Corpus Domini 2019
«L’Eucaristia è davvero uno squarcio di cielo
che si apre sulla terra» Giovanni Paolo II.
che si apre sulla terra» Giovanni Paolo II.
Oggi è la Solennità del Corpus Domini, la Solennità dell’Eucaristia. Una festa molto antica che risale all’anno 1264. Papa Urbano IV istituì questa Festa, che portava il Santissimo Sacramento per le strade, con la processione del Corpus Domini. Oggi abbiamo ancora l’occasione di riflettere sul grande mistero dell’Eucaristia, un sacramento che, potremmo dire, realizza il massimo del significato nella minima consistenza: un frammento di pane contiene la pienezza della divinità. Ci vuole molta fede per credere che quel pezzo di pane costituisca la primizia della salvezza e che, partecipando al Sacramento, noi partecipiamo già della salvezza... Entriamo in punta di piedi in questa Festa. Già nel Medioevo, San Tommaso d'Aquino, tra i più appassionati e autorevoli esperti di teologia eucaristica, metteva in guardia dal rischio di rendere solo una cosa materiale l'ostia consacrata, quasi che l'ostia fosse una reliquia del corpo del Signore. Il culto eucaristico, purtroppo, fin dagli inizi, non scoraggiò, ma, al contrario, favorì queste convinzioni popolari: basta guardare la forma dei primi ostensori, concepiti esattamente come i reliquiari di Martiri e Santi. Il fatto di vedere custodita in una teca cilindrica trasparente l'ostia consacrata, contribuì all'insorgere di un'idea sbagliata a proposito dell'Eucaristia; e si cominciò a credere che la particola fosse una vera e propria reliquia del corpo di Gesù. Ma «il cielo» interviene sempre! I famosi miracoli eucaristici di Bolsena nel 1263 e di Torino nel 1453, ispirarono la Chiesa ad istituire la Solennità del Corpus Domini, perché ogni domenica, sull’altare di ogni Chiesa del mondo, si compie un vero ed autentico miracolo. Tocchiamo qui un tema estremamente delicato e complesso: la «presenza reale»...
il fatto che, una volta consacrati, quel pane e quel vino non sono più pane e vino, ma Corpo e Sangue di Cristo. Che non si tratti di reliquie lo dimostra il fatto che le «species» consacrate - il pane e il vino - mantengono invariate le loro proprietà, quelle che sono percepite dai nostri sensi, in particolare la vista, il tatto, il gusto. La consacrazione muta la sostanza delle species, ma questo non è percepibile dai sensi. La sostanza rappresenta la «veritas», il significato profondo di ogni cosa e di ogni persona. Qual’è la sostanza profonda di ognuno di noi? Si coglie forse attraverso i cinque sensi? O non è piuttosto la nostra interiorità, la nostra spiritualità, la nostra anima? Ma l'anima non si vede, non si tocca, non si gusta,... Eppure nessuno oserebbe concludere che l'anima e lo spirito non sono importanti, solo perché sfuggono ai nostri sensi!
Nel Vangelo Luca sottolinea la sinergia tra gli apostoli e Gesù: il movimento va dai Dodici al Maestro di Nazareth e torna infine ai Dodici, per diffondersi a tutti i cinquemila presenti. È la dinamica specifica del Sacramento, nel quale la componente divina si sovrappone a quella umana, e insieme danno vita a una realtà nuova, che non si può identificare con nessuna delle due componenti, ma ne è la sintesi perfetta. Il Sacerdote accoglie i doni che i fedeli portano all'altare durante l’offertorio, vi impone le mani, recita sopra di essi le parole della consacrazione; lo Spirito Santo invocato sul pane e sul vino, li trasforma nel Corpo e Sangue del Signore; infine il Sacerdote li restituisce, cambiati di sostanza, alla comunità, affinché i fedeli se ne possano nutrire nella Santa Comunione. Ecco infatti l’evento della transustanziazione e del sacrificio di Gesù.
Un altro aspetto: non si deve perdere neppure un frammento del pane consacrato. Cristo è presente con la sua virtus, con la sua energia, anche in un frammento. Hans Urs von Balthasar parlerebbe del «tutto nel frammento». Questa è la dinamica del sacramento: ai fini dell'efficacia dello stesso, la quantità non è rilevante.
Dopo aver ricevuto la Santa Comunione, noi siamo come Maria, tabernacoli viventi… abbiamo Gesù dentro di noi.
È preoccupante ai nostri giorni come tanti fedeli si accostano all’Eucaristia. Le disposizioni interiori: essere in grazia di Dio e confessati. Le disposizioni esteriori: l’atteggiamento, il raccoglimento, le mani giunte. Oggi tanta gente non si pone più il problema che c’è Gesù vivo e vero: vengono alla Santa Comunione con le mani in tasca, a volte distratti, altre volte prendendo la Santa Comunione con le dita come se fossero una pinza… Quello che noi riceviamo è il Signore Gesù! Quando io ricevo Gesù, sento che Lui viene in me. Papa Benedetto XVI ci ha detto che Gesù ci dona il suo cuore quando ci nutriamo dell’Eucaristia. La Chiesa, nella Messa, entra in comunione con il sacrificio del suo Signore crocifisso e risorto. Il Sacerdote, dopo la consacrazione proclama: «Mistero della fede!». Non ci può essere un’altra esclamazione! Diceva Giovanni Paolo II, nel documento Ecclesia de Eucharistia: «Deve essere una esclamazione di stupore, di meraviglia… perché è il Signore che trasforma il pane e il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue».
Mi viene in mente nel passato quando c’era la processione del Corpus Domini, si gettavano fiori dai balconi, si pregava e si cantava, e tutto si fermava perché passava nostro Signore Gesù Cristo. Forse anche noi cristiani di oggi dovremmo tornare a riflettere su questo tema cosi importante e decisivo. Dobbiamo saper tirarci fuori dalla dittatura del relativismo, dalla deriva antidogmatica del nostro tempo, che con una sottile operazione ideologica cancella di colpo il vocabolario cattolico: inferno, paradiso, peccato originale, conversione, salvezza. Di questi temi non si parla quasi più nelle omelie. La gente va in chiesa perché cerca Dio, noi proteggiamo Gesù Eucaristia, noi lavoriamo per la salvezza delle anime. Dobbiamo recuperare il primato della grazia, il primato del soprannaturale. Gesù oggi è a rischio, Gesù è non difeso nella Santa Eucaristia. I primi a difenderlo dobbiamo essere noi preti che forse ci curiamo di tante altre cose, ma siamo poco preoccupati di essere gelosi custodi dell’Eucaristia… anche a costo di rimetterci del nostro. Come sono le Messe oggi? Veloci… dobbiamo correre…ci sono i cristiani che guardano l’orologio – non qui in questa Chiesa, perché io dico sempre che qui si celebra una Messa senza orologio - . Per una partita di calcio, per un film, per quello che a noi interessa… non guardiamo mai l’orologio. Però si viene a Messa e bisogna correre!
Benedetto XVI affermava: «Noi cattolici, rispetto ai nostri fratelli protestanti, abbiamo un dono che loro non hanno: la presenza nel tabernacolo di Gesù vivo».
Un altro aspetto: non si deve perdere neppure un frammento del pane consacrato. Cristo è presente con la sua virtus, con la sua energia, anche in un frammento. Hans Urs von Balthasar parlerebbe del «tutto nel frammento». Questa è la dinamica del sacramento: ai fini dell'efficacia dello stesso, la quantità non è rilevante.
Dopo aver ricevuto la Santa Comunione, noi siamo come Maria, tabernacoli viventi… abbiamo Gesù dentro di noi.
È preoccupante ai nostri giorni come tanti fedeli si accostano all’Eucaristia. Le disposizioni interiori: essere in grazia di Dio e confessati. Le disposizioni esteriori: l’atteggiamento, il raccoglimento, le mani giunte. Oggi tanta gente non si pone più il problema che c’è Gesù vivo e vero: vengono alla Santa Comunione con le mani in tasca, a volte distratti, altre volte prendendo la Santa Comunione con le dita come se fossero una pinza… Quello che noi riceviamo è il Signore Gesù! Quando io ricevo Gesù, sento che Lui viene in me. Papa Benedetto XVI ci ha detto che Gesù ci dona il suo cuore quando ci nutriamo dell’Eucaristia. La Chiesa, nella Messa, entra in comunione con il sacrificio del suo Signore crocifisso e risorto. Il Sacerdote, dopo la consacrazione proclama: «Mistero della fede!». Non ci può essere un’altra esclamazione! Diceva Giovanni Paolo II, nel documento Ecclesia de Eucharistia: «Deve essere una esclamazione di stupore, di meraviglia… perché è il Signore che trasforma il pane e il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue».
Mi viene in mente nel passato quando c’era la processione del Corpus Domini, si gettavano fiori dai balconi, si pregava e si cantava, e tutto si fermava perché passava nostro Signore Gesù Cristo. Forse anche noi cristiani di oggi dovremmo tornare a riflettere su questo tema cosi importante e decisivo. Dobbiamo saper tirarci fuori dalla dittatura del relativismo, dalla deriva antidogmatica del nostro tempo, che con una sottile operazione ideologica cancella di colpo il vocabolario cattolico: inferno, paradiso, peccato originale, conversione, salvezza. Di questi temi non si parla quasi più nelle omelie. La gente va in chiesa perché cerca Dio, noi proteggiamo Gesù Eucaristia, noi lavoriamo per la salvezza delle anime. Dobbiamo recuperare il primato della grazia, il primato del soprannaturale. Gesù oggi è a rischio, Gesù è non difeso nella Santa Eucaristia. I primi a difenderlo dobbiamo essere noi preti che forse ci curiamo di tante altre cose, ma siamo poco preoccupati di essere gelosi custodi dell’Eucaristia… anche a costo di rimetterci del nostro. Come sono le Messe oggi? Veloci… dobbiamo correre…ci sono i cristiani che guardano l’orologio – non qui in questa Chiesa, perché io dico sempre che qui si celebra una Messa senza orologio - . Per una partita di calcio, per un film, per quello che a noi interessa… non guardiamo mai l’orologio. Però si viene a Messa e bisogna correre!
Benedetto XVI affermava: «Noi cattolici, rispetto ai nostri fratelli protestanti, abbiamo un dono che loro non hanno: la presenza nel tabernacolo di Gesù vivo».
San Tommaso diceva: «Amor conducit ad unionem» – L’amore conduce all’unità, alla comunione. È l’unione con Gesù… non accanto a noi, non vicino a noi… ma dentro di noi! E quando tu ricevi Gesù, ricevi tutto, fai esperienza di Gesù e Gesù ti dona la forza per andare avanti e tu comprendi che hai ricevuto tutto!
C’è un sogno di San Giovanni Bosco, che è molto attuale per i nostri tempi.
Lui vede una barca con due colonne. La barca, che è la Chiesa, affronta le tempeste e le navi nemiche che cominciano ad attaccare. E sembra che questa barca debba affondare…e sulla barca c’è il Papa. Ma la barca non affonda – dice San Giovanni Bosco – perché ci sono due colonne. In una c’è scritto Jesus Hominum Salvator - l’Eucaristia - e nella seconda Maria Auxilium Christianorum – Maria Aiuto dei Cristiani -. Grazie a queste due colonne, la barca sballottata da una parte e dall’altra, riesce a resistere.
C’è un sogno di San Giovanni Bosco, che è molto attuale per i nostri tempi.
Lui vede una barca con due colonne. La barca, che è la Chiesa, affronta le tempeste e le navi nemiche che cominciano ad attaccare. E sembra che questa barca debba affondare…e sulla barca c’è il Papa. Ma la barca non affonda – dice San Giovanni Bosco – perché ci sono due colonne. In una c’è scritto Jesus Hominum Salvator - l’Eucaristia - e nella seconda Maria Auxilium Christianorum – Maria Aiuto dei Cristiani -. Grazie a queste due colonne, la barca sballottata da una parte e dall’altra, riesce a resistere.
Dobbiamo essere convinti fino in fondo che Gesù è realmente presente… altrimenti non avrebbe più nemmeno senso inginocchiarsi. Da tante chiese sono spariti gli inginocchiatoi… e anche durante la consacrazione, non solo tra i fedeli, ma anche molti sacerdoti non si inginocchiano più. Quando invece Benedetto XVI ha detto che «L’incapacità di inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, appare addirittura come l’essenza del diabolico». Questo inginocchiarsi oggi deve recuperare il cristiano e la Chiesa… perché non si spenga l’amore e la devozione al Santissimo Sacramento. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, conferma la presenza reale di Gesù; dice che il termine transustanziazione è ancora oggi il termine più appropriato per parlare di ciò che accade durante la Santa Messa. La Messa è qualcosa di straordinario. Dobbiamo recuperare con il cuore il mistero di Dio che viene in mezzo a noi, il pane e il vino diventano il Corpo e Sangue del Signore. Dobbiamo essere conquistati da questo. Non c’è un avvenimento più grande di questo.
Si dice che nel mondo ogni minuto viene celebrata una Santa Messa…e Padre Pio diceva che il mondo non crolla perché c’è la Messa.
Chiediamo alla Madonna, donna tutta eucaristica, di tornare ad amare Gesù, di tornare ad essere sempre di più innamorati di Lui. Alla fine dei nostri giorni resterà solo l’amore di Gesù per noi e il nostro amore per Gesù, presente nell’Eucaristia.
Fratelli e sorelle, torniamo davvero ad essere come candele accese che ardono dinanzi a Lui e dinanzi al suo tabernacolo perché «L’Eucaristia è davvero uno squarcio di cielo che si apre sulla terra».
Sia lodato Gesù Cristo.
Sia lodato Gesù Cristo.