Anime del Purgatorio 2019
«Anime Sante, anime purganti,
pregate per noi, e noi pregheremo per voi,
perché il Signore vi doni presto
la gioia del Santo Paradiso».
Il Purgatorio è una verità della dottrina cristiana. Io non lo auguro né a me stesso, né a voi… ma credo che tutti forse dovremmo fare questa esperienza, perché è il nostro destino. Dante Alighieri, il sommo poeta, dice così: «Canterò di quel secondo regno dove l'umano spirito si purga e di salir al cielo diventa degno». Il Purgatorio è un luogo, una condizione in cui le anime ricevono la purificazione dalle macchie e dalle pene rimaste in loro al momento della morte. Le macchie da cui le anime vengono purificate sono di tre categorie, di tre specie: i peccati veniali, che non sono ancora stati rimessi in confessione; le abitudini cattive che abbiamo preso nella nostra vita, e la pena temporale dovuta ai peccati mortali rimessi. Dobbiamo ora fare una piccola digressione sulla «Indulgenza Plenaria o Indulgenza parziale». Sappiamo che le indulgenze sono tesori straordinari che Dio affida alla sua Chiesa.
pregate per noi, e noi pregheremo per voi,
perché il Signore vi doni presto
la gioia del Santo Paradiso».
Il Purgatorio è una verità della dottrina cristiana. Io non lo auguro né a me stesso, né a voi… ma credo che tutti forse dovremmo fare questa esperienza, perché è il nostro destino. Dante Alighieri, il sommo poeta, dice così: «Canterò di quel secondo regno dove l'umano spirito si purga e di salir al cielo diventa degno». Il Purgatorio è un luogo, una condizione in cui le anime ricevono la purificazione dalle macchie e dalle pene rimaste in loro al momento della morte. Le macchie da cui le anime vengono purificate sono di tre categorie, di tre specie: i peccati veniali, che non sono ancora stati rimessi in confessione; le abitudini cattive che abbiamo preso nella nostra vita, e la pena temporale dovuta ai peccati mortali rimessi. Dobbiamo ora fare una piccola digressione sulla «Indulgenza Plenaria o Indulgenza parziale». Sappiamo che le indulgenze sono tesori straordinari che Dio affida alla sua Chiesa.
Le indulgenze perdonano in completo od in parte le pene dovute ai peccati che sono già rimessi in quanto alla colpa.Il peccato ha due conseguenze: quello della colpa e quello della pena. La colpa si toglie attraverso il Sacramento della Confessione; anche la Messa toglie i peccati, quelli veniali; il segnarsi con l'acqua santa, facendo un atto di dolore, può cancellare i peccati veniali… ma rimane la pena.
Un esempio molto semplice è quello del limite dei 50 su una strada urbana mentre si va in macchina; si supera il limite, ed ecco che il vigilie è pronto a darci la multa. Noi abbiamo commesso una colpa, quale? Quella di aver superato il limite dei 50 all'ora… ma rimane la pena, una pena pecuniaria, più i punti che ci vengono detratti dalla patente. Con le debite proporzioni il peccato è così: viene perdonato il peccato, cioè la colpa, ma rimane la pena. La pena si espia in tre modi principalmente: il primo modo sono i dolori e le sofferenze di questa vita offerte proprio per il perdono e la cancellazione delle nostre pene; il secondo sono gli atti di carità, l'amore che noi facciamo per amore di Dio e dei fratelli; e il terzo è una sorta di rimando a settembre, il Purgatorio, dove saremo purificati dalle pene accumulate durante la nostra vita. Quindi, applicando a noi stessi l'indulgenza, possiamo toglierci la pena; applicandola ai Defunti, la togliamo in tutto o in parte a loro. Quindi le anime del Purgatorio vengono purificate.
Anche i Santi quasi sicuramente sono passati dal Purgatorio, perché, per entrare in Paradiso, occorre avere la veste bianca, la veste che abbiamo ricevuto nel momento del nostro Battesimo. In Purgatorio le anime dei giusti saldano il loro debito nei confronti della giustizia divina, e la purificazione non verte quindi sulla colpa ma sulla pena. Se il perdono divino concesso ad un'anima pentita cancella la colpa, non fa sparire la pena e per mezzo dell'espiazione l'uomo ripara al disordine causato dai suoi peccati: disordine in se stesso, disordine nel proprio contesto di vita, disordine nella Chiesa. Quaggiù l'anima subisce la pena sotto forma di penitenza volontaria, ma nell’al di là la punizione diventa obbligatoria. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ai numeri 1030 e 1032 è chiaro: «Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna vengono però sottoposti dopo la loro morte ad una purificazione al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo. La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al Purgatorio soprattutto nel Concilio di Firenze e di Trento. La tradizione della chiesa, rifacendosi a certi passi della Sacra Scrittura, parla di un fuoco purificatore. Fin dai primi tempi la chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi in particolare il sacrificio eucaristico, affinché purificati possano giungere alla visione beatifica di Dio. La chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti»
Quindi il Purgatorio non è una vecchia e forse superata tradizione, ma è un dogma della fede.
Il Purgatorio allora diventa un luogo di sofferenza e di gioia insieme, come ci insegna molto bene Dante, ma anche Santa Caterina da Genova che si dice abbia sofferto il dolore del Purgatorio sulla terra e viene chiamata il «dottore del Purgatorio», per il Trattato che ha scritto. Ha affermato che in Purgatorio c’è tanto dolore quanto all'Inferno, perché, come i dannati, le anime nel Purgatorio soffrono per la fame di Dio, quel Dio che non vedono ancora. E, per usare una bella immagine di Santa Caterina, l'uomo affamato desidera sempre di più il pane che non ha. E soffrono per il fuoco che sarà più doloroso di qualsiasi cosa l'uomo possa patire su questa terra. Alcuni Santi ci dicono di non desiderare il Purgatorio, ma di desiderare solo il Paradiso.
Una questione importante del Purgatorio sono le sue pene: come sono, quanto durano, che cosa dice la teologia al riguardo? Sono tutte domande che ci poniamo. Possiamo dire solo che nel Purgatorio c'è una duplice pena come nell'Inferno peraltro, la pena dei ritardi e la pena del senso. Quella del ritardo, perché alle anime viene ritardata la visone di Dio. E quella del senso perché le anime sono unite con un fuoco che, tra virgolette, possiamo dire corporeo. A riguardo Sant’Agostino ci dice: «Con lo stesso fuoco con cui vengono tormentati i demoni, così vengono purificati gli eletti». Quando si parla delle pene del Purgatorio c'è una questione importante ed è quella del tipo di sofferenza che patiscono le anime. Ci sono chiaramente in questo opinioni e versioni diverse, noi ci rifacciamo a Sant’Agostino e a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che dicono che il fuoco che brucia i dannati all'Inferno è lo stesso di quello che purifica le anime del Purgatorio: la differenza sta solo nel fatto che il primo è eterno il secondo è temporale. Di Padre Pio si raccontano molte apparizioni di anime purganti che andavano da lui a chiedere il suffragio della sua Messa per poter lasciare definitivamente il Purgatorio. Alle pene è legata ancora un'altra questione: quella del tempo, cioè se le pene hanno una certa durata a seconda dei peccati che si devono scontare. Queste sono le cosiddette «pene temporali». Dunque nel Purgatorio esiste una sorta di tempo. Va però detto, che il tempo in Purgatorio non ha la stessa scansione della vita terrena, ma è pur sempre un tempo che ha scansione, cioè che inizia, che perdura e che termina. Ora che il tempo del Purgatorio non abbia la stessa scansione terrena del giorno e della notte lo attesta il fatto che un'ora del Purgatorio pesa di più di un secolo sulla terra. Ci sono state a questo proposito molte visioni in cui alcune anime sembravano secoli che erano in Purgatorio, mentre per il nostro tempo erano solo alcuni secondi.
Ma in Purgatorio non ci sono solo sofferenze, ma ci sono anche gioie.
Prima di tutto la certezza della salvezza eterna, e quando si è in vita, anche i buoni non hanno la certezza della salvezza eterna, sarebbe un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, quello di presumere di salvarsi senza meriti. Le anime purganti invece, sono nell'assoluta certezza che un giorno andranno in Paradiso. Inoltre possiedono l'impeccabilità: perché, finché si è in vita, c'è sempre il timore di cadere nel peccato… nel Purgatorio, invece, vi è la certezza di non offendere Dio. E un aspetto importante sono i suffragi che noi mettiamo in atto attraverso la celebrazione delle Messe e anche dei nostri sacrifici offerti per i defunti. Questi possono alleviare, abbreviare e perfino liberare in modo definitivo le anime dalle pene del Purgatorio. Dobbiamo soffermarci qualche istante sull'importanza di far celebrare le Sante Messe per i nostri Defunti, partecipare alla Santa Messa, vivere la Messa per loro. Certamente ricordarli, certamente portare dei fiori al cimitero, sicuramente avere per loro un ricordo speciale e continuo, ma la cosa più grande e più bella, la possiamo mettere in atto soprattutto con le Messe di suffragio, dove i nostri cari ricevono i più grandi benefici. Pregare per i nostri fratelli Defunti diventa qualcosa di fondamentale, un’opera di misericordia. Mai come oggi c’è dimenticanza di queste anime, le anime del Purgatorio appunto, che soffrono queste pene indicibili, ma nella gioia che un giorno accoglieranno il Signore dentro di loro e quindi Dio in loro.
Il cristiano vive nella speranza del Paradiso, di stare sempre con Dio in Cristo per tutta l'eternità. L’eternità non è una mancanza di tempo, ma l'eternità è Dio stesso, è il cuore di Dio che ci ama e vuole instaurare con noi una comunione perfetta di vita per sempre. Concludendo queste domeniche dei Defunti, in cui abbiamo pregato attraverso la liturgia e la Santa Messa, non ci resta che chiedere la loro importante intercessione, come diciamo nel Credo: «Credo nella comunione dei Santi». Il Catechismo parla della comunione fra la «chiesa militante», che siamo noi, la «chiesa purgante» che sono le anime del Purgatorio e la «chiesa trionfante» della Gerusalemme celeste. Fra la chiesa, militante, purgante e trionfante, vi è comunione di beni spirituali e, se vogliamo attingere a questi beni, chiediamo al Signore che ci aiuti a pregare sempre più fortemente per le anime del Purgatorio… come dice una bellissima giaculatoria:
«Anime Sante, anime purganti,
pregate per noi, e noi pregheremo per voi,
perché il Signore vi doni presto la gioia del Santo Paradiso».
Sia lodato Gesù Cristo.
Un esempio molto semplice è quello del limite dei 50 su una strada urbana mentre si va in macchina; si supera il limite, ed ecco che il vigilie è pronto a darci la multa. Noi abbiamo commesso una colpa, quale? Quella di aver superato il limite dei 50 all'ora… ma rimane la pena, una pena pecuniaria, più i punti che ci vengono detratti dalla patente. Con le debite proporzioni il peccato è così: viene perdonato il peccato, cioè la colpa, ma rimane la pena. La pena si espia in tre modi principalmente: il primo modo sono i dolori e le sofferenze di questa vita offerte proprio per il perdono e la cancellazione delle nostre pene; il secondo sono gli atti di carità, l'amore che noi facciamo per amore di Dio e dei fratelli; e il terzo è una sorta di rimando a settembre, il Purgatorio, dove saremo purificati dalle pene accumulate durante la nostra vita. Quindi, applicando a noi stessi l'indulgenza, possiamo toglierci la pena; applicandola ai Defunti, la togliamo in tutto o in parte a loro. Quindi le anime del Purgatorio vengono purificate.
Anche i Santi quasi sicuramente sono passati dal Purgatorio, perché, per entrare in Paradiso, occorre avere la veste bianca, la veste che abbiamo ricevuto nel momento del nostro Battesimo. In Purgatorio le anime dei giusti saldano il loro debito nei confronti della giustizia divina, e la purificazione non verte quindi sulla colpa ma sulla pena. Se il perdono divino concesso ad un'anima pentita cancella la colpa, non fa sparire la pena e per mezzo dell'espiazione l'uomo ripara al disordine causato dai suoi peccati: disordine in se stesso, disordine nel proprio contesto di vita, disordine nella Chiesa. Quaggiù l'anima subisce la pena sotto forma di penitenza volontaria, ma nell’al di là la punizione diventa obbligatoria. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ai numeri 1030 e 1032 è chiaro: «Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna vengono però sottoposti dopo la loro morte ad una purificazione al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo. La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al Purgatorio soprattutto nel Concilio di Firenze e di Trento. La tradizione della chiesa, rifacendosi a certi passi della Sacra Scrittura, parla di un fuoco purificatore. Fin dai primi tempi la chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi in particolare il sacrificio eucaristico, affinché purificati possano giungere alla visione beatifica di Dio. La chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti»
Quindi il Purgatorio non è una vecchia e forse superata tradizione, ma è un dogma della fede.
Il Purgatorio allora diventa un luogo di sofferenza e di gioia insieme, come ci insegna molto bene Dante, ma anche Santa Caterina da Genova che si dice abbia sofferto il dolore del Purgatorio sulla terra e viene chiamata il «dottore del Purgatorio», per il Trattato che ha scritto. Ha affermato che in Purgatorio c’è tanto dolore quanto all'Inferno, perché, come i dannati, le anime nel Purgatorio soffrono per la fame di Dio, quel Dio che non vedono ancora. E, per usare una bella immagine di Santa Caterina, l'uomo affamato desidera sempre di più il pane che non ha. E soffrono per il fuoco che sarà più doloroso di qualsiasi cosa l'uomo possa patire su questa terra. Alcuni Santi ci dicono di non desiderare il Purgatorio, ma di desiderare solo il Paradiso.
Una questione importante del Purgatorio sono le sue pene: come sono, quanto durano, che cosa dice la teologia al riguardo? Sono tutte domande che ci poniamo. Possiamo dire solo che nel Purgatorio c'è una duplice pena come nell'Inferno peraltro, la pena dei ritardi e la pena del senso. Quella del ritardo, perché alle anime viene ritardata la visone di Dio. E quella del senso perché le anime sono unite con un fuoco che, tra virgolette, possiamo dire corporeo. A riguardo Sant’Agostino ci dice: «Con lo stesso fuoco con cui vengono tormentati i demoni, così vengono purificati gli eletti». Quando si parla delle pene del Purgatorio c'è una questione importante ed è quella del tipo di sofferenza che patiscono le anime. Ci sono chiaramente in questo opinioni e versioni diverse, noi ci rifacciamo a Sant’Agostino e a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che dicono che il fuoco che brucia i dannati all'Inferno è lo stesso di quello che purifica le anime del Purgatorio: la differenza sta solo nel fatto che il primo è eterno il secondo è temporale. Di Padre Pio si raccontano molte apparizioni di anime purganti che andavano da lui a chiedere il suffragio della sua Messa per poter lasciare definitivamente il Purgatorio. Alle pene è legata ancora un'altra questione: quella del tempo, cioè se le pene hanno una certa durata a seconda dei peccati che si devono scontare. Queste sono le cosiddette «pene temporali». Dunque nel Purgatorio esiste una sorta di tempo. Va però detto, che il tempo in Purgatorio non ha la stessa scansione della vita terrena, ma è pur sempre un tempo che ha scansione, cioè che inizia, che perdura e che termina. Ora che il tempo del Purgatorio non abbia la stessa scansione terrena del giorno e della notte lo attesta il fatto che un'ora del Purgatorio pesa di più di un secolo sulla terra. Ci sono state a questo proposito molte visioni in cui alcune anime sembravano secoli che erano in Purgatorio, mentre per il nostro tempo erano solo alcuni secondi.
Ma in Purgatorio non ci sono solo sofferenze, ma ci sono anche gioie.
Prima di tutto la certezza della salvezza eterna, e quando si è in vita, anche i buoni non hanno la certezza della salvezza eterna, sarebbe un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, quello di presumere di salvarsi senza meriti. Le anime purganti invece, sono nell'assoluta certezza che un giorno andranno in Paradiso. Inoltre possiedono l'impeccabilità: perché, finché si è in vita, c'è sempre il timore di cadere nel peccato… nel Purgatorio, invece, vi è la certezza di non offendere Dio. E un aspetto importante sono i suffragi che noi mettiamo in atto attraverso la celebrazione delle Messe e anche dei nostri sacrifici offerti per i defunti. Questi possono alleviare, abbreviare e perfino liberare in modo definitivo le anime dalle pene del Purgatorio. Dobbiamo soffermarci qualche istante sull'importanza di far celebrare le Sante Messe per i nostri Defunti, partecipare alla Santa Messa, vivere la Messa per loro. Certamente ricordarli, certamente portare dei fiori al cimitero, sicuramente avere per loro un ricordo speciale e continuo, ma la cosa più grande e più bella, la possiamo mettere in atto soprattutto con le Messe di suffragio, dove i nostri cari ricevono i più grandi benefici. Pregare per i nostri fratelli Defunti diventa qualcosa di fondamentale, un’opera di misericordia. Mai come oggi c’è dimenticanza di queste anime, le anime del Purgatorio appunto, che soffrono queste pene indicibili, ma nella gioia che un giorno accoglieranno il Signore dentro di loro e quindi Dio in loro.
Il cristiano vive nella speranza del Paradiso, di stare sempre con Dio in Cristo per tutta l'eternità. L’eternità non è una mancanza di tempo, ma l'eternità è Dio stesso, è il cuore di Dio che ci ama e vuole instaurare con noi una comunione perfetta di vita per sempre. Concludendo queste domeniche dei Defunti, in cui abbiamo pregato attraverso la liturgia e la Santa Messa, non ci resta che chiedere la loro importante intercessione, come diciamo nel Credo: «Credo nella comunione dei Santi». Il Catechismo parla della comunione fra la «chiesa militante», che siamo noi, la «chiesa purgante» che sono le anime del Purgatorio e la «chiesa trionfante» della Gerusalemme celeste. Fra la chiesa, militante, purgante e trionfante, vi è comunione di beni spirituali e, se vogliamo attingere a questi beni, chiediamo al Signore che ci aiuti a pregare sempre più fortemente per le anime del Purgatorio… come dice una bellissima giaculatoria:
«Anime Sante, anime purganti,
pregate per noi, e noi pregheremo per voi,
perché il Signore vi doni presto la gioia del Santo Paradiso».
Sia lodato Gesù Cristo.