3 Domenica di Pasqua 2018
“Essi narravano come l'avevano riconosciuto
nello spezzare il pane”. Lc 24,35.
Nella tua vita Lui c'è!
nello spezzare il pane”. Lc 24,35.
Nella tua vita Lui c'è!
Nella tua vita Lui c'è! Quando noi pensiamo alla parola "apparizione", pensiamo a qualcosa di straordinario, ad un evento raro e per pochi eletti, a qualcosa di così incredibile che solamente alcuni eletti, santi e scelti possano sperimentare. Così pensiamo alle apparizioni di Lourdes o di Medjugorie, ecc. E chi non riesce ad averle, cerca "segni" nel cielo e tracce nella terra, di queste "apparizioni" speciali.
“Essi narravano come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane”.
Nella tua vita Lui c'è!
Nella tua vita Lui c'è!
Nella tua vita Lui c'è! Quando noi pensiamo alla parola "apparizione", pensiamo a qualcosa di straordinario, ad un evento raro e per pochi eletti, a qualcosa di così incredibile che solamente alcuni eletti, santi e scelti possano sperimentare. Così pensiamo alle apparizioni di Lourdes o di Medjugorie, ecc. E chi non riesce ad averle, cerca "segni" nel cielo e tracce nella terra, di queste "apparizioni" speciali.
I racconti della Risurrezione di queste domeniche, quelli che noi chiamiamo "apparizioni", ci dicono l'esatto contrario della nostra voglia di cose sensazionali o straordinarie: l'esperienza del Risorto non è un'esperienza per poche persone ma una possibilità per tutti e sempre.
“Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane”.
Lungo la via: la via è la strada per Emmaus e chi narra sono i due sconosciuti che per tanto avevano condiviso la strada senza vederlo. Poi ad un certo punto "lo hanno visto". La domanda è sempre quella: "Ma com'è possibile che per ore non l'abbiano riconosciuto e poi all'improvviso l'hanno riconosciuto solo nello spezzare il pane?Dio è misterioso e tu lo vedi non direttamente, ma sempre "rivelato". La parola "rivelazione" vuol dire infatti sia vedere che rivelare, cioè nascondere, rimettere il velo. Non cercare, quindi, miracoli e apparizioni; non cercare di vederlo; cerca la sua rivelazione, nascosta, ma visibile, dentro la tua vita. Dio è evidente per chi ha gli occhi dell'anima e del cuore… e misterioso per chi ha solo gli occhi fisici. Lui lo vedi "lungo la via" della tua vita!
Lungo la via: la via è la strada per Emmaus e chi narra sono i due sconosciuti che per tanto avevano condiviso la strada senza vederlo. Poi ad un certo punto "lo hanno visto". La domanda è sempre quella: "Ma com'è possibile che per ore non l'abbiano riconosciuto e poi all'improvviso l'hanno riconosciuto solo nello spezzare il pane?Dio è misterioso e tu lo vedi non direttamente, ma sempre "rivelato". La parola "rivelazione" vuol dire infatti sia vedere che rivelare, cioè nascondere, rimettere il velo. Non cercare, quindi, miracoli e apparizioni; non cercare di vederlo; cerca la sua rivelazione, nascosta, ma visibile, dentro la tua vita. Dio è evidente per chi ha gli occhi dell'anima e del cuore… e misterioso per chi ha solo gli occhi fisici. Lui lo vedi "lungo la via" della tua vita!
Spezzare il pane indica due cose:
1. La "fractio panis" era un modo con cui i primi cristiani chiamavano l'Eucaristia. Quindi, un luogo privilegiato per "vederlo" è l'Eucaristia. L'Eucaristia è il luogo dove tu vedi dentro e arrivi al cuore del mistero e del sacrificio.
Durante la preghiera mattutina un angelo apparve a cinque rabbini e disse: "Oggi vedrete il Messia!". Era sera e il sole come una palla di fuoco rosso scendeva nella calda Palestina. Il primo rabbino era un razionale: "È tutto un inganno, è tutta una produzione della mente, ci siamo creati tutto noi. In realtà non c'è niente da vedere". Il secondo era pieno di rabbia: "Quell'angelo maledetto mi aveva promesso che l'avrei visto!". Il terzo era un rassegnato: "Dio non si può vedere. Dio nessuno lo ha mai visto, perché dovrei vederlo io?". Il quarto era un ossessivo: "Sto guardando tutti i volti per vederlo, ma non l'ho ancora visto. Ma lo troverò, dovessi trovarlo fra cent'anni, lo troverò!". Il quinto, di ritorno dal lavoro, si sedette lungo la strada e guardò con meraviglia e stupore la discesa del sole, l'intensità dei colori; si lasciò riempire dal silenzio e dai lievi rumori attorno; sentì che quel sole c'era fuori e c'era dentro di lui; si sentì terribilmente felice, immerso nel creato e al centro dell'universo e disse: "È vero, oggi ho visto Dio".
2. Lui si vede nello spezzarsi per gli altri, nel donarsi. I discepoli l'hanno riconosciuto perché Lui, Gesù, è diventato amore donato. Così ogni volta che l'amore ricevuto diventa amore donato, Dio si rende visibile in quella persona e in quell'evento. Una donna mi ha donato 1000 euro da dare in beneficienza. Io li ho dati ad una famiglia che si è messa a piangere dalla gioia perché in quel mese non sapeva come pagare l'affitto di casa. In quel momento "Dio" si è reso visibile, presente, toccabile.Lui è al centro della nostra vita. “Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»”. Stette in mezzo: tutti i Vangeli, dicono che Gesù "stette in mezzo". Gesù, cioè, non si mette alla testa di un gruppo creando una gerarchia di persone che gli sono più vicine e persone che restano lontane da lui. Che Gesù stia in mezzo vuol dire che Gesù è per tutti la Fonte dell'Amore che s'irradia per tutte le persone. Pace a voi – shalom: indica tutto ciò che concorre alla felicità e alla pienezza delle persone. Quindi Gesù dice: "Sono venuto a portarvi le felicità, una vita piena, intensa, viva; se mi seguite sentirete scorrere l'amore in voi; vi sentirete vivi e importanti per questo mondo, non sarete più soli e troverete un motivo per vivere; se mi seguite sarà meravigliosa questa vita e la vostra vita". Più bello di così! Ma...
Gli incontri ti cambiano la vita. «Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma». Sconvolti e pieni di paura: ma perché hanno tutta questa paura? Cos'è che li sconvolge? D'altronde avrebbero potuto dire: "Non ci credo che sia così! Non è vero!". Avrebbero potuto, cioè resistere, negare la cosa. Ma perché avere paura? E perché essere così sconvolti da questa cosa? Fantasma: pneuma,spirito. I discepoli sono sconvolti perché non lo vedono come una persona reale ma un ricordo, uno spirito, cioè qualcosa di bello che ti rimane dentro ma che adesso non c'è più. Cioè: non pensano che Lui sia Vivo e che possa trasformare le loro vite. Le persone ti cambiano la vita. Gli incontri ci cambiano la vita. Cos'era successo? Gesù era morto e quando pensavano a Gesù pensavano come ad una bella esperienza da ricordare, da far memoria ma che rimane nella zona del passato, cioè dei morti. Lo sentivano come uno spirito da ricordare e da tenere in vita ma non come una "persona viva" che ti cambia la vita, che ti fa scegliere, che ti dà forza, che ti spinge, che ti anima, che è sempre presente. La religione, intesa in senso stretto, non è viva: è una cosa buona, trasmette concetti, informazioni, ti fa capire il perché dei fenomeni, ti insegna nomi, personaggi, ecc. Ma non ti trasforma, non ti cambia. La fede, invece, è viva: la fede è un incontro con la Vita, con Qualcuno e dopo quell'incontro tu non puoi più essere lo stesso. La fede è un incontro che ti cambia la vita. Tutte le nostre preghiere, le nostre celebrazioni, i nostri riti, le nostre giornate, possono essere religione o fede a seconda se sono incontri che "ci cambiano la vita".
Ti ho "toccato", per questo so che Tu ci sei.
«Ma egli disse loro: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: “Avete qui qualche cosa da mangiare?”. Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro». Toccare... guardare mani e piedi... che Lui è vivo ed è realmente, fisicamente presente, in carne ed ossa. Carne ed ossa: era un modo per dire la realtà di una persona viva. Gesù, si vuol dire qui, è "realmente presente". Toccare Gesù vuol dire sentire che Lui è Vivo, c'è e cambia la tua vita. Lo puoi toccare con le tue mani. Le mani rappresentano il fare, l'agire, il costruire, il realizzare. Molte persone credono che non ci sia più niente da fare, che tutto sia compromesso, "ormai!". Ma non è vero! Molte persone hanno delle cose che vorrebbero fare, ma dicono: "Come mi sarebbe piaciuto fare quella cosa lì!". E cosa aspetti ad iniziare? Certo, se dici: "Troppo tardi! Ma se non ci sono mai riuscito!", allora è davvero la fine. Lo puoi toccare con i piedi. I piedi feriti sono l'incapacità di stare in piedi con le proprie gambe, di camminare, di fare la propria strada, di diventare se stessi, di fare dei cammini dello spirito o dei viaggi interiori. Lo puoi toccare con il cuore. Un uomo freddo come il ghiaccio è tornato a piangere e a commuoversi: quant'è intensa la vita! Un uomo duro si è lasciato invadere dall'amore: quante cose si era perso! Una donna triste è tornata a sorridere, a meravigliarsi e a stupirsi: quant'è bella la vita.
Lascio il passato perché il presente è meglio! «Poi disse: Sono queste le parole che vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Gesù cerca di far comprendere che Mosè, Elia, i Salmi e i Profeti trovano "compimento" in Lui. Pleroo indica che Gesù ha tutto ciò che gli altri avevano in parte e che la sua qualità è superiore a quella precedente. In queste righe c'è la scelta dei discepoli che "lasciano" definitivamente ciò che avevano creduto perché "vedono, toccano, sperimentano" che chi incontra Lui incontra un'altra cosa, infinitamente migliore, superiore, nel senso di vitale e di pieno.
Vivere per gli altri... e non vivere per sé. «Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme». Conversione: per dire conversione si utilizzano due verbi. C'è il ritorno a Dio – in ebraico shub - cioè al culto, alla preghiera. Ma gli evangelisti non usano mai questo termine, usano sempre metanoia = cambiamento di mente e di mentalità, che coincide, quindi, in un cambio di comportamento. A tutti i popoli sarà predicata una conversione per il perdono dei peccati. Nel testo greco non c'è la "e" ma c'è scritto "una conversione per il perdono dei peccati". Ed è importante questa apparente sottigliezza. Perdono: lasciare andare, condonare, liberare. Peccati: indica una direzione di vita sbagliata. Allora: c'è un cambiamento che tu devi fare. Vivo per gli altri... quando mi dico: "Abbi fiducia... la Vita è con te. Puoi contare anche sugli altri e su Dio... non sei solo in questo mondo". Perché se l'amore è amore, si estende e si espande sul mondo. Cominciando da Gerusalemme: questa è una sorpresa. Gerusalemme, la Città santa, è equiparata da Gesù ad un popolo pagano. Sono le istituzioni religiose che hanno bisogno per prime di convertirsi. E questo vale per ogni tempo!
Risorti con Cristo, cerchiamo le cose di lassù.
Una bella sfida davvero!
Ma se siamo qui, dopo duemila anni, è perché abbiamo preso sul serio l'invito del Signore ad essere suoi testimoni.
Signore, sono qui… nel mio piccolo. Ma credo con tutto il mio cuore che Tu sei vivo per me e per la mia vita.