Beata Vergine Maria del Santo Rosario 2018
O augusta Regina dele vittorie,
o Sovrana del cielo e della terra,
o Regina gloriosa del Rosario... Dalla Supplica alla BVM di Pompei.
In questa prima domenica di ottobre, è una grande gioia oggi poter celebrare la memoria della Beata Vergine Maria del Santo Rosario, venerata in tutto il mondo, ma in modo particolare nel bellissimo Santuario di Pompei. Al termine di questa celebrazione, anche noi eleveremo la tradizionale Supplica, una corale preghiera alla Madonna per invocare la sua protezione e per presentare a Dio, attraverso Maria, i desideri profondi del nostro cuore.
La festa di oggi ci invita a riflettere sul Rosario, una preghiera facile e bella che ha accompagnato e accompagna generazioni e generazioni di cristiani; preghiera profondamente amata dai Santi e incoraggiata dai Papi. È una preghiera semplice ma efficace, ricca di contenuti biblici e teologici. Il Santo Rosario non ha perso nulla del suo valore tra i ritmi della nostra società tecnologica. Anche nel terzo millennio rimane una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di spiritualità. Se è vero che, tra le preghiere, il primo posto va alla Liturgia, fonte e culmine della vita della Chiesa, non è meno vero che, tra le devozioni del popolo di Dio, al Rosario spetta un posto d’onore. La preghiera del Rosario è «catena dolce che ci riannoda a Dio», «vincolo di amore che ci unisce agli angeli», «torre di salvezza» e «porto sicuro», perché ci affida all’intercessione potente di Maria e ottiene la grazia che ci salva. La Chiesa, nei momenti difficili ha fatto ricorso a questa preghiera, che possiede una grande forza, per ottenere l’aiuto di Dio, mediante l’intercessione della Madonna. È preghiera che alimenta la nostra spiritualità e ci fa crescere nella fede, perché, mediante Maria, porta a una conoscenza più profonda dei misteri di Cristo. Il Rosario, infatti, ci guida al cuore della vita cristiana e ci aiuta a contemplare il mistero di Cristo e il posto della Beata Vergine Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa.
Il Rosario, con i suoi 20 misteri, esprime la fede della Chiesa senza giri di parole e aiuta ad avere fiducia in Dio e ad abbandonarsi a Lui. Apparendo a Lourdes e a Fatima, la Madonna si è presentata con il Rosario in mano e ne ha raccomandato la recita. Nelle apparizioni di Medugorje, la Madonna continua a chiedere la recita di questa preghiera per la salvezza del mondo intero. Giovanni Paolo II confida che fin dagli anni della sua giovinezza, la preghiera del Rosario ha avuto un posto importante nella sua vita. Nella lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae” del 16 ottobre 2002, il Papa afferma: «Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova. Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto» n. 2. Egli amava dire che recitare il Rosario era «pregare con Maria e alla scuola di Maria». E diceva ancora: «Il Rosario, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi concentra in sé la profondità del messaggio evangelico. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore» Rosarium Virginis Mariae, n. 1.
La storia è piena di testimonianze che ci mostrano come questa preghiera ha accompagnato sia gente comune sia personaggi e artisti famosi.
- Padre Pio confidò a un suo figlio spirituale che, attraverso la recita del Rosario, la Madonna non gli aveva mai negato le grazie domandate - Giovanni Bardazzi, Un discepolo di Padre Pio, Prato 2003, p. 92 -. E quando, negli ultimi giorni della sua vita, gli fu chiesto: «Che cosa ci lascia in eredità?», egli rispose: «Vi lascio il Rosario».
- Nella parte mediana del grande affresco del Giudizio universale della Cappella Sistina, dipinto da Michelangelo tra il 1536 e il 1541, spicca un particolare: uno dei risorti porge con la mano sinistra la corona del Rosario a un uomo e a una donna per aiutarli a salire in Paradiso aggrappandosi ad essa. Con questa raffigurazione pittorica, che nel capolavoro è un piccolo particolare, l’artista ha espresso la convinzione che il Rosario è una preghiera importante per ottenere la salvezza.
- Nella casa di Alessandro Manzoni a Milano, appesa in capo al letto si vede ancora oggi la sua corona: la recitava sempre. Nel suo romanzo "I promessi sposi", Lucia, nel momento più drammatico della sua vita, tira fuori di tasca la corona e recita il Rosario - cap 21 -, e mentre lo sgrana sente spuntare e crescere nel cuore fiducia e una improvvisa speranza.
- Alcide De Gasperi, nelle Lettere dalla prigione, scritte alla moglie quando fu arrestato dai fascisti, dice che gli fu di sostegno spirituale la preghiera del Rosario, che nei primi giorni recitava «come poteva», cioè senza la corona. Poi la moglie gli inviò una corona del Rosario: lui lo recitava alla sera pensando che verso quell’ora anche la moglie e le sue bambine erano in preghiera e allora – così scriveva – «il mio spirito si inginocchia con voi».
- Il Beato Contardo Ferrini, professore universitario a Pavia, quando la sera aveva amici in casa, oppure era invitato da amici a cena, prima del congedo tirava fuori la sua corona e invitava gli amici a recitarlo insieme.
La preghiera del Rosario alla sera, in famiglia è sempre stata molto diffusa. Oggi c’è la moda di imparare tecniche yoga per rilassarsi, ripetendo in continuazione uno stesso “mantra” che aiuta a concentrarsi su sé stessi e a trovare la propria energia. Tante persone dimenticano che questi segreti li hanno già in tasca. Basta prendere in mano una corona del Rosario. Essi cercano lontano ciò che, invece, possono trovare molto vicino. Cercano in moderni maestri ciò in cui i loro padri e i loro nonni erano già esperti: il Santo Rosario. Riscopriamo, dunque, il Rosario. Sentiamolo come angolo di contemplazione da assicurare, come boccata di ossigeno, alle nostre giornate. Facciamo che diventi un vincolo di unità per le nostre famiglie. La famiglia che prega unita, rimane unita. Preghiamolo come preghiera che accompagna i nostri viaggi, che si insinua tra un’occupazione quotidiana e l’altra, che occupa spazi vuoti di attesa, quasi a immettere piccoli squarci di cielo nel grigiore della routine quotidiana.
Il Rosario getta luce sul nostro cammino ed è la sorgente di speranza e di conforto che ci dà la forza per andare avanti.
Sia lodato Gesù Cristo... e avanti con Maria!