3Avvento 2017

3Avvento2013bis"Lo spirito del Signore Dio è su di me".

Uomini di Dio... Con questo titolo nel 2010 esce un film che narra la vicenda dei monaci francesi del monastero di Tibhirine in Algeria, assassinati nel marzo del 1996, durante gli anni di lotta sanguinosa che ha caratterizzato l'Algeria negli anni 90 tra moderati e fondamentalisti islamici. I sette monaci erano consapevoli del pericolo che cresceva attorno al monastero, ma nonostante gli inviti ad andarsene, rimasero accanto alla gente come aiuto concreto e segno di speranza.
3Avvento2013bis"Lo spirito del Signore Dio è su di me".

Uomini di Dio... Con questo titolo nel 2010 esce un film che narra la vicenda dei monaci francesi del monastero di Tibhirine in Algeria, assassinati nel marzo del 1996, durante gli anni di lotta sanguinosa che ha caratterizzato l'Algeria negli anni 90 tra moderati e fondamentalisti islamici. I sette monaci erano consapevoli del pericolo che cresceva attorno al monastero, ma nonostante gli inviti ad andarsene, rimasero accanto alla gente come aiuto concreto e segno di speranza.
 
Giovanni Battista ci è presentato oggi come uomo di Dio, mandato per dare testimonianza di luce, in un contesto storico e religioso caratterizzato allora dalle tenebre e dalla lontananza da Dio. Nel racconto che fa l'evangelista, le tenebre si presentano sotto forma di inviati da parte delle autorità religiose del tempo che vengono ad interrogare questo personaggio che predica la conversione e pratica un battesimo di purificazione. Dicono di volerlo interrogare ma in realtà è chiaro che vogliono spegnere quel primo segnale di luce che si sta accendendo e che sarà pieno con Gesù, il Figlio di Dio. Il compito di Giovanni è accendere speranza e indicare quando, come e dove dirigersi per poter conoscere la luce che è Gesù. E la sua missione è subito messa a confronto con gli ostacoli e le difficoltà che vengono proprio da dove invece ci si aspetterebbe il contrario, cioè dalle autorità religiose che avevano anch'esse il compito di indicare la via di Dio, ma in realtà non la conoscono e non permettono ad altri di cercarla e di percorrerla. Giovanni infatti dice proprio a questi farisei e leviti "in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete...".
 
Siamo vicini al Natale, festa di amore e festa di luce… luci nelle strade, nelle piazze e anche nelle nostre case.
Nelle chiese le quattro lampade dell'Avvento si accendono, man mano che ci si avvicina alla solennità del Natale. E proprio oggi accogliamo la Luce della Pace che proviene dalla Grotta della Natività di Betlemme. Davanti a tutti questi segni di luce, ci chiediamo se siamo pronti ad accogliere la luce vera che è Gesù. Siamo pronti a riconoscerlo presente, vivo e luminoso oppure siamo dalla parte delle tenebre, come i farisei e leviti del tempo di Giovanni Battista? Siamo disposti ad essere anche noi testimoni di luce mandati da Dio come lo è stato Giovanni Battista e come lo sono stati innumerevoli testimoni dopo di lui, come anche i monaci di Tibhirine? Le tenebre sono davvero tante anche oggi, con i fatti di cronaca che parlano di violenza e morte, con il degrado della vita politica, con la mancanza di speranza nel futuro per giovani e famiglie senza lavoro, con la violenza degli integralismi religiosi e con la violenza delle armi che invece di spegnere la violenza sembrano attizzarla sempre di più. Ci sono tenebre dentro le nostre famiglie quando c'è divisione, non ascolto, non sostegno nelle difficoltà. Ci sono tenebre anche nella comunità cristiana, quando non c'è vera comunione e tutta l'esperienza religiosa si riduce a qualche tradizione esteriore che non cambia la vita. Le tenebre sono potenti, ma Dio continua a mandare suoi inviati per dare testimonianza alla luce, a Gesù. E oggi questi uomini di Dio siamo tutti noi.
 
Dal momento che simbolicamente abbiamo acceso - o qualcuno ha acceso per noi - quella piccola candela il giorno del Battesimo, con quelle semplici parole "ricevi la luce di Cristo...", siamo stati invitati a non tenerla nel cassetto, ma a portarla al mondo e specialmente dove c'è più oscurità e notte. Ecco, Giovanni Battista è così. Tutti pensano che egli sia il Messia. Glielo si legge sui volti. Migliaia di pellegrini che lasciano Gerusalemme per scendere nel deserto. Brava gente che nel tempio e nelle sue liturgie si sente a disagio. E cerca testimoni. Il testimone. Se Giovanni dicesse ciò che tutti immaginano, verrebbe portato in trionfo nella città santa. Ma non è così. Non sono il Cristo. Se vogliamo incontrare veramente Dio, dobbiamo smetterla di essere dio di noi stessi. Giovanni no, la sua vita è in riferimento ad altro. Ad un Altro. È un cercatore di Dio radicale e coerente. Ha radunato attorno a sé migliaia di penitenti. È un grande profeta, come Israele non ne vedeva da secoli.
 
Cosa sei? Voce, dice. Voce imprestata ad una Parola.
Mi tremano i polsi mentre scrivo.
Solo questo? Tutto qui?
A questo è giunto il cammino di Giovanni?
Sì, certo. Perché lui vuole diventare solo un grande dito che indica la luce.  
L’avvento scorre, Natale si avvicina.
Noi voce. Lui Amore, Luce e Parola.
Anzi, meglio, una Luce, Verbo di Dio che si fa uomo per amore.

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