Domenica di Pasqua

Pasqua2014Nel buio della notte ardono dei fuochi nuovi sui sagrati delle nostre chiese. Il sacerdote benedice quel fuoco e da esso accende un grande cero. Con quella luce è stato squarciato il buio, è la luce di Cristo, è il cero pasquale. Seguendo quella luce, siamo entrati festanti nella chiesa, da quel cero abbiamo attinto la nostra luce, la fede che ci fu donata nel giorno del nostro Battesimo. Ora tutta la Chiesa splende, tutta la Chiesa canta la gioia del Cristo risorto.

È stata la nostra Veglia, la splendida conclusione dei tre lunghi giorni d'attesa. Ora il mondo intero è illuminato dalla luce di Cristo: è la Pasqua del Signore. Stanotte abbiamo ascoltato la nostra storia, quella che affonda nei tempi lontani, quella che noi stiamo vivendo, quella che sarà fino alla fine dei tempi: è la storia della salvezza, quella che scandisce la vita dell’uomo e gli interventi di Dio, interventi prodigiosi e soprattutto interventi di salvezza.
Siamo arrivati al mattino radioso, al mattino del Risorto, arriviamo oggi fino al culmine alla pienezza della storia. Corriamo anche noi al sepolcro per avere la certezza che è vuoto. Ci rechiamo al piano superiore del Cenacolo per vederlo vivo come gli Apostoli, per ascoltare l'annuncio della sua pace. Vogliamo convincerci fino in fondo che la sua Pasqua è anche la nostra Pasqua. Vogliamo essere certi, come Tommaso, che per la sua vita siamo salvati e redenti. Vogliamo respirare a pieni polmoni l'aria buona del mattino di Pasqua. Alimentiamo la gioia di essere stati rigenerati, ricreati e salvati da Dio. Non possiamo neanche per un istante restare nel dubbio che Gesù sia ancora chiuso in un sepolcro con davanti una grande pietra. Vogliamo vedere vuoti i nostri sepolcri e spalancate le porte del cielo. Vogliamo all'unisono far sentire a Dio la nostra lode, la nostra gratitudine, il nostro rinnovato impegno di fedeltà. Vogliamo dire a tutti che il Signore è Risorto, che è veramente Risorto per ognuno di noi, non solo oggi, ma per tutta la vita, per l'eternità. È Pasqua, cari fratelli e sorelle, non è un'immagine, non è una favola, non è un mito: è veramente la Pasqua del Signore.
Perciò, chi ama il Signore, si rallegri in questa festa di gioia. Il servitore fedele entri nella gioia del suo Signore. Chi ha atteso questo giorno, riceva la sua ricompensa. Chi ha lavorato fin dalla prima ora, riceva oggi il salario che gli è dovuto, chi è arrivato dopo la terza, sia lieto nel rendere grazie; chi è giunto dopo la sesta non abbia paura; chi ha tardato fino alla nona, venga senza esitare; chi è arrivato all'ultima ora non creda di essere arrivato troppo tardi. Perché il padrone è buono, accoglie l'ultimo come il primo, concede il riposo all'operaio dell'ultima ora come a quello della prima, ha misericordia dell'ultimo e premia il primo. Al primo dà, all'ultimo regala. Entrate tutti nella gioia del Signore; primi e secondi, ricevete tutti la ricompensa; siate tutti nella gioia!
La Pasqua per noi credenti è la festa delle feste. È la festa della vita. La vita che non soltanto sfugge temporaneamente alla morte, ma riporta una vittoria piena sul nemico ultimo e inesorabile degli uomini. Questa vita ha un volto, un nome: Gesù risorto, che continua ad assicurarci "Io sono la risurrezione e la vita" Gv 11,25.
"È risorto! È vivo!". Ecco l'annuncio che la Chiesa da 2000 anni fa risuonare senza tregua in ogni angolo della terra e che nei giorni di Pasqua ripropone con una gioia incontenibile e un entusiasmo dirompente. Chi non lo avverte nelle celebrazioni di questo tempo? Vivo non solo nel ricordo di una comunità che si richiama a Lui. Vivo non solo negli uomini in cui egli disse di identificarsi.
Ma vivo Lui in persona, con un cuore di carne che palpita per te, per me oggi. Vivo in una umanità che, trasformata da Dio, ha raggiunto la perfezione suprema.
Questo annuncio parla di Gesù di Nazaret, che passò facendo del bene a tutti, e che i nemici uccisero appendendolo a una croce. Tutto pareva finito e le immense speranze accese da quest'uomo sepolte con lui. Ma, ecco, l'incredibile è accaduto: "Dio lo ha risuscitato al terzo giorno!". C'è chi lo ha visto. C'è chi lo ha incontrato vivo: alcuni testimoni prescelti da Dio, i quali hanno "mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti".
Questo annuncio oggi raggiunge noi con i nostri problemi, con le nostre angosce e preoccupazioni. Se davanti a tale annuncio non ci barrichiamo dietro le nostre sicurezze e il solito tran tran della vita; se riusciamo a non dire: "È troppo bello per essere vero", ma riconosciamo che "tutto è possibile a Dio" e quindi "è bello perché è vero" insomma, se lasciamo che questa grande notizia faccia breccia dentro di noi, allora l'incredibile accadrà anche nella nostra vita. Questo annuncio provocherà in noi una cosa grande e nascerà l'uomo nuovo. L'uomo che ormai vede tutto con gli occhi nuovi illuminati dalla fede. È come se nella notte più buia scoppiasse una luce improvvisa e vedi tutto chiaro. Come accadde ai due discepoli che il mattino di Pasqua si recavano alla tomba. Correvano spinti dall'amore e dalla ricerca. Ma con tanto buio nel cuore, il buio dell'incredulità. Una volta, però, entrati nel sepolcro, davanti a quelle bende che prima avevano avvolto il Crocifisso e ora giacevano lì, afflosciate, nella stessa posizione; davanti al sudario che rimaneva intatto, senza più fasciare il capo di Gesù, un'intuizione folgorante si accende nel cuore del discepolo: "Vide e credette". Una fede che diventerà perfetta la sera di Pasqua, quando il Risorto incontra i discepoli, i quali "gioirono nel vedere il Signore".
Così per noi, se la fede pasquale cresce nel nostro cuore, tutto l'orizzonte della nostra vita si illumina. Tu scopri che ha senso fare di tutta la propria esistenza un servizio d'amore fino in fondo, come ha fatto Gesù. Colui, infatti, che era morto per amore, Dio lo ha risuscitato. Comprendi anche che, se Cristo è Risorto, il dolore, le lacrime, la pesantezza del lavoro, talvolta anche il fallimento, che costituiscono la trama quotidiana della nostra vita… tutto questo ha un significato, anche se nascosto, che un giorno sarà svelato. Ma soprattutto scopri che l'enigma tragico della morte si illumina da quando Lui, Gesù, l'ha sperimentata e l'ha trasformata in amore e quindi come via alla vita, alla risurrezione per sé e anche per noi.
Un'icona delle Chiese orientali raffigura Gesù risorto che abbatte con potenza, sfonda la porta che tiene prigionieri i morti. I cardini e persino i chiodi saltano in ogni direzione. Gesù allunga le braccia: con una mano trascina fuori Adamo e con l'altra Eva. Nei primi uomini è rappresentata l'umanità strappata dalla morte e portata nel regno del Risorto. Se attraverso Gesù Dio si è fatto vicino ai peccatori, ai poveri, ai malati, ai falliti della storia; se l'amore di Dio per noi ha raggiunto una misura inattesa e abissale nel dono che il suo Figlio ha fatto di sé nella morte; ora che Gesù è Risorto, questa vicinanza di Dio, questo amore di Dio possiedono un'efficacia infinita e un'apertura universale.
Nessun uomo - che lo sappia o no - è sottratto a questa presenza, a questo abbraccio d'amore da parte di Dio Padre e del suo Figlio che Egli ha risuscitato dai morti. "Io sono con voi tutti i giorni" Mt 28,20: così continua a ripetere il Signore Risorto. Lo dice ai credenti che lo incontrano vivo e operante nella Chiesa. Qui Egli ha la sua famiglia che gli ripete: "Noi siamo con te!" - "Io sono con voi!" ripete a ogni uomo e donna, mentre percorre instancabilmente tutte le strade, amico discreto e silenzioso di quanti cercano un senso alla loro vita e di quanti hanno smesso di cercarlo o non lo cercano ancora. "Io sono con voi" ripete, mentre bussa tenacemente alle porte di tutti i cuori nella speranza di essere accolto.
Proviamo a ricuperare il senso dell'augurio che ci scambiamo in questo giorno: "Buona Pasqua!". Pasqua significa "passaggio" dalla morte alla vita. Quando dei cristiani, incontrandosi, si salutano con queste parole, intendono dirsi quanto sono felici perché l'imprevedibile è accaduto: cioè per Gesù si è attuato il passaggio dalla morte alla vita. Si comunicano la gioia di una indicibile sorpresa, la gioia dei primi discepoli i quali non si stancavano di dirsi l'un l'altro col cuore gonfio di emozione: "È risorto! Vive! Lo abbiamo visto! Io l'ho visto! Tu l'hai visto!". In Oriente in modo più personalizzato, quando i cristiani si incontrano, uno dichiara: "Cristo è risorto!". E l'altro risponde: "Sì, è veramente risorto!".
Ma dicendo "Buona Pasqua" comunico anche al fratello, e lui a me, la gioia di sentirci risorti con Cristo: Io sono risorto! Tu sei risorto! Io sono passato dalla sfiducia al gusto e alla gioia di vivere, dalla morte alla vita. Questa gioia ce la dona il Risorto. Dopo l'angoscia e l'abisso del dolore, sentirsi risvegliare alla vita e quale vita! Quale felicità! È bello pensare alla gioia di Gesù, alla gioia del Padre che lo ha risuscitato, alla gioia dello Spirito Santo che dà la vita. Una gioia a cui i Tre non potranno mai fare l'abitudine. Anche noi siamo chiamati a condividere tale felicità. Il segreto? Incontrare Gesù e crescere nel rapporto con Lui. E testimoniarlo a tutti con la nostra vita, piena di gesti d'amore e quindi di gioia. La gioia, infatti, è "amore in azione" Madre Teresa. Perché non essere così anch'io? Talvolta forse ti domandi chi può essere la persona più felice, nella tua famiglia, tra i tuoi amici... E a te cosa manca per essere il più felice? Il segreto ormai lo sai.
È a Cristo che la Chiesa guarda. Nel volto di Cristo essa contempla il suo tesoro, la sua gioia" NMI 28. Gesù ci doni di incontrarlo vivo, di vivere un rapporto sempre più profondo e personale con Lui. Così, molti vedranno brillare sul nostro volto la luce, la bellezza, la gioia del Risorto e si chiederanno: “Perché anch’io non posso essere così contento?”.
Buona Pasqua fratelli e sorelle!
Buona Pasqua perché Cristo è Risorto, è veramente Risorto!

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