1 Domenica di Quaresima 2018

Quaresima 1"Date locum Deo".
La cura ricostituente: andate a Messa tutti i giorni.

 
Tutti noi sappiamo cos’è la cura ricostituente: quando uno è debole, quando uno è anemico, quando uno è raggiunto dalla mancanza di forze, quando ci sono stati tempi di grande stress o di grande prova…allora ti danno una cura ricostituente, perché tu possa tornare in forma e in salute. Vediamo allora qual è questa cura che io vorrei offrirvi per questi 40 giorni di Quaresima...

 
Quaresima 1"Date locum Deo".
La cura ricostituente: andate a Messa tutti i giorni.

 
Tutti noi sappiamo cos’è la cura ricostituente: quando uno è debole, quando uno è anemico, quando uno è raggiunto dalla mancanza di forze, quando ci sono stati tempi di grande stress o di grande prova…allora ti danno una cura ricostituente, perché tu possa tornare in forma e in salute. Vediamo allora qual è questa cura che io vorrei offrirvi per questi 40 giorni di Quaresima...
Ma prima proviamo a sintetizzare il significato della Quaresima, in poche parole, perché, più o meno, lo sappiamo già tutti. Anzitutto il tempo di Quaresima dura 40 giorni, un numero simbolico della Sacra Scrittura, in modo particolare per i 40 giorni di Gesù nel deserto, tentato da Satana. Per noi che facciamo un cammino di fede, sappiamo che siamo tentati dal diavolo e nel tempo sacro della Quaresima sentiamo che lui si fa più presente, in un modo o in altro. E nel brano del Vangelo abbiamo proprio sentito che Gesù lotta contro satana. Allora anche noi dobbiamo lottare di fronte alle tentazioni, ai mascheramenti, di fronte ai camuffamenti che il diavolo opera, dobbiamo come Gesù e con Gesù vincere il diavolo. E in questo tempo di Quaresima, proprio per il cammino, per il pellegrinaggio che noi faremo verso la Pasqua, si può fare più presente. Sono 40 giorni nei quali la Chiesa e la Parola di Dio ci ricordano la profondità del nostro Battesimo: questo è Quaresima: fare memoria che siamo un popolo di battezzati. Nel Concilio Vaticano II la Lumen Gentium ci ha ricordato la natura del sacerdozio dei fedeli. C’è il sacerdozio ordinato, quello ministeriale, ma c’è anche il sacerdozio battesimale, che tutti riceviamo il giorno del Battesimo. Abbiamo una dignità grande, immensa… Gesù Cristo ci ha conquistato questa dignità morendo sulla croce e risorgendo: la dignità di popolo di battezzati e la dignità di popolo sacerdotale. La Quaresima ci fa fare memoria continua di questa identità profonda di popolo di battezzati. Proprio per questo, la Quaresima è da sempre un cammino verso la Pasqua. Ecco i 40 anni del popolo ebreo nel deserto. Ecco i 40 giorni di Gesù nel deserto, la lotta contro satana, il digiuno, la penitenza: questo ci ricorda proprio la natura penitenziale della Quaresima…e la penitenza non è passata di moda, la penitenza è importante agli occhi di Dio. Non c’è perdono senza penitenza, perché il peccato è una grave lesione alla maestà di Dio e noi siamo peccatori, siamo chiamati a lottare contro il male, siamo chiamati a vincere sul nostro peccato. Il peccato è il male dell’uomo, che corrode l’anima. E per vincerlo Dio ci ha dato lo strumento della penitenza.
L’anno scorso abbiamo celebrato il 100° anniversario delle apparizioni di Fatima. E ricordiamo che, sia l’angelo, che la Madonna stessa ha raccomandato a Giacinta, a Lucia e a Francesco di fare sacrifici per i peccatori, cioè di fare penitenza. E questa cosa noi oggi rischiamo di dimenticarla. Questo cammino penitenziale non solo ci ricorda i 40 giorni di Gesù nel deserto che digiuna e lotta contro satana, ma anche i 40 anni del popolo ebreo nel deserto. È un cammino la Quaresima: anche noi, popolo di battezzati ci mettiamo in cammino. Non vi pare bella questa immagine? La Chiesa si mette in cammino La Chiesa è chiamata ad interrogarsi se stiamo camminando sulla strada giusta, se la Chiesa, questa Chiesa, Sposa di Cristo, è veramente fedele al suo Sposo.
 
È questo, ora il tempo favorevole della salvezza, diceva Paolo nella seconda lettura di Mercoledì. A quali luci ci affidiamo, chi stiamo seguendo nella nostra vita, questo è il tempo per interrogarci, come il popolo ebreo nel deserto: 40 anni e 40 giorni di Quaresima. Un cammino che è ritmato da tre caratteristiche, tre ritmi di impegno quaresimale: la carità fraterna, il digiuno e la preghiera. Prendiamo sul serio questi 40 giorni. Fratelli e sorelle, io vorrei che non fossero giorni uguali agli altri.
La carità: perdonare a chi ci fa del male, esercitare le opere di misericordia corporale e spirituale, ricordarci di chi ha bisogno di noi.
Il digiuno: rinunciamo a ciò a cui siamo più legati, che non è solo il cibo, può essere la tv, possono essere altre forme di schiavitù…e cerchiamo di liberarcene.
La preghiera: dare più tempo a Dio. “Date locum Deo!”: è una frase di S. Ambrogio e significa: “Fate spazio a Dio!” Proprio in questa Quaresima è come se Dio dicesse ad ognuno di noi, al nostro cuore: “Fammi un po’ di spazio!”. È come se dicesse a me: “Tu mettiti un po’ più in là, spogliati di te stesso, delle cose della terra a cui sei attaccato, quanto orgoglio, quanto amor proprio… come siamo pieni nella mente e nel cuore delle cose della terra! Il Signore ci dice: “Fammi spazio nella tua vita! Date locum Deo!”. Questo è Quaresima!
E questo cammino di primato di Dio, ci porterà alla più grande festa cristiana: la Pasqua del Signore Gesù. E allora adesso, a questo punto la proposta per voi, che siete le persone, il popolo che Dio mi ha affidato. E ringrazio il Signore perché ogni anno sembra la stessa cosa…invece tante persone mi ringraziano perché magari sono riuscite a mettere in pratica anche uno solo di questi impegni della Quaresima, seppur in mezzo a mille difficoltà. Ecco allora la cura ricostituente. Molte sono le cose da fare, ma la Quaresima è il tempo per sceglierne alcune… oggi le chiameremmo delle priorità o forse una sola cosa! Quando ero piccolo avevo un po’ paura della Quaresima, perché ce la presentavano come una cosa pesante, perché c’è la rinuncia, la privazione…e questo era giusto!
 
Io propongo a tutti voi la cura ricostituente. Vi chiedo oggi di dare concretezza al “Date locum Deo”, cioè Dio che mi dice “Fammi spazio nella tua vita”. Forse per noi e anche per tanti cristiani succede proprio questo. E anche noi forse ci stiamo accontentando della sola Messa Domenicale. E la Santa Messa quotidiana? Ecco allora una proposta molto forte: “Andate tutti questi 40 giorni a Messa”. Questa è la cura ricostituente! Vi assicuro…e me ne assumo la responsabilità…che se anche poi non farete tante altre cose o tante altre rinunce o fioretti o sacrifici…ma se riusciamo a rimettere la Santa Messa al centro della nostra vita, questa sarà la Quaresima! Possiamo fare oggi questa promessa davanti al Signore?
Eh, ma io lavoro magari in città: informati e guarda se ci sono delle Sante Messe intorno a te prima o dopo il lavoro.
Eh, ma io sono anziano: guarda l’orario delle Sante Messe vicino a te…forse riesci anche a partecipare. E se non riesci perché veramente non puoi, cerca di partecipare alla Santa Messa che tutti i giorni viene trasmessa attraverso Radio o Tele Pace.
Eh ma io sono uno studente e devo andare a scuola: forse puoi fare lo sforzo per 40 giorni di alzarti prima il mattino o di partecipare alla Santa Messa nel tardo pomeriggio…
Eh, io sono il Rettore della Chiesa del Cimitero e al mattino non viene quasi più nessuno alla Santa Messa e purtroppo l’abbiamo tolta. Ho i funerali quasi ogni giorno… ma per questi 40 giorni posso impegnarmi a celebrare la Messa anche da solo, oppure solo con il diacono! Ci provo… ci proviamo?
 
Chi ama il Signore, lo cerca!
Chi ama il Signore, non può fare a meno dell’Eucaristia!
Io sarei contento di sbagliarmi, spero di errare, ma in questi ultimissimi anni stiamo andando verso un oscuramento della presenza reale di Gesù nell’Eucaristia… in ragione di un qualcosa come la costruzione di una liturgia ecumenica, dove verrà offuscato, se non del tutto tradito, il principio per noi inossidabile della presenza reale. Dovremmo poter dire con forza: “Guai a chi ci tocca la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia”; dovremmo poter dire a chichessia che vuole rivedere la Santa Messa come sacrificio di Gesù sull’altare, in ragione dell’accordo con i protestanti o con i luterani, dovremmo poter dire: “L’Eucaristia non si tocca”. Persone fedeli a Gesù Cristo, anche voi siete responsabili, e allora ditelo a tutti: “L’Eucaristia non si tocca. La Messa non si tocca!”. Forse qualcuno potrebbe dire che queste parole sono esagerate, che sono eccessive. Purtroppo si vuole cambiare la Messa: non si bene ancora chi vuole questo e da dove venga…però vogliono cambiare la Messa! E non vorrei che la liturgia anglicana celebrata nella Basilica di San Pietro nel marzo scorso – con tutto il rispetto per i fratelli anglicani – fosse un ulteriore passo verso questo. Ma questo è vero ecumenismo? Io mi sento tradito da questo. Il Concilio Vaticano II non ha proposto questo. C’è una dichiarazione del Concilio che si chiama Unitatis Redintegratio, che parla dell’ecumenismo e che in tempi non sospetti, nel fervore del dialogo ecumenico, diceva che a noi cattolici urge l’obbligo di presentare la verità rivelata, cattolica in tutta la sua pienezza. Non possiamo rinunciare!
La Messa verrà toccata, non serviranno i proclami, siamo come ruote. Non serve mettere in guardia, sembra proprio questo il tempo del terzo segreto di Fatima, e cambieranno la Messa e allora non ci sarà più la presenza reale in ragione – si dice - di beni superiori. Quali sono questi beni superiori? Una religione unica dove però si è disposti a rivendere il povero Gesù Cristo, l’Eucaristia, per meno di trenta monete d’oro. C’è poca protezione verso Gesù Eucaristia. È come a quella verso il Bambino Gesù. Nell’Eucaristia Gesù si dona a noi. Chi protegge ancora l’Eucaristia? Come i primi martiri, anche noi dovremmo essere disposti alla persecuzione, per proteggere il nostro grande patrimonio eucaristico. In questo tempo, in cui cercano di rubarci il nostro patrimonio più prezioso, la Santa Vergine Maria susciti nella Chiesa una nuova Pentecoste Eucaristica, una potenza forte dello Spirito Santo.
 
Che cos’è la Messa?
Lo dovremmo domandare ai Santi. I Santi di ieri e di oggi.
San Francesco d’Assisi partecipava alla Messa due volte al giorno e quando si ammalò e non potè più andare a Messa, supplicò i frati che celebrassero una Messa nella sua cella.
San Tommaso d’Aquino, il grande “doctor eucharisticus”, dopo aver celebrato la sua Messa quotidiana, partecipava ad un’altra Santa Messa come ringraziamento.
San Pasquale Baylon, protettore dei Congressi Eucaristici, nella sua vita era un pastore. Non potendo andare a Messa tutti i giorni, si era costruito una croce e quando sentiva suonare la campana, lasciava le pecore, si metteva in ginocchio e ripeteva tutte le parole del sacerdote durante la consacrazione.
San Francesco di Sales da giovane prete andò a predicare in una regione dove erano tutti protestanti. Loro non credono nella presenza reale di Gesù. Lui doveva spostarsi ogni notte a piedi per celebrare Messa. Una notte incontrò i lupi e si rifugiò su un albero, un’altra volta si ruppe il ponte di legno e attraversò il fiume gelido. Gli dissero: “Ma tu sei matto!” E lui rispose: “Sì, io sono matto, ma Lui è più matto di me, perché viene in un pezzo di pane bianco per farsi mio nutrimento”.
Ci sono tanti altri santi anche ai nostri giorni: mamme e papà che partecipano alla Messa. Tutto dipende dall’amore e da quanto si comprende l’importanza della Messa. Forse anche tanti di noi cattolici, da come ci accostiamo all’Eucaristia, non comprendiamo fino in fondo la presenza viva e reale di Gesù. Si capisce quando uno crede nella presenza reale, cioè l’ostia che è Gesù Cristo, il Figlio di Dio… oppure uno si dice cattolico, ma crede in una presenza solo simbolica, cioè l’ostia non è Gesù Cristo, ma solo rappresenta Gesù Cristo, simboleggia Gesù Cristo. Capite la differenza?
 
Noi pieghiamo le ginocchia come San Giovanni Paolo II.
San Giovanni Paolo II, nell’ultima processione del Corpus Domini del 2004, lungo tutta Via Merulana, che porta dalla Basilica di S. Giovanni in Laterano a Santa Maria Maggiore, era sempre inginocchiato dietro all’ostia consacrata. I suoi medici, le suore e i suoi più stretti collaboratori gli avevano raccomandato di non inginocchiarsi perché non aveva più cartilagine nelle ginocchia…e lui aveva promesso che lo avrebbe fatto. Appena posata l’ostia consacrata, si vede il vecchio leone Giovanni Paolo II, prostarsi in adorazione con lo stupore dei suoi collaboratori e dire loro: “Non ce la faccio…devo mettermi in ginocchio”. Mettersi in ginocchio è tutto! Mettersi in adorazione perché l’Eucaristia per noi cristiani è tutto!
Il DNA cattolico è eucaristico e mariano!
 
Una volta un monaco del deserto, in una visione personale vide satana e si accorse che aveva tutto, tranne le ginocchia perché il diavolo non si inginocchia davanti a Dio…invece le persone veramente cristiane si inginocchiano. Questa è la cura ricostituente, non c’è altro!
 
Benedetto XVI ha detto così nella sua ultima dichiarazione sull’Eucaristia: “Straordinario dono d’amore che Dio ci rinnova continuamente, per nutrire il nostro cammino di fede, rinvigorire la nostra speranza, infiammare la nostra carità per renderci sempre più simili a Lui”. Quando si è compreso che la Santa Messa ha un valore infinito, non fa più paura la premura, l’amore dei Santi per andare a Messa ogni giorno.
“Mi aspetta Gesù”: potremmo recuperare anche questo amore per Gesù? Forse la crisi che la Chiesa Cattolica sta vivendo è una crisi di tipo eucaristico.
 
Vi auguro quindi una Quaresima tutta eucaristica!
Quando si sta poco bene ci danno una cura ricostituente: due pastiglie ogni mattina e non sempre ci fanno stare meglio.
Con l’Eucaristia cambia tutto! Per me la Messa è la vita …non riesco a pensare una giornata senza celebrare la Santa Messa.
Vi auguro quindi una Quaresima ricostituente, perché se ami il Signore proverai ad andare a Messa tutti i giorni…
A Pasqua volerai, perché l’amore di Gesù ci mette le ali al cuore.
Non c’è altro da cercare oltre la Messa! Rimettiamo al centro la Messa!
Non c’è altro, non c’è un oltre!
Dio si dona a noi, Gesù ci dona il suo cuore!
Stiamo in ginocchio davanti a Gesù Eucaristia… saremo più forti noi.
Che la Quaresima sia per tutti noi un tempo in cui torniamo ad innamorarci con le ginocchia piegate davanti a Gesù vivo e vero nella Messa.
E che nessuno la tocchi!
 
Sia lodato Gesù Cristo!

Tratto liberamente da una Omelia di Don Alessandro Minutella
nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Bosco in Palermo.

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