Immacolata 2021
«Ave o piena di grazia».
«Io sono l’Immacolata Concezione».
In una fredda mattina del gennaio 1849 Pio IX si affaccia dal balcone del palazzo che lo ospita e vede il mare in tempesta. È preoccupato. Gli è accanto il cardinal Lambruschini suo compagno di esilio nella fortezza di Gaeta. Erano fuggiti da Roma in seguito alla rivolta che già aveva fatto delle vittime. Il cardinale dice al Papa: «Vostra Santità non guarirà il mondo dai mali che l’opprimono… se non proclamando articolo di fede l’Immacolata Concezione della Madonna».
Pochi giorni dopo Pio IX diffonde un lettera in cui chiede ai Vescovi di prendere posizione sul dogma dell’Immacolata. L’esito è quasi plebiscitario e l’8 dicembre del 1854 il Papa può dichiarare il solenne dogma di fede secondo cui «La beatissima Vergine Maria sin dal primo istante del concepimento, per singolare grazia e privilegio di Dio e in vista dei meriti di Gesù Cristo, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale».
La mattina di quell’8 dicembre, nella Basilica di San Pietro, al momento della lettura del testo ufficiale, Pio IX è investito da un fascio di luce proveniente dall’alto, fenomeno sorprendente, perché in nessun periodo dell’anno, e tanto meno alla vigilia della stagione invernale, da nessuna finestra un raggio di luce poteva raggiungere l’abside dove si trovava il Papa. È una sorta di «approvazione del cielo», l’auspicio di un più lieto avvenire nell’allora tormentata vita della Chiesa. E la proclamazione dell’Immacolata ridà nuove risorse spirituali alla comunità dei credenti. Tre anni e pochi mesi dopo quell’8 dicembre, precisamente l’11 febbraio del 1858, la Madonna apparendo a Lourdes, con tono solenne, a Bernardette che le chiedeva con insistenza chi fosse dice: «Io sono l’Immacolata Concezione» a conferma del pronunciamento papale.
La festa dell’Immacolata si intona perfettamente con lo spirito dell’Avvento; mentre l’anima si prepara alla venuta del Redentore, è giusto pensare a Colei, «la tutta pura», che gli fu Madre. Proprio in vista del sublime privilegio che farà di lei la Madre del Verbo Incarnato, Maria, unica fra tutte le creature, fu preservata dal peccato originale. Nell’Immacolata però non vediamo solo la preservazione dal peccato originale, l’assoluta assenza da ogni minima ombra di imperfezione, ma vediamo anche un altro punto di vista di questo mistero che la rese, fin dal primo momento della sua esistenza, «piena di grazia». L’Immacolata si presenta a noi come la purissima Sposa dello Spirito Santo, non solo in rapporto alla sua maternità divina, ma ancora in rapporto a tutta la sua vita nella quale si muove unicamente sotto il di Lui impulso.
Sono molte, nel calendario liturgico, le feste dedicate alla Madonna e due di esse sono anche di «precetto»: la festa di oggi, che celebra il suo immacolato concepimento e quella del 15 agosto, che ricorda la sua gloriosa Assunzione al cielo. Questo privilegio è la logica conseguenza di quello e l’uno e l’altro sono una esigenza della divina Maternità di Maria. Questa è la radice di tutta la grandezza, di tutta la potenza, di tutti i privilegi della Madonna.
In che cosa consiste l’Immacolata Concezione?
Precisiamo, poiché capita non di rado che anche cattolici parlino e, magari, scrivano su questo argomento in maniera errata, che l’Immacolata Concezione di Maria non va confusa nè con la sua impeccabilità, né con la concezione verginale di Gesù (come capita di sentire), ma consiste nel fatto che la Vergine, fin dal primo istante del suo concepimento, fu preservata immune dalla colpa originale, in vista dei meriti di Cristo che sarebbe venuto nel mondo. Privilegio singolare, definito solennemente come «dogma di fede» da Pio IX, ma non ignoto al Magistero della Chiesa e alla coscienza cristiana fin dagli antichissimi tempi, tanto è vero che una festa liturgica della «Concezione di Maria» era già in vigore in Oriente non meno di dodici secoli prima della definizione dogmatica.
Il privilegio di Maria nella Rivelazione.
Del resto, il privilegio di Maria era già implicitamente dchiarato da Dio stesso agli albori del genere umano, quando, annunciando dopo la caduta dei nostri progenitori la Redenzione, predisse il trionfo della Donna (Maria) e della sua Prole (il Cristo) sopra di Satana. Parole, che non avrebbero avuto un senso se, anche per un solo istante, la Madre del Redentore, che ha vinto Satana ed il peccato, fosse stata alla sua volta soggetta all’uno e all’altro.
E, quando i tempi furono maturi perché si compisse la Redenzione, tale verità ricevette nuova conferma dal cielo attraverso le parole dell’Arcangelo Gabriele, che, annunciandoLe la divina Maternità, salutò Maria «piena di grazia». Poiché le opere di Dio sono perfette, la «pienezza della grazia» esprime santità senza ombre e senza limiti di tempo, cioè dal primo istante del suo concepimento.
Possiamo dire: è da allora che i cristiani, ripetendo il saluto dell’Angelo «Ave, piena di grazia», hanno incominciato a celebrare l’Immacolata. Quel saluto, che ha varcato i secoli, che è stato ripetuto da milioni e milioni di uomini, parlato in tutti gli idiomi, scritto in tutti i caratteri; quel saluto, che è il sospiro più puro degli innocenti, il pianto dei «prodighi» che ritornano, il grido di chi vacilla sull’abisso, la preghiera dolcissima di chi impetra, l’inno glorioso di chi trionfa… è il saluto dell’umanità all’Immacolata, il saluto di tutti i redenti in tutti i secoli.
La ratifica di Maria.
Tuttavia solo in tempi relativamente recenti, poco più di cent’anni or sono, la Chiesa ha ratificato la fede della cristianità con la definizione del Magistero infallibile e quando maggiormente si intensificava la lotta contro il soprannaturale era riservata la più splendida, la più trionfale ratifica: quella del miracolo. È Maria stessa che la concede. L’11 febbraio 1858, appena quattro anni dopo la definizione di Pio IX, in un remoto angolo dei Pirenei, presso la cittadina di Lourdes, una candida paradisiaca visione appare ad una fanciulla. (Come sempre, Iddio sceglie ciò che il mondo ha di più umile, di più inetto, di più nascosto, per confondere la superbia di coloro che si credono saggi). Si turba la fanciulla, ma la visone la rassicura e più e più volte ritorna per incitarla a pietà e a penitenza, per esporre il desiderio, anzi il comando, d’essere venerata in quel luogo, che i suoi piedi hanno santificato. Finalmente nella festa della Annunciazione, mettendo ancora meglio in evidenza l’intimo nesso che esiste fra la sua divina Maternità e l’altissimo privilegio della esenzione dalla colpa di origine, chiesta del suo nome, alzando gli occhi virginei al cielo, risponde: «Io sono l’Immacolata Concezione».
Non una pagina, ma un poema.
C’è forse bisogno di sottolineare l’immenso valore di questa ratifica alla definizione dogmatica di Pio IX? Fosse rimasto anche solo un episodio, avrebbe dovuto essere scritto a caratteri d’oro nella storia della Chiesa. Ma la rivelazione di Lourdes non è rimasta «un episodio»; è diventato un poema di luce e di grazia: i cristiani vi accorrono commossi ed esultanti, il tempio voluto dalla Vergine si erge maestoso ed imponente, la potenza di Dio si manifesta nel modo più sfolgorante. Nuovamente, come nei giorni della vita pubblica del Cristo, i ciechi vedono, i sordi odono, gli storpi si raddrizzano, poveri organismi consunti riacquistano il vigore della sanità ed innumerevoli morti alla vita della grazia (è questo forse il più grande miracolo di Lourdes!) risorgono dal loro peccato. Lourdes diventa uno degli angoli della terra più ricercati e più venerati: il trono di amore dell’Immacolata e la più sconcertante realtà per i negatori del soprannaturale. Dicevamo che l’immacolato concepimento è un privilegio dovuto alla divina Maternità di Maria. I privilegi non si imitano; si ammirano. Noi siamo nati nella colpa ed abbiamo avuto bisogno che l’onda battesimale lavasse l’anima nostra. Ma è motivo di grande gioia pensare che Maria, fulgido ideale di bellezza e di perfezione, è anche la nostra Madre; è motivo di fiducia sapere che non invano possiamo ricorrere alla sua materna protezione, che Dio ha reso onnipotente, perché ci aiuti a vincere la nostra battaglia contro il peccato ed a guadagnarci con la visione beatificante di Dio, la visione di Lei «termine fisso dell’eterno consiglio».
Attraverso il Cuore Immacolato di Maria, eleviamo alla SS. Trinità, in questo tempo di confusione nella Chiesa e di pandemia per il nostro mondo, il nostro inno di gratitudine e di lode. Ora, che forse si stanno realizzando le profezie, con più intensità eleviamo lo sguardo all’Immacolata.
Cantiamo a Maria... pensiamo a quel bellissimo testo scritto da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Santo che ha legato la sua vita a quella della Madonna: «O bella mia speranza, dolce amor mio Maria, Tu sei la vita mia, la pace mia sei Tu». In questi giorni, provati dalle vicende che stiamo vivendo dentro e fuori la Chiesa, lasciamoci rapire dalla Madonna siamo peccatori e Lei ci introduce nella grazia di Dio, siamo impastati di terra e Lei ci conduce al Cielo.
Sia lodato Gesù Cristo.
Colloquio Spirituale.
O Maria, Madre di Dio e Madre mia,
quanta luce e quanto conforto mi viene dalla tua dolce figura!
Tu, la più bella, la più santa e la purissima fra tutte le creature. Tu, la «piena di grazia», talmente piena che meritasti portare in te l’Autore è la fonte di ogni grazia, non disdegni di presentarti a me, povera creatura che conosce il peccato e le sue miserie, quale modello di purezza, di amore, di santità!
Se i privilegi della tua concezione immacolata e della tua maternità divina sono inimitabili, Tu però li nascondi sotto una vita tanto semplice, tanto umile, per cui non temo di avvicinarmi a te, di chie-derti di prendermi per mano, per aiutarmi a salire con te il monte della perfezione. Si, Tu sei la Regina del cielo e della terra, ma sei più madre che regina e perciò Tu stessa mi incoraggi a ricorrere a te e mi dici: «O figlio, ascoltami: beati quelli che battono le mie vie... Chi troverà me avrà trovato la vita dal Signore riceverà la salute» (MR.). Ed io ti rispondo col grido della Chiesa: «Attirami, o Vergine Immacolata, correrò dietro a te, all'odore dei tuoi profumi» (BR).
Si, attirami, Madre Immacolata, attirami soprattutto col luminoso fascino della tua incontaminata purezza! Come mi sento impuro e imbrattato dalle cose della terra, di fronte a te, purissima, così distaccata da tutto, così dimentica di te stessa, che nulla ti muove ad agire fuorché il volere divino, la forza e la soavità dello Spirito Santo!