Ascensione 2018

Ascensione"Perché state a guardare il cielo?" At 1,11. 
Rimanete saldi nella fede, nella speranza, nella carità!
 
Oggi risuona di nuovo questa domanda e viene rivolta a tutti noi: "Perché state a guardare il cielo?". Nella risposta è racchiusa la verità fondamentale sulla vita e sul destino dell'uomo. La domanda si riferisce a due atteggiamenti connessi con le due realtà, nelle quali è inscritta la vita dell'uomo: quella della terra e quella del cielo.
Ascensione"Perché state a guardare il cielo?" At 1,11. 
Rimanete saldi nella fede, nella speranza, nella carità!
 
Oggi risuona di nuovo questa domanda e viene rivolta a tutti noi: "Perché state a guardare il cielo?". Nella risposta è racchiusa la verità fondamentale sulla vita e sul destino dell'uomo. La domanda si riferisce a due atteggiamenti connessi con le due realtà, nelle quali è inscritta la vita dell'uomo: quella della terra e quella del cielo.
Prima la realtà terrena: "Perché state?" - Perché state sulla terra? Rispondiamo: Stiamo sulla terra, perché il Creatore ci ha posto qui come coronamento all'opera della creazione. L'onnipotente Dio, conformemente al suo disegno d'amore, creò il cosmo, lo trasse dal nulla. E dopo aver compiuto quest'opera, chiamò all'esistenza l'uomo, creato a propria immagine e somiglianza cfr Gn 1,26-27. Gli elargì la dignità di figlio di Dio e l'immortalità. Sappiamo però che l'uomo si è smarrito, ha abusato del dono della libertà e ha detto "no" a Dio, condannando in questo modo se stesso ad un'esistenza in cui entrarono il male, il peccato, la sofferenza e la morte. Ma sappiamo anche che Dio stesso non si rassegna a una situazione del genere ed entra direttamente nella storia dell'uomo e questa divenne storia della salvezza. "Stiamo sulla terra", siamo radicati in essa, da essa cresciamo. Qui operiamo il bene sui campi dell'esistenza quotidiana, nell'ambito della sfera materiale ed anche nell'ambito di quella spirituale: nelle reciproche relazioni, nell'edificazione della comunità umana, nella cultura. Qui sperimentiamo la fatica dei viandanti in cammino verso la meta lungo strade intricate, tra esitazioni, tensioni, incertezze, ma anche nella consapevolezza che prima o poi questo cammino giungerà al termine. Ed è allora che nasce la riflessione: Tutto qui? La terra su cui "ci troviamo" è il nostro destino definitivo?
Eccoci quindi alla seconda parte dell'interrogativo degli Atti degli Apostoli: "Perché state a guardare il cielo?”. Quando gli Apostoli tentano di attirare l'attenzione del Risorto sulla questione della ricostruzione del regno di Israele, Egli "fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo". Ed essi "stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava" At 1,9-10. Stavano dunque fissando il cielo, poiché accompagnavano con lo sguardo Gesù, crocifisso e risorto, che veniva sollevato in alto. Non sappiamo se si resero conto in quel momento che proprio davanti a loro si stava schiudendo un orizzonte magnifico, infinito, il punto d'arrivo del pellegrinaggio dell'uomo. Forse lo capirono soltanto il giorno di Pentecoste, illuminati dallo Spirito Santo.
 
Per noi, tuttavia, quell'evento di duemila anni fa è ben leggibile. Siamo chiamati, rimanendo in terra, a fissare il cielo, ad orientare l'attenzione, il pensiero e il cuore verso il mistero di Dio. Siamo chiamati a guardare nella direzione della realtà divina, verso la quale l'uomo è orientato sin dalla creazione. Là è racchiuso il senso della nostra vita. 
Credere vuol dire accettare come verità ciò che la nostra mente non comprende fino in fondo. Bisogna accettare ciò che Dio ci rivela su se stesso, su noi stessi e sulla realtà, anche quella invisibile, inimmaginabile. Questo atto di accettazione della verità, allarga l'orizzonte della nostra conoscenza e ci permette di giungere al mistero in cui è immersa la nostra esistenza. Paolo ci parla di questo nella Lettera agli Efesini. Dio ci ha dato uno spirito di sapienza e "gli occhi della nostra mente per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e quale è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza che egli manifestò in Cristo" cfr Ef 1,17-20. Credere vuol dire abbandonarsi a Dio, affidare la nostra sorte a Lui. Credere vuol dire stabilire un legame personale con il nostro Creatore e Redentore in virtù dello Spirito Santo, e far sì che questo legame sia il fondamento di tutta la vita. Oggi abbiamo sentito le parole di Gesù: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" At 1,8. Esse continuano a costituire una sfida per coloro che ammettono di appartenere a Cristo, per i quali la sua causa è la più importante. Dobbiamo essere testimoni di Gesù che vive nella Chiesa e nei cuori degli uomini. È Lui ad assegnarci una missione. Il giorno della sua ascensione in cielo dice agli Apostoli: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura... Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano". Noi stessi siamo  chiamati a rendere questa testimonianza dinanzi al mondo intero. Questa nostra vocazione è sempre attuale. Non manchi al mondo la nostra testimonianza! 
 
Giovanni Paolo II pronunciò nell'anno 1979 queste parole:
"Dovete essere forti! Dovete essere forti di quella forza che scaturisce dalla fede! Dovete essere fedeli! Oggi più che in qualsiasi altra epoca avete bisogno di questa forza. Dovete essere forti della forza della speranza, che porta la perfetta gioia! Dovete essere forti dell'amore, che è più forte della morte... Dovete essere forti della forza della fede, della speranza e della carità, che ci aiuta a stabilire ... il grande dialogo con l'uomo e con il mondo in questa tappa della nostra storia: dialogo con l'uomo e con il mondo, radicato nel dialogo con Dio stesso - col Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo".
 
Anch'io vi prego di guardare dalla terra il cielo, di fissare Colui che, da duemila anni, è seguito dalle generazioni che vivono e si succedono su questa nostra terra, ritrovando in Lui il senso dell'esistenza. Rafforzati dalla fede in Dio, impegnatevi con ardore nel consolidare il suo Regno sulla terra: il Regno del bene, della giustizia, della misericordia. Vi prego di testimoniare con coraggio il Vangelo dinanzi al mondo di oggi, portando la speranza a coloro che hanno sete di libertà e di verità. Facendo del bene al prossimo, testimoniate che Dio è amore. Vi prego di condividere con gli altri il tesoro della fede, andate, annunciate, testimoniate con la vostra vita la vera fede cristiana cattolica. Rimanete saldi nella fede! Rimanete saldi nella speranza! Rimanete saldi nella carità! Amen!
 
Sia lodato Gesù Cristo!

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