Corpus Domini 2018
“L’Eucaristia è uno squarcio di cielo
che si apre sulla terra”. Giovanni Paolo II
che si apre sulla terra”. Giovanni Paolo II
Oggi è la Solennità del Corpus Domini, la Solennità dell’Eucaristia. Una festa molto antica che risale all’anno 1264. Il Papa Urbano IV istituì questa Festa, che portava il Santissimo Sacramento per le strade, con la processione del Corpus Domini. Questa Festa è stata voluta per due motivi e per un terzo motivo poco conosciuto. C’era stato il Vescovo Berengario, in Francia, a Tour, che aveva detto – guardate quanto è attuale quel Vescovo, che sembra dire quello che alcuni Pastori dicono anche oggi… che: “Non è possibile che la presenza di Gesù nell’Eucaristia sia reale, cioè che questo pane diventi realmente la presenza viva di Gesù. Dobbiamo parlare solo di una presenza spirituale… simbolica”. Non è quello che si cerca di far circolare anche oggi con le nuove mode teologiche, che si dimenticano di affermare la cosa più importante: la presenza reale di Gesù!
Il fatto che l’uomo non può spiegarlo con la sua mente, deve spingerlo a mettersi in ginocchio… dobbiamo tornare in ginocchio davanti a questo grande mistero. Pensate a quanto è un dramma che un pastore non insegni più la sana dottrina, ma invece insegni una dottrina a volte avvelenata, una controdottrina, che porta avanti non il pensiero di Santa Madre Chiesa, ma un proprio punto di vista. Mi sembra purtroppo che nella Chiesa oggi questo succeda. E quei pochi pastori, pochi teologi, pochi testimoni di Cristo che portano avanti il pensiero della sana dottrina cattolica… oggi passano loro quasi per eretici. Veramente questo è un momento molto particolare e difficile per la Chiesa…altro che il 1200! Pensate alla gente di Tour che doveva sentirsi dire dal proprio Vescovo - come potrebbe fare un Parroco con i suoi fedeli - che Gesù nell’Eucaristia non è realmente presente. Questo, diceva lui, non è possibile: “È una presenza solo simbolica e spirituale”. Queste sono affermazioni gravi e purtroppo sono presenti anche oggi. Nella storia della Chiesa l’eresia, all’inizio, non si presenta mai come una vera e propria eresia…ma diremmo come una forma più vicina all’uomo, come qualcosa di nuovo. Io vedo questo rischio sempre presente…perché quello è in gioco: allontanare le anime da Dio. L’eresia si presenta sempre con una veste apparentemente innocua, di latente continuità con la sana dottrina, ma poi si svela il suo carattere diabolico. E molti in Francia avevano capito questo. Questo era il primo motivo per cui Papa Urbano IV istituì questa festa.
Il secondo motivo è perché il cielo, come sempre succede, risponde. Sempre il soprannaturale entra nella Chiesa. Nella città di Orvieto avviene un miracolo eucaristico… uno dei tanti. Il Signore, per confermare la nostra fede, nel corso dei secoli compie i miracoli eucaristici. L’ultimo in ordine di tempo che ci è stato rivelato da poco, è del 2013: un sacerdote polacco stava celebrando la Santa Messa e l’ostia purtroppo gli è caduta a terra… capita, può succedere. Lui l’ha messa in un bicchiere di cristallo, come prevedono le norme, lasciando che le specie eucaristiche si consumassero nell’acqua, perché San Tommaso d’Aquino insegna, quando le specie eucaristiche non ci sono più, termina la presenza reale. Quindi immaginate il significato che ormai abbiamo dimenticato quasi del tutto: Gesù, viene in noi e la sua presenza reale rimane in noi fintanto che non si consumano dentro di noi le specie eucaristiche.
Noi siamo come Maria, tabernacoli viventi, abbiamo Gesù dentro di noi.
È preoccupante ai nostri giorni come tanti fedeli si accostano all’Eucaristia.
Le disposizioni interiori, cioè essere in grazia di Dio e confessati.
Le disposizioni esteriori: l’atteggiamento, il raccoglimento, le mani giunte. Oggi tanta gente non si pone più il problema che c’è Gesù vivo e vero: vengono alla Santa Comunione con le mani in tasca, a volte distratti, altre volte prendendo la Santa Comunione con le dita come se fossero una pinza… Quello che noi riceviamo è il Signore Gesù! A Orvieto avviene questo miracolo eucaristico - non lo racconto, magari andatelo a cercare -. Ma per la vostra esperienza di fede, avete bisogno ancora di miracoli? Io personalmente, per gli effetti che produce in me… vi dico che non ne ho bisogno. Quello che è più importante per me è un rapporto d’amore. Quando io ricevo Gesù, sento che Lui viene in me. Però il Signore comprova sempre questo grande mistero della presenza reale…come ad Orvieto.
Comunque quel sacerdote polacco, il giorno dopo ha riaperto il tabernacolo, ha ripreso il bicchiere e non c’era più l’ostia, ma c’era carne umana, non c’era più l’acqua, c’era il sangue. Il sacerdote l’ha riferito al Vescovo, che ha fatto esaminare questi frammenti umani da un medico in Germania, e ha attestato che la scienza non può spiegare quel fatto… cioè era veramente un pezzo di carne umana vicino al cuore. Benedetto XVI ci ha detto che Gesù ci dona il suo cuore ferito quando ci nutriamo dell’Eucaristia. La Chiesa, nella Messa, entra in comunione con il suo Signore crocifisso e risorto. Lo studio di questo frammento di ostia divenuta carne, rivelava che non solo era una parte del cuore umano, ma attraverso una indagine specifica dei tessuti, che era un cuore che aveva molto sofferto.
Venerdì prossimo è la Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Il cattolicesimo di oggi ha sminuito queste pratiche devote, ma è il cuore aperto di Gesù, Gesù che ci dona il suo cuore nell’Eucaristia. Comunque quel Vescovo ha riconosciuto il prodigio. Il Signore, nel corso dei secoli, ha sempre manifestato questa verità di fede, che è la più importante. L’edificio delle verità di fede è costruito in modo tale da essere tutto ben strutturato, attraverso i legami dei vari misteri della fede. Infatti il celebrante, dopo la consacrazione dice sempre: “Mistero della fede!”. Non ci può essere un’altra esclamazione! Diceva Giovanni Paolo II, nel documento Ecclesia de Eucharistia: “Deve essere una esclamazione di stupore, di meraviglia… perché è il Signore che trasforma il pane e il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue”. Ecco i motivi per i quali Papa Urbano IV istituisce la festa.
Ma dicevamo che c’è n’è un terzo, poco conosciuto. Guardate com’è bella la storia delle anime, la storia della santità, la storia di Dio. Urbano IV era un prete che veniva dal Belgio. Lui, da giovane prete era stato Padre Spirituale di una mistica di nome Giuliana. Questa donna aveva le visioni di Gesù. Siamo nel 1200. Gesù parla con lei: “Desidero che nella Chiesa si istituisca una festa in onore della mia presenza reale nell’Eucaristia”. Gesù agisce in modo misterioso: non sceglie i Cardinali, i Vescovi o i preti… ma sceglie anche le donne per affidare loro i suoi messaggi. Per il suo Sacratissimo Cuore Gesù va da Santa Margherita Maria Alacoque; la Divina Misericordia Gesù va da Suor Faustina Kowalska… poi loro devono riferire alla gerarchia. Giuliana pensa: “Come faccio io che sono donna?” ma Gesù le dice: “Non temere! Verrà il giorno in cui uno di coloro che io ti ho messa a fianco, istituirà questa solenne festa”. E infatti quel Padre Spirituale, a cui Giuliana racconta, da parte di Gesù, la volontà di istituire una festa, diviene Papa con il nome di Urbano IV e istituisce questa festa. È la festa del trionfo della tradizione cattolica. Mi viene in mente Santa Teresina del Bambino Gesù, i Santi del passato quando c’era la processione del Corpus Domini, si gettavano fiori dai balconi, si pregava e si cantava, e tutto si fermava perché passava nostro Signore Gesù Cristo.
Dopo questa ampia introduzione, vorrei meditare con voi su un tema importante: l’emergenza eucaristica.
Oggi si parla molto nella società e anche dentro la Chiesa di alcune emergenze: c’è l’emergenza educativa per i ragazzi e i giovani; c’è l’emergenza sanitaria che riguarda gli ammalati; poi oggi si parla molto di emergenza ecologica, l’ambiente e il verde. Da alcuni anni si parla molto anche dell’emergenza monetaria e bancaria…e così via.. Forse tra tutte queste emergenze c’è n’è una che le sovrasta tutte, da un punto di vista anche mediatico di televisioni e giornali. L’emergenza più acclarata è quella cosiddetta umanitaria: i profughi e i migranti che approdano disperatamente sulle nostre coste e chiedono aiuto. Insomma…ci sono tante emergenze! Nella Chiesa del nostro tempo c’è un continuo fermarsi per riparare queste emergenze. C’è una agenda pastorale che sottolinea ora questa, ora quella emergenza. Oggi noi andiamo controcorrente. Per capire la vera emergenza dei nostri giorni, che la Chiesa Cattolica deve affrontare ancora prima delle altre… dobbiamo saper tirarci fuori dalla deriva del relativismo, dalla deriva antidogmatica del nostro tempo, come la chiamava Benedetto XVI… dalla dittatura del relativismo, che con una sottile operazione ideologica cancella di colpo il vocabolario cattolico: inferno, paradiso, peccato originale, salvezza, penitenza, conversione. Di questi temi non si parla più nelle omelie. Ci lamentiamo che la gente non vuole più ascoltare le prediche… ma di che parliamo? Se invece parliamo sempre di quelle emergenze lì, la gente non ci ascolta più, perché ha fame di Dio. La gente va in chiesa perché cerca Dio, non per ascoltare le cronache o l’eco dei telegiornali o dei rotocalchi, per offrire questo o quel rimedio. Lo trovino gli altri il rimedio… noi proteggiamo Gesù Eucaristia, noi lavoriamo per la salvezza delle anime. Tutti questi temi sono importanti… ma mai come quello che stiamo dicendo ora! Dobbiamo recuperare il primato della grazia, il primato del soprannaturale. Abbiamo un’anima da salvare. Dobbiamo lottare per non contaminarci con lo spirito del mondo, lo spirito del male, che vuole portarci lontano da Dio e che vuole spegnere in noi la grazia santificante. Ma in questa condivisione indiscutibile, inconfutabile, siamo sempre meno nella Chiesa. Le sensibilità oggi sono altre e se anche siamo disposti a collaborare con chi ha altre priorità… noi portiamo le nostre, cioè quelle del primato eucaristico, della preghiera, del soprannaturale e diciamo ai fratelli nella fede: “Questa è la mia, anzi, questa è la nostra… mettiamole insieme alle vostre!”. Guardate che questi non ci stanno, perchè ci accusano di essere tridentini, lefevbriani, che apparteniamo al passato, che non siamo al passo con i tempi. Eppure questa dovrebbe essere la priorità fondamentale e chiediamo che venga rispettata come vengono rispettate tutte le altre… perché se viene crocifissa e perseguitata questa priorità, vuol dire che allora è quella vera!
L’emergenza vera oggi nella Chiesa è l’emergenza eucaristica, Gesù è a rischio, Gesù è non difeso nella Santa Eucaristia.
I primi a difenderlo dobbiamo essere noi preti che forse ci curiamo di tante altre cose, ma siamo poco preoccupati di essere gelosi custodi dell’Eucaristia… anche a costo di rimetterci del nostro. Come sono le Messe oggi? Veloci… dobbiamo correre…ci sono i cristiani che guardano l’orologio – non qui, perché io dico sempre che qui si celebra una Messa senza orologio - . Per una partita di calcio, per un film, per quello che a noi interessa… non guardiamo mai l’orologio. Si viene a Messa e bisogna correre! Quali sono le ragioni di questa emergenza eucaristica? Da dove viene questo decentramento dell’Eucaristia? Citando il Cardinale Ballestrero, Arcivescovo di Torino negli anni 80, nelle nuove chiese, il tabernacolo è decentrato. Questa è una svolta epocale: si mette al centro la sedia del presidente della celebrazione… e il tabernacolo di lato. Oppure addirittura in una stanza attigua. Si racconta che un giorno il Cardinale, entrato in una chiesa per consacrarla, cercava il tabernacolo, perché è quello che dobbiamo vedere subito, dobbiamo cercare subito Gesù. Il Cardinale Ballestrero pronunciò le parole di Maria Maddalena, quando trovò il sepolcro vuoto: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto”. Benedetto XVI affermava: “Noi cattolici, rispetto ai nostri fratelli protestanti, abbiamo un dono che loro non hanno: la presenza nel tabernacolo di Gesù vivo. E se noi avessimo tempo dovremmo raccontare del rapporto d’amore tra Gesù e i Santi, come loro anelavano a questo incontro con Dio. San Tommaso d’Aquino diceva: “Amor conducit ad unionem – L’amore conduce all’unità, alla comunione”. Ma la comunione che cos’è? È l’unione con Gesù… non accanto a noi, non vicino a noi… ma dentro di noi! E quando tu ricevi Gesù, ricevi tutto, fai esperienza di Gesù e Gesù ti porta la pace, Gesù ti dona la forza per andare avanti e tu comprendi che hai ricevuto tutto!
Ci sono diverse ragioni di questa emergenza eucaristica, tutte molto preoccupanti.
Probabilmente la più importante è quella che le unisce tutte, cioè l’attacco del male alla Chiesa. E perché avviene questo? Perché la Chiesa Cattolica possiede la pienezza della verità. Il male attacca alla radice lo spirito cattolico, come dottrina. Allora l’emergenza eucaristica, questa profanazione continua, questo abbandono di Gesù, questa perdita di quella sana devozione eucaristica che da sempre caratterizza la Chiesa nasce dall’attacco di Satana. C’è un sogno che ha fatto San Giovanni Bosco, che è molto attuale per i nostri tempi. Lui vede una barca con due colonne. La barca, che è la Chiesa, affronta le tempeste e le navi nemiche che cominciano ad attaccare. E sembra che questa barca debba affondare…e sulla barca c’è il Papa. Ma la barca non affonda – dice San Giovanni Bosco – perché ci sono due colonne. In una c’è scritto Jesus Hominum Salvator - l’Eucaristia e nella seconda Maria Auxilium Christianorum – Maria Aiuto dei Cristiani -. Grazie a queste due colonne, la barca sballottata da una parte e dall’altra, riesce a resistere.
Dobbiamo essere convinti fino in fondo che Gesù è realmente presente… altrimenti non avrebbe più nemmeno senso inginocchiarsi.
Dalle chiese sono spariti gli inginocchiatoi… e anche durante la consacrazione, non solo tra i fedeli, ma anche molti sacerdoti non si inginocchiano più. Quando invece Benedetto XVI ha detto che “L’incapacità di inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, appare addirittura come l’essenza del diabolico”. Questo inginocchiarsi oggi deve recuperare il cristiano e la Chiesa…perché non si spenga l’amore e la devozione al Santissimo Sacramento.
Le ultime due considerazioni:
- il Magistero della Chiesa non smette a tutt’oggi di raccomandarci un atteggiamento devoto verso l’Eucaristia. E conferma in questo il Catechismo della Chiesa Cattolica, conferma la presenza reale di Gesù; dice che il termine transustanziazione è ancora oggi il termine più appropriato per parlare di ciò che accade durante la Santa Messa. La Messa è qualcosa di straordinario. Dobbiamo recuperare con il cuore il mistero di Dio che viene in mezzo a noi, il pane e il vino diventano il Corpo e Sangue del Signore. Dobbiamo essere conquistati da questo. Non c’è un avvenimento più grande di questo. Si dice che nel mondo ogni minuto viene celebrata una Santa Messa…e Padre Pio diceva che il mondo non crolla perché c’è la Messa.
- Vorrei ora dare la parola a una mistica, la Beata Alessandrina da Costa, portava le stigmate di Gesù ed è stata beatificata da Giovanni Paolo II. Gesù stesso ha rivolto a lei appelli sulla sua presenza reale nel tabernacolo. Siamo nel 1937…diamo la parola a nostro Signore Gesù Cristo: “Cercami nei miei tabernacoli, così mi consolerai molto. Io voglio molte anime eucaristiche, io voglio anime, molte anime che stiano attorno ai tabernacoli. Dall’Eucaristia viene il rimedio per tutti i mali. Figlia mia, fa’ che io sia amato, consolato e riparato nella mia Eucaristia”.
Chiediamo alla Madonna, donna tutta eucaristica, di tornare ad amare Gesù, di tornare ad essere sempre di più innamorati di Lui. Alla fine dei nostri giorni resterà solo l’amore di Gesù per noi e il nostro amore per Gesù, presente nell’Eucaristia.
Fratelli e sorelle, torniamo davvero ad essere come candele accese che ardono dinanzi a Lui e dinanzi al suo tabernacolo perché “L’Eucaristia è uno squarcio di cielo che si apre sulla terra”.
Sia lodato Gesù Cristo!