14 Domenica del Tempo Ordinario

14DomTOAnnoA2014Dopo le grandi Solennità che abbiamo celebrato, riprende da oggi la lettura del Vangelo di Matteo e ci accompagnerà fino alla Festa di Cristo Re. Che Vangelo straordinario ci offre la Chiesa, in questa domenica! Ogni volta che lo riascolto mi emoziono, perché è veramente una pagina preziosa: ci permette di ascoltare una preghiera detta da Gesù, ci fa essere presenti mentre Gesù prega! Tutti cerchiamo ogni giorno di pregare come meglio possiamo e il Maestro ci ha insegnato la preghiera stupenda del Padre Nostro. Stavolta non sta insegnando a noi a pregare: sta pregando proprio Lui!

È un momento tra Gesù e il Padre.
La preghiera di Gesù comincia con la gioia, con una parola di ammirazione, con un grido di felicità: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra”. Il Signore sta dicendo che ha voglia di mettersi a cantare e a danzare di fronte alle cose meravigliose che il Padre compie ogni giorno! Il Maestro riconosce in ogni cosa la presenza di Dio Creatore, che con amore ha fatto tutto ciò che esiste sulla terra e nel cielo, e di fronte a tanta bellezza, si rallegra e si commuove. Poi continua la sua preghiera, e dice ancora perchè, in questo momento, si sente così pieno di gratitudine verso il Padre: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli". I segreti del Regno - sta dicendo Gesù - non sono per i sapienti, ma per i piccoli. La profondità dell'Amore del Padre non la può conoscere chi si crede sapiente, chi pensa di non aver più nulla da imparare!

In un mondo dove tutti dicono che bisogna farsi avanti, il Vangelo invita a farsi indietro. "Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime". Ecco perché il mondo non trova ristoro e neanche riposo: perché è una gran fatica stare dietro a tutto quel farsi avanti, e anche un gran dispendio di energie, mentre starsene indietro o starsene al proprio posto, sarebbe, oltre che riposo, anche un gran ristoro per le nostre anime. Infatti solo allora saremmo veramente ristorati perché saremmo visitati dalla presenza dell'Amico per eccellenza. Lui rispetta i nostri tempi e sta in disparte…

"Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò". Siamo affaticati perché continuamente alla ricerca di cose che non ci sono, cioè che ci sfuggono perché non ci saziano: sono come dei miraggi che appena crediamo di afferrarli, ecco che si volatilizzano nel nulla, lasciandoci l'amaro in bocca e il vuoto nel cuore. Siamo stanchi perché continuiamo a correre e non abbiamo neanche più il tempo di chiederci dove andiamo, anzi addirittura il tempo si è messo a correre pure lui - non diciamo forse sempre più spesso "Ma quanto passa in fretta il tempo…". E poi ci stupiamo di essere stanchi!

Seguire Gesù, poi, significa tornare ad essere piccoli. 
In un mondo in cui tutti vanno alla ricerca dei primi posti, la carriera del cristiano è guadagnarsi gli ultimi posti, riservati ai piccoli. E questa carriera ha una virtù per nome: umiltà. Papa Benedetto, incontrando i giovani a Loreto, nel settembre 2007, ha ricordato che "Questa è la via maestra, e non solo perché l'umiltà è una grande virtù umana, ma perché, in primo luogo, rappresenta il modo di agire di Dio stesso. È la via scelta da Cristo" e ha invitato ad avere il coraggio dell'umiltà.

Già… oggi come oggi ci vuole un vero coraggio per non voler apparire, per agire con discrezione, per non desiderare altro che essere visti da Dio e non dagli uomini. La mia, la nostra tentazione è sempre l'opposto: mettere noi stessi in mostra! Immagino Gesù con un cuore colmo di commozione e di gioia quando loda il Padre perché ha scelto di rivelarsi ai piccoli. Sicuramente in mente aveva tanti volti, tanti sguardi, tante esistenze donate. Forse avrà pensato in particolare a Maria, sua Madre e a Giuseppe. Per incontrare il Figlio bisogna sentirci figli, occorre farci piccoli. Solo il piccolo conquista il cuore di Dio. E il Signore non desidera altro che questo: essere conquistato per conquistarci! "Venite a me". L'invito rivolto agli affaticati e agli oppressi sembra essere in questo contesto un'eco del "Lasciate che i bambini vengano a me!".
Ciò che unisce i sofferenti e i piccoli è la consapevolezza che non si può andare avanti senza l'aiuto di qualcuno. Nel momento in cui l'affaticato e l'oppresso arriva presso il Signore, ecco che si ritrova piccolo, davanti al Dio che si è fatto piccolo.
Francesco d'Assisi, maestro di semplicità, arrivò a pregare così rivolto al Signore: . 
Ai piccoli Gesù regala il suo giogo, quasi a voler sottolineare che chi è semplice sa portare con serenità e forza anche il peso della prova, sapendo che il cristiano non si ritrova mai solo, ma unito a Colui che per primo trasporta il dolce giogo dell'amore: la croce. Allora anche la fragilità, le debolezze, il peccato, messi nelle mani di Dio, si trasformeranno in occasioni per rendere lode a Colui che è la nostra forza e senza il quale non potremmo fare nulla. 
 In questo tempo in cui andiamo alla ricerca del fresco, nella calura estiva, aiutiamo la nostra anima a trovare ristoro in Dio. E forse, trovandoci sulla spiaggia del mare o sui sentieri di montagna, oppure nella tranquillità della nostra casa, ci aiuteranno proprio i bambini, con il loro desiderio di giocare e con il loro bisogno d'amore, a portare il peso delle nostre fatiche e ad incontrare Dio.

Ti lodo dunque anche io, o Padre, perché con Gesù, ti scopro più vicino. Con il Vangelo, che pian piano conosco ogni giorno di più, la paura di Te sparisce e sento che il carico della vita sopra di me diventa leggero, anche nelle situazioni più dure e difficili.

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