Sacratissimo Cuore di Gesù 2018
Sacro Cuore di Gesù, noi ti amiamo!
Sacro Cuore di Gesù, confidiamo solo in te!
Gesù mostra il suo cuore a S. Margherita Maria Alacoque. La Festa è stata istituita dopo questa rivelazione. Alcuni teologi scelgono di parlare di rivelazioni particolari: cioè il Signore sceglie di rivelarsi per sottolineare un determinato elemento, come, per esempio, a Santa Faustina Kovalska l’attributo della misericordia del Signore... tanto per dirne una. Santa Margherita Maria, suora e mistica dell’Ordine delle Suore della Visitazione entra nel monastero a Paray le Monial in Francia. Oggi c’è una piccola chiesa e si trovano le sue spoglie mortali. Gesù chiama questa donna “la mia discepola prediletta”.
E Gesù spiega perché la chiama così. “Lei è la sua discepola prediletta: non sei brava a nulla, sei miseria e povertà…per questo ti ho scelta!”. Ecco, Gesù sceglie questa Suora e lei, Margherita Maria Alacoque, per 17 anni, in quanto discepola prediletta, ha queste visioni, questi messaggi da parte del Sacro Cuore. Dobbiamo subito precisare che non è stato facile per Margherita Maria dare credito al messaggio da veicolare. Le opere misteriose di Dio avanzano in mezzo a tanti ostacoli… guardate è così. Quando un’opera di Dio nasce nella Chiesa e sposa la logica del successo, del marketing – e questo oggi mi sembra molto presente – anche le iniziative pastorali di successo e non incontrano ostacoli… c’è qualcosa che non funziona. Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, una delle più grandi figure della Chiesa Cattolica, quando una giornata andava troppo bene o le cose avevano preso una piega troppo positiva…si preoccupava e temeva che ci fosse qualcosa di sbagliato. Questo succede anche a noi: ogni volta che noi iniziamo un cammino di fede più intenso, quando prendiamo più sul serio il Vangelo, quando intensifichiamo la nostra preghiera e la nostra fede in Gesù, quanti ostacoli ci vengono frapposti dinanzi! Perché? Il motivo è abbastanza ovvio: c’è il male, il nemico infernale, Satana, che non vuole. E come il cielo è organizzato in gerarchie celesti: ci sono i nove cori angelici… e Satana che è la caricatura di Dio, ha organizzato le legioni diaboliche anche queste secondo certe gerarchie e hanno come scopo di impedire l’opera di Dio.
Quanta somiglianza e quanta affinità c’è fra la vita di Santa Margherita Maria Alacoque – per certi versi sconvolgente e sconcertante - e quella di Santa Faustina Kowalska – con il suo Diario -, tra il messaggio del Sacro Cuore di Gesù e quello della Divina Misericordia. Santa Faustina un giorno si lamenta con Gesù: “Guarda quante difficoltà per realizzare quest’opera, quanti ostacoli e quanta incapacità di comprendere”. Gesù le risponde: “Figlia mia, considera se fra tutte le opere di redenzione, c’è n’è una più ostacolata della mia”. Questa è la spiegazione soprannaturale: le opere veramente di Dio conoscono grandi prove. Gli inizi di un cammino, che ha come traguardo la salvezza delle anime: sicuramente Satana si scaglierà contro questo cammino, ma porterà a scrivere delle bellissime pagine di vita e di fede. Pensate a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori: una cosa che emerge sempre – lui è morto quasi centenario – ha sofferto tutta la vita. Problemi fisici, morali, vessazioni, situazioni contro di lui… non lo capivano proprio! Quando si va a Pagani, in Campania, nel Santuario dei Padri del SS. Redentore, c’è una lapide che riporta una frase di Sant’Alfonso: “Chiunque, nel corso del tempo, entrerà in questa comunità religiosa, sappia che quest’opera, per i tanti ostacoli conosciuti, non è nostra, ma è di Dio”.
Quando il nostro cammino procede senza grandi intoppi, dobbiamo chiederci se è veramente di Dio. Quando tutto il mondo vi applaude, quando tutti sono d’accordo, quando il tuo cammino di fede non crea problemi, anzi, suscita il plauso del mondo… devi preoccuparti, perché non è la strada di Gesù. A Gesù lo sappiamo quanti ostacoli sono stati posti. E qui Satana interviene alla grande, perché sa che quella determinata opera gli strapperà molte anime. E quindi cerca in tutti i modi di impedirla e di farla realizzare.
Ma c’è anche un’altra spiegazione, cioè la poca capacità di saper discernere le opere di Dio dalle opere del demonio, l’agire di Dio nelle anime e nella nostra vita. Quando Santa Margherita Maria Alacoque ha iniziato ad avere queste visioni e ha riferito alla sua Superiora quello che Gesù chiedeva…la Superiora l’ha portata dal Parroco di Paray le Monial perché parlasse con lei, per poter discernere, alla luce dello Spirito e della Chiesa, l’autenticità di queste visioni mistiche… ma lui non le credette. Dio non smette di operare nella Chiesa, e ha le sue vie. Ma i Pastori devono saper fare discernimento, perché le opere di Dio non siano ostacolate. Così, nel monastero della Visitazione, tutte le suore la trattano come visionaria. Quante volte, leggendo le storie dei Santi e le storie delle opere di Dio nella Chiesa Cattolica, sembra che l’azione di Dio stia per morire…ma poi inspiegabilmente va avanti. Margherita Maria sta per rinunciare a questa missione che Gesù le ha affidato di far conoscere questo messaggio del Sacro Cuore. In quel momento Gesù le dice: “Non temere! Ti manderò un Sacerdote secondo il mio cuore”.
In questa Festa del Sacro Cuore di Gesù quanto è importante pregare per la santificazione dei Sacerdoti. Non perché ci siano Sacerdoti competenti, non esperti di questa o di quest’altra cosa, non capaci di fare tutto e il contrario di tutto… ma Sacerdoti di cui Gesù possa dire: “Ecco un Sacerdote secondo il mio cuore”. E quando a Paray le Monial arriverà Padre Claud, un sacerdote che poi diventerà santo, Gesù fa capire a Margherita Maria che lui è il Sacerdote che la aiuterà, e che sarà esperto delle cose di Dio. Questa capacità di comprendere l’azione di Dio nasce non semplicemente dallo studio – che è pure importante -, ma nasce da una intensa vita di amicizia e di intimità con Gesù. Quando un prete è veramente amico di Gesù, in lui vive Gesù. Oggi invece c’è il rischio che il prete si comprenda e venga anche interpretato come uno che lavora a ore, un funzionario che dispensa i Sacramenti. Nel Sacerdote c’è l’Ordine Sacro, c’è una configurazione ontologica, cioè dell’essere profondo della persona, al Signore Gesù. La dimensione sacerdotale, il ministero ordinato è qualcosa di grande e che esiste da sempre. Quando un Sacerdote viene ordinato c’è Gesù con lui. E anche se un Sacerdote si comportasse male… le sue azioni in nome di Gesù sono sempre valide. In latino si dice “ex opere operato – non dipendente dalle sue opere”. L’efficacia del Sacramento non dipende dalla santità o meno del Sacerdote… questo insegna la teologia. Però è anche vero che se il Sacerdote è santo c’è anche l’effetto “ex opere operandis”, cioè grazie anche alla santità del prete. Un predicatore amico di Gesù o un confessore amico di Gesù converte i cuori.
In questa Solennità del Sacro Cuore vorrei ora soffermarmi con voi su un dettaglio.
Santa Margherita Maria, riceve quattro visite di Gesù, che le parla del suo Cuore e sono tutte molto importanti. Siamo nel dicembre 1673.
Nella prima visita, Margherita Maria, racconta di trovarsi a pregare davanti al SS. Sacramento. E anche qui c’è una affinità con Santa Faustina Kowalska: anche lei riceve i messaggi di Gesù davanti al Santissimo. Già qui c’è un grande insegnamento: tutte le decisioni importanti, le grandi intuizioni, maturano sempre davanti a Gesù Eucaristia. Vogliamo farci santi per dare gloria a Dio? La santità si coltiva ai piedi di Gesù Eucaristia. Tante volte bisogna fare delle scelte e delle decisioni importanti… e quanto è facile sbagliarsi perché lo spirito del male cala tutte le sue carte per disorientarci. Poi, come dice S. Ignazio di Loyola nel suoi Esercizi Spirituali, ci sono dei tempi di desolazione nel cammino della fede… e allora per saperli superare ecco la medicina: il SS. Sacramento. E in questa prima apparizione, Gesù fa due cose. Anzitutto dice a Margherita Maria: “Vieni a riposare nel mio cuore”. Lei va verso Gesù e Lui la prende a sé vicino al suo Cuore. Anche noi, se lo vogliamo, possiamo entrare nel cuore di Gesù nel SS. Sacramento. L’adorazione è entrare nel Cuore di Gesù. Se oggi c’è tanta ansia pastorale, perché ci sembra che le cose non vadano bene nelle nostre comunità, è perchè non si sosta più o veramente troppo poco davanti a Gesù Eucaristia. Un esorcista molto noto nel mondo, Padre Amorth, racconta che ha fatto una domanda al demonio e gli ha chiesto che cosa temesse di più nella Chiesa. La riposta del demonio è stata: “Gli ordini contemplativi, i monaci e le suore di clausura con la loro preghiera ininterrotta davanti all’Eucaristia. Io voglio riuscire a rendere tutto azione nella Chiesa e a cancellare la preghiera, soprattutto l’adorazione eucaristica”. Giovanni Paolo II, nel documento Ecclesia de Eucharistia, parlando di se stesso, dice: “Quante volte ho reclinato, come Giovanni, il mio capo stanco sul petto di Gesù e ho trovato nuovo slancio”. Altrimenti ci si stanca, si perde gioia ed entusiasmo. E Gesù fa un’altra cosa in questa prima apparizione: prende il cuore dal petto di Santa Margherita Maria e lo mette nel proprio cuore. Non solo l’adorazione eucaristica come riposo in Gesù, ma anche l’adorazione eucaristica come inserimento, immissione del nostro cuore piccolo, egoista, fragile… nel cuore di Gesù. E Margherita Maria dice che il suo piccolo cuore era come un’atomo dentro il cuore di Gesù. Questa è la prima apparizione.
Nella seconda apparizione c’è la visione del cuore. Gesù mostra a Santa Margherita Maria il suo cuore ed invita a diffondere l’immagine. Dice: “Desidero favorire gli uomini in questi ultimi tempi”. Ma siamo nel 1674… come mai ultimi tempi? Probabilmente questa apparizione a Paray le Monial fa parte di quel disegno divino che viene incontro a quell’umanità, che a partire dall’Illuminismo, che sarebbe accaduto di lì a poco, attraverso le ideologie secolariste, ha portato poco per volta l’umanità lontano da Dio. Non c’è più Dio nella società. Gesù dice a Margherita che questa immagine vi libera dal dominio di Satana che intende distruggervi.
Nella terza apparizione Gesù domanda la pratica dei primi nove Venerdì del mese e introduce il tema della riparazione. Parola che non viene quasi più usata oggi. E Gesù chiede a Margherita che ogni giovedì, dalle 23 fino a mezzanotte, facesse una preghiera prostrata a terra a forma di croce, in ricordo della notte dell’agonia nell’orto degli ulivi e per dare riparazione a Gesù. Fratelli e sorelle, Gesù soffre molto, le anime si perdono e pochi nella Chiesa se ne curano. C’è il rischio di veicolare con la predicazione e la catechesi di questo momento, un messaggio che è solo per il benessere dell’uomo. Dobbiamo invece annunciare la salvezza dell’anima perché questa non si perda. Quante anime vivono lontano da Dio e senza la sua grazia! Bisogna tornare a parlare dell’anima che si può salvare, ma anche che si può perdere per sempre. Non bisogna avere paura di dire che esiste l’inferno e che non è vuoto… ma che è una possibilità tremenda, anzi la peggiore delle possibilità che ha l’uomo.
Ho fatto un funerale proprio alcuni giorni fa, di un uomo di 47 anni. Lui non era fervente cattolico praticante e un suo amico mi ha posto questa domanda: “Ma perché Davide ci ha lasciato? Ma perché Davide è morto, proprio nel momento della maturità, dove avrebbe potuto vivere fino in fondo quella vita che lui amava tanto?”. Io ho tentato di dargli una sola risposta… e in quel contesto lì il sacerdote non può ingannare. Se il prete non è amico di Gesù… ma che gli vai a dire? Che gli vai a dire? Ho provato a dirgli che Davide si è salvato e sta andando in Paradiso. Gesù quindi domanda la riparazione, dobbiamo aiutare Gesù a salvare le anime! E quella preghiera bellissima che Gesù ha insegnato a Suor Maria di Torino: “Gesù e Maria vi amo, salvate anime”. Le anime si salvano non solo con le nostre forze, ma si salvano soprattutto con la preghiera e con il sacrificio, cioè con la sofferenza. Una volta si diceva questo con due parole: “Soffri e offri!”.
Infine nella quarta apparizione Gesù dice: “Ecco quel cuore, che ha tanto amato gli uomini e dai quali non ha ricevuto che ingratitudine e sofferenza”. Si sa quanta sofferenza ci sia in una persona, quando dà amore ma non lo riceve! È una sofferenza immane, molto di più di quella fisica: amare e non essere amati! Una frase che ripeteva spesso San Claudio, il prete francese che seguiva Margherita Maria era: “L’Amore non è amato!”. E questo non è uno scherzo. Gesù oggi non è conosciuto, e quindi non è amato. Tanti uomini e donne hanno imparato ormai a vivere senza Gesù. Ecco quindi quel cuore di Gesù che ha tanto amato gli uomini…ma non è amato da loro.
Nella simbologia del cuore, Gesù mostra il suo cuore con quattro caratteristiche, e ogni simbolo ha il suo significato. Quella del Sacro Cuore non è una semplice devozione, ma è il messaggio principale della nostra fede: l’amore di Dio per noi. Nel suo Vangelo, Giovanni dice: “Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”… verso il compimento globale si tradurrebbe fedelmente dal greco. Quali sono allora questi quattro simboli?
Anzitutto le spine. Il cuore di Gesù è circondato di spine. Poi è sormontato da una croce. Però questa croce è caratterizzata dalla presenza delle fiamme. E infine, il quarto elemento, quello che a me colpisce di più, è la ferita del cuore.
Le spine: certamente richiamano la Passione, la corona di spine che hanno messo sulla testa di Gesù. E Gesù spiega a Santa Margherita cosa sono queste spine. Sono le anime dei peccatori: Gesù le ha nel cuore. Queste anime lo fanno soffrire, perché sono lontane da Lui. Ma Gesù non le respinge da sé, le tiene nel suo cuore. I peccatori, anche quelli ostinati, quelli lontani, sono nel suo cuore. E Gesù spiega a Santa Margherita che queste spine conficcate nel suo cuore sono i peccatori, ma sono anche un invito alle anime a Lui care, a seguire la via del sacrificio.
Ecco uno dei sogni avuti da San Giovanni Bosco nel 1947: il sogno del roseto. Lui è agli inizi della sua opera, vede la Madonna, che gli dice: “Giovanni, entra nel roseto e cammina”. E San Giovanni Bosco racconta che lui entra in questo grande arco di rose e comincia a camminare su un grande tappeto di rose. Ma si accorge che si sono le spine. All’inizio la Madonna gli aveva detto di togliersi le scarpe e lui si volta indietro come per dire che le spine gli fanno male… Quanto male fanno le spine della vita… ma non dobbiamo disperare e affrontare le spine della nostra vita. Non pensate, fratelli e sorelle, che questa vita è come il paese dei balocchi… chi dice questo annuncia una falsa verità. La vita è un cammino di battaglia, è fatica e sudore, è penitenza volontaria a volte, ma altre volte involontaria. La Madonna, a Fatima, dice ai tre bambini: “Volete accettare le sofferenze che Dio vi mandera?”. A volte c’è anche paura nel dire che la croce viene da Dio, perché oggi è cambiato il paradigma. Non puoi più dire che la croce, che la sofferenza è dono di Dio. Perché se uno non si sa spiegare da dove viene la sofferenza e non ne sa trovare il senso… è finita per lui. Ecco le spine: Don Bosco voleva andare a rimettersi le scarpe. La Madonna gli dice: “No, no, no: devi avanzare!”. E più lui cammina dentro questo roseto, più le spine lo colpiscono e gli fanno male. La gente intorno a lui dice: “Guardate come don Bosco cammina tra le rose… ma non sapevano – racconta lui – che io ero pieno di spine”. E la Madonna, quando finisce il percorso, gli dice: “La strada che tu fai sarà caratterizzata da tante prove”. E lui ha capito. Ecco perché nell’urna dove si conservano i resti mortali del caro don Bosco, è incisa la frase che lui ha stilato come programma della sua vita sacerdotale: “Domine, da mihi animas, caetera tolle – Dammi le anime, Signore, e poi toglimi tutto il resto”. Accettare le spine della vita ed offrirle con amore, per le anime del Purgatorio, per la nostra salvezza, per la santificazione dei Sacerdoti. E quando magari un nostro familiare non va in chiesa, non prega o è lontano da Dio… offriamo le nostre sofferenze. anche quelle involontarie: il caldo, la pesantezza del lavoro le difficoltà, le incomprensioni… quante cose possiamo offrire. Un giorno Santa Faustina stava ricamando e Gesù le dice: “Che cosa stai facendo?” e lei risponde: “Eh niente, sto ricamando”. E Gesù: “Per ogni ricamo che tu farai, se tu mi dirai: Gesù, lo faccio per amore per salvare un’anima – per ogni ricamo che fai, io salverò un’anima”. Ma questo è davvero impressionante, anche se oggi è poco capito.
Poi c’è la croce che richiama le spine, il cammino della sofferenza che Gesù percorre per compiere la volontà del Padre.
Il fuoco… l’amore di Dio. Santa Teresa d’Avila viene ritratta con l’angelo che le colpisce il cuore con il dardo del fuoco di Dio. Lei, negli anni successivi, diceva di sentire la ferita. Quando è morta hanno estratto il cuore, adesso è dentro un’urna. Davanti a quest’urna, in Spagna, tu rimani sconvolto perché proprio dentro le membrane del cuore si vede questa scottatura, questa ferita che l’angelo ha prodotto. Quindi le azioni di Dio in noi sono spirituali, ma coinvolgono anche il corpo.
Il solco… il soldato Longino, che secondo la tradizione ha solcato, ha ferito il cuore di Gesù, è diventato santo, perché non si può incontrare Gesù, senza esserne conquistati.
E allora diamo i nostri cuori a Gesù, fratelli e sorelle, e immergiamo il nostro cuore nel Suo.
San Bonaventura, nell’Ufficio delle Letture della Solennità del Sacro Cuore, citando il Libro del Cantico dei Cantici dice: “Dio, per sua disposizione, stabilì che suo Figlio venisse ferito nel cuore, perché noi potessimo rifugiarci dentro questo cuore divino nei momenti di prova, di difficoltà”.
Il Cuore di Gesù sia la nostra pace e la nostra forza!
Dio che vive nel mio cuore e nella mia vita, Dio che vive nel segno del pane e del vino che tra poco diventeranno il suo Corpo e il suo Sangue,
Dio che sarà presente qui per la nostra lode e la nostra adorazione…
Sacro Cuore di Gesù, noi ti amiamo!
Sacro Cuore di Gesù, confidiamo solo in te!
Sia lodato Gesù Cristo.