Domenica delle Palme 9 Aprile 2017

Ingresso in GerusalemmeCosa c’era nel cuore della gente, di Maria, di Pietro e dei discepoli, di Giuda? Cosa c’era nel cuore di Pilato, dei soldati romani, del centurione che lo aveva proclamato Figlio di Dio? Cosa c’era nel cuore dei sommi sacerdoti e degli scribi che lo hanno condannato a morte? Lascio andare la mia riflessione, ma le parole mi sembrano povere per esprimere i sentimenti che c’erano a Gerusalemme quel giorno soprattutto i sentimenti del cuore.

 

Cosa c’è nel nostro cuore oggi, un altro racconto della Passione, un’altra morte, un altro giorno di dolore e sofferenza? Forse nel nostro cuore, oggi come allora, ci sono sì tanti interrogativi e tante domande, forse c’è anche tanto dolore e tanta sofferenza... ma nel nostro cuore c’è anche una immensa certezza: il Figlio di Dio fatto uomo vive e vince la morte! La croce è il segno dell’amore di Cristo, morto per noi, ma oggi presente nella nostra vita come il Risorto. Un Dio uomo che ha fatto sue le nostre sofferenze, le nostre paure e quelle del mondo intero, aprendo il nostro cuore ad una nuova speranza. Il dolore, oggi come allora, rimane mistero, fatica a comprendere, a capire... ma non è più disperazione.

Facciamo nostro, per alcuni istanti, il silenzio del Golgota di quel giorno:
il silenzio è fede,
il silenzio è adesione,
il silenzio è ascolto,
il silenzio è parola,
il silenzio è dialogo,
il silenzio è risposta
il silenzio è dire di sì al progetto del Padre,
il silenzio è forza,
il silenzio è saper leggere i segni dei tempi,
il silenzio è serenità,
il silenzio è sofferenza,
il silenzio è interiorità,
il silenzio è amore,
il silenzio è gioia,
il silenzio è saggezza,
il silenzio è apertura al mistero e al segreto del cuore,
il silenzio è vita.
Il silenzio è adorazione, quando abbracci la croce senza chiedere perché.
Il silenzio sei Tu, Signore, che muori ogni giorno per me e per tutti noi.
Il silenzio è trepidazione e attesa.
Il silenzio è voglia di lasciarci oggi per ritrovarci presto, molto presto,
e poter cantare finalmente l’alleluia tanto atteso della risurrezione,
nella notte della luce e della vita,
nella notte della Pasqua.

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