Domenica dei Defunti 2018
Il nostro Dio è più forte anche della morte.
«La nostra patria è nei cieli» Fil 3,20.
Pregare per i nostri Defunti, in modo speciale durante la celebrazione eucaristica, è un uso invalso da secoli nella Chiesa, che sottolinea come i cristiani siano sempre stati attenti a vivere una comunione intensa con i Defunti. Nella preghiera, infatti, mentre si instaura un'intima relazione con Dio e ci si immedesima in un dialogo profondo che edifica e rasserena, si ha la possibilità di percepire la presenza certa di tutti coloro che il Signore sostiene e accompagna e dei quali non si è mai dimenticato, appunto le anime dei nostri cari Defunti.
Pregare il Signore per loro, impetrare da Lui la grazia della purificazione e la misericordia, chiedergli che ci faccia avvertire la loro presenza, equivale a instaurare una relazione intima e familiare con i nostri cari e vivere già nell'orazione stessa un rapporto di comunione con loro. Vivere l'Eucarestia come partecipazione alle sofferenze di Cristo, il suo sacrificio che ci viene ripresentato all'atto della consacrazione, entrare in comunione con il suo Corpo e il suo Sangue, applicando questo sacrificio ai nostri Defunti, equivale a chiedere che la loro purificazione avvenga più speditamente. In altri termini, la consacrazione eucaristica, quando applicata con fede e devozione ai Defunti, ottiene per essi un grande aiuto nella penitenza del purgatorio e fa in modo che la salvezza venga raggiunta con più prontezza. Poche volte noi riflettiamo sui benefici che arrechiamo ai nostri Defunti ogni volta che, in sacrestia, chiediamo per loro l'applicazione di una sola Santa Messa. La preghiera e soprattutto l'applicazione del sacrificio eucaristico, coltivate nella profondità della fede e non dandola vinta al senso di smarrimento e di perdizione che nel dolore possono prendere il sopravvento, realizzano la comunione con i Defunti e ci permettono di esperirne la presenza certa, anche se misteriosa e consolante, sia che essi abbiano già raggiunto la gloria infinita, sia che ad essa debbano ancora accedere. Anche la preghiera rivolta ai nostri stessi defunti, affinché presentino a Dio le nostre necessità e le grazie di cui abbiamo bisogno, costituisce per noi il vantaggio della loro compagnia; così pure la visita al cimitero e la sosta prolungata davanti alle tombe e alle lapidi, che racchiudono i loro resti mortali, può recare a noi un grande frutto spirituale.
Dal culto dei nostri cari apprendiamo alcune lezioni quanto al corso della nostra vita terrena, che ci vengono ribadite ogni volta proprio dalla venerazione dei Defunti:
- la certezza di essere tutti provvisori e precari, finché persistiamo nella vita presente e la consapevolezza che la vita vada vissuta in pienezza. L'importanza quindi di dover vivere appieno il nostro tempo nell'amore e nella carità, nella comunione per approfittare al meglio gli uni della compagnia degli altri;
- la grande necessità di ricorrere alla fede in un Dio di misericordia, che nel suo Figlio ha vinto la morte, onde evitare che il dolore del trapasso o la prova stridente del lutto possa deprimerci: di fronte alla prospettiva del dolore per la morte di un congiunto solo la fede nel Risorto può darci consolazione nella certezza che anche i nostri cari vivono per sempre;
- la speranza nel Paradiso, in una vita futura di gloria e di pace alla quale tutti siamo destinati e la consapevolezza di dover guadagnare questa dimensione di gloria già qui ed ora nel corso della vita presente. Non rifletteremo mai abbastanza che "la nostra patria è nei cieli" Fil 3,20 e che siamo orientati a "cercare le cose di lassù" Col 3,1 senza lasciarci avvincere dal presente. Ci attende infatti un destino di gloria e di vita eterna, un definitivo incontro con il Dio della vita, che realizzerà tutte le nostre attese e le nostre speranze. Dobbiamo vivere il presente orientati verso l'avvenire in Dio. Nella nuova patria incontreremo tutti i nostri Defunti e non soltanto essi, poiché nel Risorto ci riconosceremo anche laddove eravamo sconosciuti in questo mondo.
La perfetta sintonia di cuore con i nostri Defunti, avvalorata dalla preghiera e dall'Eucarestia, ci rammenta queste tre certezze e ci aiuta a perseguire gli obiettivi che esse contengono, dandoci nell'oggi la caparra dei loro benefici. Forse allora il nostro vivere, a volte così drammatico ma anche così meravigliosamente bello, acquista una ricchezza, una dimensione tutta particolare, che ci fa dire che, in fondo, la morte non fa più paura: il nostro Dio è più forte anche di lei.
Sia lodato Gesù Cristo.