasio per 10 anni (1963-1973) e a San Pancrazio al Porto per 27 anni (1973-2000) alla scadenza per raggiunti limiti di età e da allora sempre a San Pancrazio come parroco emerito e collaboratore, per scelta personale accolta dal mio Vescovo, Mons. P. Flavio Roberto Carraro.
A tutti questi carissimi fratelli e sorelle chiedo umilmente perdono se non ho dato loro tutto quello che dovevo dare come pastore; assicuro che ce l'ho messa tutta perché li ho amati nel Signore.
Della mia esistenza terrena chiedo di non riconoscere altro titolo se non quello di essere stato, vissuto e morto presbitero, prete della e nella Chiesa di Dio.
Sacerdote io sono, ministro per quanto indegno di Dio e dispensatore dei suoi misteri: questo mi basta ed è tanto per farmi gioire col «Magnificat» di Maria e insieme di venir meno col «Miserere» di David.
Ma su tutti ha trionfato la grazia, la misericordia, l'amore del Signore che mi ha concesso il dono dell'Eucarestia e di celebrarla sempre con gioia, la mia Messa, ragione fondamentale del mio essere e della mia vita di prete, mio sole, mio conforto, mia fonte di grazia, di luce e di amore; ora spero di poterla celebrare in cielo con Gesù, Maria, gli Apostoli, i Santi tutti, liturgia eterna di lode e di benedizione.
Permettetemi, concludendo, di chiedervi come fratello a fratelli preghiere di suffragio per l'anima mia.
So quanto numerosi sono i suffragi al momento della morte del loro sacerdote da parte dei buoni fedeli; vorrei che non mi si dimenticasse, passato questo momento, ma che sempre ricordaste al Signore chi ha donato per voi la sua vita e il suo ministero. Non ritengo necessario lasciarvi delle indicazioni particolari per la vostra vita cristiana come sogliono lodevolmente fare, a modo di testamento spirituale, tanti zelanti sacerdoti e pastori, poiché le non poche occasioni della predicazione da me offerta per dovere di ministero (predicazione domenicale, catechesi, incontri formativi, celebrazioni liturgiche, ministero delle S.s. Confessioni, incontri personali, ecc.) bastano a far conoscere a chi lo desidera il mio pensiero, i miei sentimenti, la mia cura pastorale intorno alla Parola di Dio, la vita di fede, la morale imperniata sulla fedeltà a Cristo e al Vangelo e sulla carità autentica che è osservanza gioiosa dei Comandamenti di Dio, la Chiesa come comunità di comunione, i Sacramenti: in particolare il Battesimo come scelta di Cristo, la Riconciliazione come conversione all'Amore di Dio e a Gesù Cristo, l'Eucarestia domenicale come presenza continua e efficace in mezzo a noi del Mistero di Cristo Morto e Risorto, il Matrimonio come segno e prolungamento dell'amore di Dio per noi.
Ecco: questo ho sempre predicato e insegnato, pur nella povertà del mio pensiero e della mia parola: questo desidero donarvi come ultimo gesto del mio sacerdozio del mio ministero pastorale, del mio amore per voi tutti.
Benedico tutti e tutti abbraccio con affetto di fratello e di padre: ci diamo appuntamento lassù dove c'è il Signore che ci chiama perché ci ama!
Vostro nel Signore
Don Egidio Baietta.
Verona 19.01.2000- Anno 50' della mia Ordinazione presbiterale.