2 Domenica di Quaresima 2018
"Credo, Credo, Amen!".
Il Credo tradito.
Partiamo dall’antefatto. Tutto ha avuto inizio con le parole pronunciate durante la Santa Messa di Mezzanotte da Don Fredo Olivero parroco di San Rocco a Torino. “Sapete perché non dico il Credo? Perché non ci credo… Se qualcuno di voi lo capisce… ma io dopo tanti anni ho capito che era una cosa che non capivo e che non potevo accettare. Quindi cantiamo qualcos’altro che dica le cose essenziali della nostra fede”. Parole sconcertanti...
"Credo, Credo, Amen!".
Il Credo tradito.
Partiamo dall’antefatto. Tutto ha avuto inizio con le parole pronunciate durante la Santa Messa di Mezzanotte da Don Fredo Olivero parroco di San Rocco a Torino. “Sapete perché non dico il Credo? Perché non ci credo… Se qualcuno di voi lo capisce… ma io dopo tanti anni ho capito che era una cosa che non capivo e che non potevo accettare. Quindi cantiamo qualcos’altro che dica le cose essenziali della nostra fede”.
Il Credo tradito.
Partiamo dall’antefatto. Tutto ha avuto inizio con le parole pronunciate durante la Santa Messa di Mezzanotte da Don Fredo Olivero parroco di San Rocco a Torino. “Sapete perché non dico il Credo? Perché non ci credo… Se qualcuno di voi lo capisce… ma io dopo tanti anni ho capito che era una cosa che non capivo e che non potevo accettare. Quindi cantiamo qualcos’altro che dica le cose essenziali della nostra fede”.
Parole sconcertanti che non solo calpestano e offendono la fede dei parrocchiani, ma tradiscono lo spirito più autentico del Natale e pongono una serissima e gravissima ipoteca circa il permanere stesso nella Chiesa Cattolica di chi le abbia pronunciate, specie quando questi sia un sacerdote. Parole per le quali non sarebbe fuori luogo l'intervento dell'arcivescovo di Torino, della Congregazione per il Clero o di quella per la Dottrina della Fede. Invece al momento nulla.
Eppure quelle parole non sono passate inosservate, sono rimbalzate sui media, sono state diffuse online, sono diventate oggetto di dibattito, sino a trovare la propria naturale risposta nella fede appassionata di sacerdoti ancora pronti ad essere e a dirsi cattolici, ad esprimere leale fedeltà al Credo, come Don Salvatore Priola, che a chilometri di distanza, ad Altavilla Milicia in provincia di Palermo, si è sentito in dovere di chiarire un paio di concetti semplici ed essenziali al suo confratello torinese. Don Salvatore o don Salvo, come lo chiamano tutti, è Rettore del Santuario Mariano diocesano intitolato alla Madonna della Milicia e ai suoi fedeli ha spiegato nel corso di un appassionata omelia, come Gesù Cristo sia vero uomo e vero Dio, per poi riferirsi esplicitamente al Credo tradito.
«Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!»: abbiamo appena sentito risuonare anche noi nel brano del Vangelo della Trasfigurazione di questa 2^ Domenica di Quaresima. Questa consapevolezza la Comunità Apostolica e i primi discepoli di Gesù l’hanno accolta, non l'hanno certamente saputa formulare subito con chiarezza, dal punto di vista teologico con un’espressione dogmatica, intellettuale logica coerente. Ma l'hanno accolta nella loro esistenza, l'hanno accolta perché ha cambiato la loro vita, l'hanno accolta perché hanno lasciato la vita precedente e hanno cominciato un cammino nuovo, hanno dato un indirizzo alla loro vita, che si fondava essenzialmente sulla testimonianza credibile della vita di Gesù e del suo insegnamento coerente con quella vita, non avevano certo un dogma che diceva che Gesù Cristo è vero Dio è vero uomo, come noi diciamo nel Credo e come diremo fra poco nel Credo.
E che ci sia qualche prete stralunato, che ultimamente sproloquia insieme a tanti altri perfino dall’ambone, nel dire stupidaggini enormi quanto l’universo. Il Credo, di cui facciamo ogni domenica la nostra professione, contiene la maturazione nel tempo, dal punto di vista teologico e dottrinale di un incontro, di un’esperienza di vita con Gesù Cristo. Non sono parole al vento, quei 12 articoli del Credo che noi ogni domenica ripetiamo, non è una formuletta, una tiritera imparata a memoria, da ripetere scriteriatamente senza consapevolezza. Nel Concilio di Efeso del 431 i Padri della Chiesa, dopo quattro secoli dagli eventi accaduti a Gerusalemme, o a Nazareth, in Galilea, dopo quattro secoli di riflessione di dialogo di confronto di studio di approfondimento… i Padri della Chiesa hanno formulato la dottrina Cattolica sulla divinità del Figlio di Dio Cristo Gesù. E ora, dopo 1600 anni c’è qualche prete e perfino qualche Vescovo che si permette di turlupinare l’intelligenza, la buona fede, la semplicità del cuore di tanti fedeli… a cui chiaramente i media poi naturalmente danno risonanza planetaria…perché certo non verranno mai a sentire la predica di un prete cattolico…ma danno risonanza alle parole stralunate di un prete che ha perso la fede e che ancora il Vescovo tiene al suo posto. La nostra fede in Gesù Cristo figlio di Dio, vero Dio e vero uomo e chi non la vuole accettare se ne stia a casa, faccia quello che vuole, ma questa è la nostra fede da 2000 anni… e siamo arrivati al punto di svenderla, di essere accondiscendenti con un buonismo stupido. Dobbiamo custodire la fede: che cosa abbiamo fatto? Barzellette in questi giorni di Natale e che cosa faremo fra pochi giorni a Pasqua? Che cosa siamo venuti ad adorare in questi giorni passati? Qual è la testimonianza che Dio ci dà sul Bambino che è nato? Possiamo mettere in dubbio tutto… tutto possiamo mettere in dubbio, ma dobbiamo avere la decenza di prendere le distanze fisiche, teoriche, teologiche, concettuali, prendere le distanze e non dichiararci più cristiani cattolici. Che siano Vescovi, che siano preti o che siano semplici fedeli laici. Se uno ha perso la fede abbia il coraggio di deporre i segni del Cristianesimo e di non infettare la fede semplice delle persone che ancora credono.
E voi fratelli e sorelle abbiate il coraggio… Mi dispiace che si sono messi a ridere a Torino… dovete avere il coraggio quando sentite un prete dire cose che sono contrarie alla Fede Cattolica, dovete avere il coraggio di alzarvi e dirlo al prete anche durante la Messa: “Questo non le è consentito!”. È tempo di mettersi in piedi quando sentite dire cose che sono contrarie al nostro Credo, anche se le dice un Vescovo, anche se le dice un prete. Mettetevi in piedi e ditelo: “Padre, Eccellenza…non le è consentito”. Perché c’è un Vangelo, perché c’è un Catechismo della Chiesa Cattolica universale… e non si può pestare sotto i piedi il Vangelo. Siamo tutti sotto il Vangelo, siamo tutti sotto il Vangelo, dal Papa in giù siamo tutti sotto il Vangelo. Non è consentito a nessuno alterare la fede, che abbiamo ricevuto in dono. A nessuno è consentito! Siamo tutti servi della Parola, tutti dobbiamo essere fedeli a quel Credo che abbiamo ricevuto, alla comprensione del Mistero dia Fede che i Padri ci hanno consegnato, e che noi abbiamo il dovere di custodire e tramandare. Siamo arrivati a un livello di confusione, a un livello di stupidaggine, di eresia, di cretinate proclamate con una solennità come se fossero dogmi di fede e i pastori della Chiesa, a cominciare dai Vescovi, sono più colpevoli dei preti che si permettono di dire certe cose, perché loro dovrebbero vigilare. Episcopos in greco vuol dire colui che vigila. Bisogna vigilare sulla fede del popolo, perché oggi c'è troppa confusione, dentro la chiesa c'è troppa confusione.
Dobbiamo rinnovare la nostra professione di fede, dobbiamo recuperare la gioia di essere cristiani cattolici, la fierezza, dobbiamo recuperare i caratteri precisi della nostra cristianità e fedeltà al Vangelo, non è fedeltà a forme tradizionali perché non si tratta di essere tradizionalisti o progressisti. Nella chiesa queste categorie sono fasulle. Non ci sono tradizionalisti e non ci sono progressisti nella Chiesa, queste categorie nella Chiesa non esistono…queste cose lasciamole alla politica. Nella Chiesa si è fedeli a Gesù Cristo, o si è infedeli. O si è fedeli al Vangelo, o non si è fedeli al Vangelo. Non è questione di restare attaccati ai parapetti della strada, per non volersi muovere, per paura di voler fare un passo in avanti, come farebbero i tradizionalisti. E non è questione di essere progressisti, i quali vorrebbero che dalle strade a precipizio si togliessero i parapetti, così che qualcuno rotolasse giù e precipitasse. Non è questo il punto. Non è restare aggrappati a delle forme vuote, a dei contenitori vuoti… qui in gioco non ci sono forme, qui in gioco c’è la fede, perché quando si arriva a rinnegare validità al Credo, quando un prete, piuttosto che far fare la Professione di Fede dopo il Vangelo e l’omelia, fa suonare Dolce sentire, non ha capito più niente, si è perso e sta facendo perdere gli altri. A Torino si sono messi a ridere, mentre avrebbero dovuto alzarsi e dire: “Scusi, Reverendo, non le è consentito di dire questo”.
Perché la Liturgia della Chiesa non è del prete, è della Chiesa la Liturgia! E se io in questo momento diventassi matto e cominciassi a dire: “ Non leggiamo più il Vangelo di Marco, ma una bella pagina del libro Cuore”, voi vi dovreste alzare in piedi e dire: “Caro don Silvano, non ti è consentito questo!”. Non si possono omettere parti della Messa, non si possono cambiare le parti della Messa. C’è qualche altro prete che adesso, visto che siamo in tempi di amicizia con i luterani, che non credono nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, si permettono di saltare la parte dove il Sacerdote dice: “Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente”. E sapete perché lo saltano? Perché non credono più che quel pane e quel vino sull’altare sono il Corpo e il Sangue del Signore e questo in nome di che cosa? Di un ecumenismo bugiardo. È tempo che ci mettiamo in piedi laddove vediamo la nostra fede cattolica messa sotto i piedi anche dai Pastori della Chiesa. Perché la fede cattolica non è dei preti, non è dei Vescovi, non è proprietà loro…la fede è della Chiesa! E voi, fratelli e sorelle, siete pietre vive della Chiesa di Cristo. Tutti noi in comunione, siamo membra vive del Corpo di Cristo, di cui l’unico Capo e Signore è Gesù Cristo…non un uomo, Gesù Cristo, l’Unigenito Figlio di Dio, che ha fatto di tutti noi figli di Dio. Noi non siamo gli aderenti ad una associazione religiosa, ad un movimento religioso, non abbiamo preso una tessera di appartenenza…noi siamo figli di Dio! E abbiamo i doveri dei figli, ma anche i diritti dei figli. Voi avete il diritto di avere dai Pastori il cibo buono, i figli hanno il diritto di sedersi a tavola e di non essere avvelenati dai genitori, così voi avete il diritto di avere dai Pastori il cibo buono, quello che viene dal Vangelo. Pastori fedeli al deposito della fede, cioè il “depositum fidei”: il Credo.
Per questo, a fronte di abusi tanto gravi è davvero giunto il momento di sentire parole di chiarezza giungere finalmente dall'alto, da Roma o dal Vescovo dalla Chiesa di Torino, che da tanti secoli erge la propria voce in difesa della Fede. Quanti esempi mirabili di Santità in una città che fu capitale che ancora oggi è espressione di nobiltà d'animo, di valori si è fatta luce contro abiuri e spergiuri più o meno silenziosi, più o meno nascosti perché come abbiamo sentito la posta in gioco è altissima, è la stessa Fede. Dodici articoli intoccabili, immodificabili, che sintetizzano 2000 anni di comprensione del mistero della fede, che Dio ha rivelato in Cristo Gesù, il Figlio amato, nel quale Dio ha posto il suo compiacimento. Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù, nostro
Signore. Sia lodato Gesù Cristo!
Tratto liberamente da una Omelia di don Salvatore Priola
Rettore del Santuario Madonna della Milicia in Palermo.