Oggi questa nostra chiesa diventa come il Cenacolo: tutti noi, siamo in attesa dello Spirito Santo, chiediamo a Dio questo grande dono.
Lo Spirito è vita nuova, dinamismo, novità, slancio, vitalità dirompente. La grande rivelazione dello Spirito avviene il giorno di Pentecoste. 
Lo Spirito fa diventare gli Apostoli da uomini pieni di paura a dei formidabili evangelizzatori: ora non hanno più paura e osano, vanno oltre, dicono senza timore la loro fede e la loro speranza. È la Pentecoste: la Chiesa prende forza, apre le porte del Cenacolo e annuncia… Già solo in questo breve brano, lo Spirito Santo è come il fragore di un tuono, come un vento pieno di energia, come un fuoco danzante, come la forza di comunione che cancella le differenze di lingua. È forza, slancio, coraggio di prendere la parola; consolazione e forza che cancella le paure; è novità, come il vento che spazza via la polvere; è calore, bellezza, luce, come le lingue di fuoco. No, veramente le nostre parole fanno fatica a descrivere lo Spirito Santo, ma tutte queste immagini, tutte le somiglianze che la Parola di Dio usa, ci aiutano a capire qualcosa di più su di Lui, ci permettono di farcene almeno un’idea. Ed è un’idea ricca di bellezza, di armonia, di splendore, di forza. 
Invitiamo lo Spirito d’Amore a travolgerci come il vento impetuoso che ha spazzato via timori e paure in quel tramonto di Pentecoste. Facciamoci rinnovare dalla sua energia, lasciamoci colmare dalla sua bellezza, per essere testimoni del Signore Risorto.

Come il giorno della nostra Ordinazione,
invochiamo ora lo Spirito Santo.

Vieni Spirito Creatore! 

Veni, Creator Spiritus!

Negli ultimi giorni prima dell’Ordinazione ero agli Esercizi Spirituali e mi era capitata tra le mani un’immaginetta con una frase del Cantico dei Cantici: «Attirami dietro a te, corriamo!» Ct 1,4. Da allora la mia preghiera ogni mattina, ogni sera: «Signore, attirami dietro a te!». Lasciarmi attirare dal Signore è stato il mio impegno principale in questi anni di vita sacerdotale. In questi giorni, ripensando a quella frase, letta e meditata 30 anni fa, ho riletto lo stesso passo nella nuova traduzione della Bibbia: «Trascinami con te, corriamo!». Bellissimo, straordinario, questo Dio che mi dice che se non ce la fa ad attirarmi come il giorno della mia Ordinazione, è disposto anche a trascinarmi, a prendere la mia mano e continuare a portarmi Lui lì, dove è Verità e Vita.

Santa Teresa del Bambino Gesù così commenta: «Se io mi lascio attirare da Dio, questo semplice fatto, ancora prima di qualsiasi azione, è già apostolato, cioè evangelizzazione, è già un facilitare alle anime la corsa verso Dio».

La sera prima della mia Ordinazione ricordo che il sentimento che mi dominava era un grande senso di timore, l’idea che il passo che stavo per compiere era per l’eternità, l’idea che sarei stato Sacerdote in eterno e non solo in questa vita, che ciò che sceglievo non era solo un mestiere ma qualcosa che si imprimeva per sempre dentro di me, qualcosa che sarebbe esistito oltre il tutto, anche oltre la morte, mi faceva tremare. Mi chiedevo se avevo capito bene, se davvero il Signore mi aveva chiamato o se ero io ad osare troppo.

Quanti doni in questi anni!
Quanti incontri!
Quanta Provvidenza ho ricevuto.
Lo credo e glielo dico sempre che Lui non ha pensato solo al mio necessario, mi ha dato sempre in abbondanza, come un padre che dona sempre il di più del necessario al figlio che ama. Quanti segni del Suo amore in questi anni! E oggi vorrei rimettere nelle Sue mani tutto quello che mi ha donato, come sento anche il bisogno di chiedere benedizione su benedizione per tutte le persone che ho incontrato nel mio cammino.


Il tempo vola e qualcuno forse non ci avrebbe nemmeno scommesso! Eppure 30 anni sono passati da quello sdraiarsi per terra in Cattedrale, per sentire il battito del cuore della terra nella quale sei stato seminato e dalla quale sei germogliato a vita nuova; dal calore di quelle mani, tante, che hanno infuso lo Spirito Santo e hanno pregato con forza; da quella benedizione sul palmo delle mie mani lasciando il dolce profumo del Crisma con il quale sono stato consacrato.

30 anni fatti di esperienze forti e di momenti intensi! Quante persone incontrate, amate, perdonate, accolte, accompagnate alla Cresima, alla Comunione, al Matrimonio; quante persone ascoltate, visitate nella sofferenza, accompagnate nel dolore, benedette nell’ultimo saluto qui sulla terra. Quanti occhi, volti, sguardi, abbracci, lacrime e sorrisi. Quanti momenti di festa, di gioia: campi, grest, uscite varie... e quanti momenti difficili e tosti! 30 anni di cammino senza mai pentirsi, senza arrendersi! Felice di essere prete, così come sono! Con un grembiule che amo sempre più, con un catino e una brocca che afferrerei ogni giorno per ricordarmi che da lì passa il senso del mio vivere.

Oggi è un giorno speciale… ma tanti giorni e tanti momenti sono stati speciali per me e per la mia vita! Ancora una volta il Signore oggi riempie il mio cuore di grande gioia…perché «grandi cose Lui ha fatto e farà per me».
Ringrazio tutte le persone che il Signore Gesù ha messo sulla mia strada e che mi hanno voluto bene in questi 30 anni e anche di più.
Grazie ai miei nonni e al mio caro Papà, che ora dal cielo mi sta sussurrando con forza: «Tutto bene!».
Grazie alla mia mamma, a mio fratello e alla sua bellissima famiglia, grazie ai miei parenti, che sono qui oggi.
Grazie agli amici della mia Parrocchia di Madonna di Campagna, i primi che hanno intuito la mia vocazione per il Signore Gesù.
Grazie alle tante persone che ho incontrato a Cavaion come Diacono, a Cadidavid, a Borgo Nuovo, a Vigasio, a San Pio X, a Bagnolo e ad Azzano. Grazie a TelePace e grazie ai meravigliosi Ragazzi e Capi Scout che mi hanno cambiato la vita e la fede.
Grazie a questa Chiesa che sto servendo ora, una Chiesa fatta di persone che soffrono: «Quante lacrime versate hanno visto queste pietre e queste colonne». Sono contento e quanto sento importante e delicato questo servizio che il mio Vescovo mi ha affidato.
Grazie agli amici – io li sento tutti così – dell’Agec di Verona: con loro ho instaurato un rapporto di dialogo, di fiducia e di disponibilità nel servizio in questo luogo del Cimitero Monumentale. Grazie a tutte le Ditte di Onoranze Funebri – tranne purtroppo una sola del mio quartiere di origine che mi sta facendo molto male – con le quali sto collaborando per il bene di tante persone.
Grazie alle persone che ho incontrato in varie occasioni del mio ministero sacerdotale e che oggi sono arrivate qui a Verona da luoghi lontani: Milano, Brescia, Reggio Emilia, Pistoia, Bibbiena in provincia di Arezzo, Thiene, San Donà di Piave, e quelle che sono in comunione di preghiera con noi: le Sorelle dei nostri quattro Monasteri di Clausura, o che che pregano oggi dal Brasile, dalla Guinea Bissau, dal Cile, dalla provincia di Bari, da Ragusa, da Torino, da Roma e dalla Città del Vaticano, da Bergamo, da Padova, da Torino, da Caorle. Sembra quasi come l’elenco dei popoli presenti a Gerusalemme il giorno di Pentecoste! Dietro ogni città ci sono persone, volti, esperienze forti vissute insieme…
Ma grazie alle tante persone che sono state veramente significative per la mia vita e per il mio servizio sacerdotale: credo che non saprò mai ringraziarvi per quello che siete stati e per le innumerevoli cose che avete fatto per me.
Grazie perché ci siete… sempre!

E allora: avanti tutta... insieme… alla grande!

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Infiorata 2016"L'uomo è un essere che si abitua alle cose straordinarie. L'uomo si abitua; anche a riguardo di realtà che eccedono la sua capacità di comprensione, egli le considera spesso normali, senza più attribuire la ricchezza di significato interiore loro proprio. Così avviene sovente a noi per l'Eucaristia" Paolo VI, Omelia per la solennità del Corpo e Sangue di Cristo, 12 giugno 1977 . Che siano ancora attuali queste parole di Paolo VI pronunciate quasi 40 anni fa? La meraviglia è la prima forma di accoglienza del mistero… Prima ancora di capire cosa significa, come opera, perché Gesù l'ha istituita, cosa produce l'Eucaristia… prima di viverla in tutte le sue implicazioni, bisogna ogni volta sorprendersi! Bisogna meravigliarsi di ricevere la persona stessa di Cristo, il suo Corpo e il suo Sangue.

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